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10:47 martedì 21 ottobre 2025
La prima serie tv tratta dal Signore delle mosche l’ha realizzata Jack Thorne, il creatore di Adolescence Con la consulenza degli eredi di William Golding, per garantire la massima fedeltà della serie, prodotta da Bbc, ai temi e alle atmosfere del romanzo.
Il figlio del fondatore di Mango sarebbe sospettato nell’indagine sulla morte del padre Lo riportano i quotidiani El Pais e La Vanguardia: la polizia starebbe verificando delle supposte incongruenze nelle dichiarazioni di Jonathan Andic relative alle circostanze della morte del padre Isak.
È morta Sofia Corradi, la donna che ha inventato l’Erasmus “per colpa” della burocrazia italiana Aveva 91 anni e l'idea dell'Erasmus le venne quando in Italia non le furono riconosciuti degli esami universitari fatti negli Usa.
Persino la ministra della Cultura francese ha ammesso che i ladri che hanno rubato i gioielli dal Louvre sono stati «molto professionali» Una sconsolata Rachida Dati ha dovuto ammettere che i ladri hanno agito con calma, senza violenza e dimostrandosi molto esperti.
Gli addetti stampa della Casa Bianca hanno risposto «tua madre» a una normalissima domanda di un giornalista durante una conferenza stampa Una domanda sul vertice tra Trump, Putin e Zelensky a Budapest, che Karoline Leavitt e Stephen Cheung hanno preso molto male, a quanto pare.
Hollywood non riesce a capire se Una battaglia dopo l’altra è un flop o un successo Il film di Anderson sta incassando molto più del previsto, ma per il produttore Warner Bros. resterà una perdita di 100 milioni di dollari. 
La Corte di giustizia europea ha stabilito che gli animali sono bagagli e quindi può capitare che le compagnie aeree li perdano Il risarcimento per il loro smarrimento è quindi lo stesso di quello per una valigia, dice una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione Europea.
È uscito il memoir postumo di Virginia Giuffre, la principale accusatrice di Jeffrey Epstein Si intitola Nobody’s Girl e racconta tutti gli abusi e le violenze subiti da Giuffré per mano di Epstein e dei suoi "clienti".

Zooey Deschanel

Icona indie dalla "spiccata personalità" e dai vestitini assai kawaii, è la protagonista di New Girl. Ritratto della Manic Pixie Dream Girl definitiva.

11 Marzo 2013

Nei dieci minuti di apertura di (500) giorni insieme, il narratore introduce la protagonista, Summer, come una donna di altezza media, peso medio, e un numero di scarpe leggermente superiore alla media. Non fosse che Summer non è una ragazza come le altre. [Il narratore procede raccontando di come Summer, dal college in poi, abbia causato scompensi in qualsiasi ambito si ritrovasse, ma noi per ora ci fermiamo qua].

Ora, come se non lo sapeste, Summer è interpretata da Zooey Deschanel. Zooey Deschanel provoca controversie nel pubblico più o meno da quando interpreta ruoli. C’è chi la reputa un mero oggetto di scena, bellina come un quadro ma impreparata in qualsiasi cosa faccia (recitare, scrivere canzoni, vestirsi), c’è chi, come in qualsiasi fandom che si rispetti, le dice «Ti amo».

Personalmente, Zooey Deschanel non mi ha fatto niente. Non mi ha sporcato la moquette di fango, non ha parlato male di me alla stampa, non ha ferito un mio familiare. Col passare degli anni è diventata persino brava a recitare nella parte che recita: che è una.

Ma procediamo con ordine. Figlia e sorella d’arte (è figlia di un direttore della fotografia e di Eileen di Twin Peaks; è sorella di Emily «someone diesss» Deschanel), si chiama come un personaggio di Salinger, ha cominciato la sua carriera recitando, è stata Trillian ne La guida intergalattica per autostoppisti, è diventata una piccola icona del mondo indie, ha continuato la sua carriera recitando e cantando (insieme a M. Ward ha fondato il progetto She & Him, con tre album all’attivo), è diventata una grande icona del mondo indie. Si è sposata con Ben Gibbard dei Death Cab For Cutie; poi ha divorziato, e il suo reddito, le sue spese e guadagni hanno rifoderato Internet per un paio di settimane; ha una pagina YouTube in cui armonizza benissimo in compagnia di persone famose (qui con la figlia di Steven Spielberg) e ha co-fondato un portale con articoli che trattano di temi tra i quali “cuteness”, “social studies”, e “mamme”.

Insomma, che carina.

Nell’ultimo anno e mezzo, Zooey Deschanel è anche divenuta l’ottava attrice televisiva più pagata negli Stati Uniti. New Girl, la sit-com prodotta da FOX e ora trasmessa da MTV Italia, è la consacrazione di ciò che, finora, l’attrice ha rappresentato al cinema. E non soltanto perché la pagina Wikipedia dello show descrive il suo personaggio come “bubbly”.

Sarà perché porta le gonne gonfie, sarà perché ha gli occhioni anche nelle pose sexy, ma, in questo decennio, Zooey è riuscita a mantenere il titolo di MPDG in maniera duratura

Eccettuati i casi in cui ha interpretato la nevrotica anticonformista con un senso dell’umorismo (Almost Famous, A casa con i suoi, quel video degli Offspring in cui non vi ricordavate fosse protagonista) o senza un senso dell’umorismo (E venne il giorno), Deschanel è nota per il suo ruolo di giovane spensierata dagli interessi eccentrici o dai gusti allettanti (non dimentichiamoci gli Smiths) che, da un momento all’altro, rivolta come un calzino la vita di un uomo. In meglio. In poche parole: la Manic Pixie Dream Girl. Sarà perché porta le gonne gonfie, sarà perché ha gli occhioni anche nelle pose sexy, sarà che le hanno imputato un senso dell’umorismo (?) ma, in questo decennio, Zooey è riuscita a mantenere il titolo di MPDG in maniera molto più duratura delle attrici (Kirsten Dunst, Natalie Portman, Maggie Gyllenhaal, Charlize Theron) che se ne sono servite per un film e poi hanno deciso di guardare avanti.

La new girl della serie è Jess, un’insegnante che, dopo avere scoperto il fidanzato a letto con una tale con le mutande a fantasie buffe, si trasferisce con tre coinquilini MASCHI. Base per un Big Bang Theory dai buoni sentimenti, più buoni di Big Bang Theory? Esatto. La maggior parte dell’umorismo della prima serie di New Girl scaturisce dal fatto che è una ragazza, si veste carina e piange davanti a Dirty Dancing, eppure è goffa, cita Il signore degli anelli, parla di Berlusconi e si infila la gonna nelle mutande in luoghi pubblici. Fossimo su un settimanale femminile, la si sarebbe già definita “un maschiaccio”. Un carattere eccentrico che non sconfina nel territorio minato dei geek (un territorio oggigiorno minato anche da “Hello Kitty nerd”) ma che è abbastanza perché un generico personaggio uomo di una serie TV se ne innamori.

[Di certo Zooey Deschanel non è in malafede nell’interpretare – anche benino – un personaggio che lei stessa è o che, almeno nella vita pubblica, ha imparato a interpretare benissimo. Di certo c’è pieno di uomini (reali) che cadono ai piedi di donne con i vestitini kawaii che accentuino la propria spiccata personalità].

And then she does that: un’azione scoraggiante (per il personaggio uomo generico) ma in verità entusiasmante perché rivelatrice di personalità.

«And then she does that», dice il personaggio yuppie rampante dotato di un barattolo (la «douchebag jar») in cui infila un dollaro ogni volta che fa una spacconata. Jess è appena emersa dalla camera in un vestito nero fasciante. I tre coinquilini soddisfatti. Poi, Jess si lancia in un balletto sgraziato. And then she does that: un’azione scoraggiante (per il personaggio uomo generico) ma in verità entusiasmante perché rivelatrice di personalità.

Una personalità programmatica, che fino a ora era stata scritta prevalentemente da autori maschi, e in New Girl è delineata invece da Elizabeth Meriwether (anche responsabile di Amici, amanti, e…). Che il formato serie TV aiuti a sfaccettare il personaggio della Manic Pixie Dream Girl, per antonomasia unidimensionale? Per il momento, l’autrice di New Girl non sembra essersi sforzata in questa direzione, giocando piuttosto sulla commedia dei buoni sentimenti e sul maschio patatone che viene convinto ad agire dal comportamento irrazionalmente tenero di una ragazza.

Di questi tempi, l’unico antidoto alla formula prefabbricata della donnina-che-ti-svolta-la-vita è stato offerto da un’altra sceneggiatrice, Zoe Kazan (nipote, sì, di Elia Kazan). Ruby Sparks, una delle commedie meglio orchestrate che siano uscite lo scorso anno (nonostante le aspettative inferiori di zero da parte di molti che avevano visto Little Miss Sunshine, per esempio: io). Evitando inutili spoiler, Ruby Sparks dimostra che, al di là dei 120′ di un film o di un libro di media lunghezza, è poco producente sperare in quella donna dei sogni. A lungo andare, le sue abitudini così anticonvenzionali e carine finiranno col distruggere l’immagine che ne avevamo creato, quella di una donna inesistente.

Immagine: Charley Galley/Getty Images

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