Cosa abbiamo letto ad aprile in redazione.
Zack Snyder avrebbe usato account falsi per costringere la Warner a fare lo Snyder Cut della Justice League
A quanto pare, il movimento popolare che ha portato alla realizzazione dello Snyder Cut – la Justice League per come se l’era immaginata Zack Snyder, prima di essere costretto ad abbandonare le riprese del film in seguito al suicidio della figlia Autumn – non era la mobilitazione spontanea che in quei mesi veniva raccontata. Secondo un’inchiesta di Rolling Stone, infatti, WarnerMedia, società produttrice di tutti i film dell’universo cinematografico DC, ha commissionato due indagini sulla nascita e l’ascesa di #ReleasetheSnyderCut, l’hashtag con il quale sui social media i fan chiedevano di vedere la versione del film realizzata da Snyder. Risultato delle due indagini: almeno il 13 per cento dei profili che in quei mesi chiesero di #ReleasetheSnyderCut erano falsi. Come riporta Vulture, gli account falsi che vengono scoperti a “spingere” un qualsiasi trending topic sui social media ammontano di solito a circa il 5 per cento del totale. Twitter, in particolare, ha calcolato che i “false or spam account” tra i suoi daily active user sono meno del 5 per cento. Le indagini non si sono concentrate solo sugli hashtag e sui social media. WarnerMedia ha detto di aver scoperto anche che il sito forsnydercut.com, un “centro” pensato con il solo scopo di far diventare virale la campagna a favore di Snyder e contro Warner, era un dominio registrato a nome del Ceo di un’azienda, ora chiusa, che prometteva di portare in tempi brevissimi verso i siti e/o gli hashtag dei suoi clienti «instant Avatar traffic».
Non solo: molte fonti anonime che hanno collaborato con Snyder alla sua versione della Justice League hanno rivelato che il regista sarebbe stato direttamente coinvolto in questa campagna online. Una di queste fonti ha accusato Snyder di avere accumulato, nel corso degli anni, una certa esperienza nella manipolazione dell’opinione pubblica attraverso l’uso dei social media. Stando a questa fonte, il regista in passato avrebbe assunto un’azienda specializzata per «contrastare» le critiche che nel 2016 venivano mosse nei confronti del suo Batman V Superman: Dawn of Justice. Snyder ha negato tutte queste accuse e ha detto che, semmai, è stata WarnerMedia a cercare di «manipolare i miei fan e approfittarsi di loro per accrescere i numeri degli abbonati alla sua piattaforma di streaming [Hbo Max, ndr].
Nell’inchiesta di Rolling Stone si raccontano anche episodi in cui Snyder avrebbe minacciato colleghi di usare il suo potere “socialmediatico” per distruggere la loro reputazione se non avessero acconsentito ad alcune sue richieste. Quando i produttori Geoff Johns e Jon Berg si sono rifiutati di rimuovere i loro nomi dai crediti di Justice League, Snyder avrebbe detto a entrambi che li avrebbe «distrutti sui social media». Un episodio simile sarebbe successo anche con il regista di Godzilla vs. Kong, Adam Wingard. Wingard sarebbe stato preso di mira dai fan di Snyder perché Hbo Max aveva lanciato il suo film poco dopo Justice League, mettendo – nella loro demenziale versione della realtà – in diretta competizione i due titoli. Quando Wingard è andato da Snyder a chiedergli se potesse intercedere presso i suoi fan per farli smettere, Snyder si sarebbe semplicemente rifiutato. Da parte sua, Snyder ha sempre respinto tutte queste accuse. Ha detto che la sua fanbase è tutt’altro che tossica, come dimostrano i tantissimi soldi raccolti dal “movimento” #ReleasetheSnyderCut a favore delle organizzazioni che si occupano di prevenzione dei suicidi. In più, ha detto il regista, che «Io non controllo i miei fan. Hanno una loro volontà e le loro opinioni. Mi attribuite un potere davvero esagerato su di loro».

La band hip hop irlandese viene da anni di provocazioni ed esagerazioni alle quali nessuno aveva fatto troppo caso, fin qui. Ma è bastata una frase su Gaza, Israele e Stati Uniti al Coachella per farli diventare nemici pubblici numero 1.

Ancora più dei suoi romanzi precedenti, Vanishing World , appena uscito per Edizioni E/O, sembra scritto da una macchina senza sentimenti che ci mostra tutte le variabili possibili e immaginabili della stupidità umana.