Era amato dal pubblico, era amato dai critici, era amato dagli attori, era amato dagli sceneggiatori: Reiner è stato uno dei maestri americani, una delle più influenti e carismatiche personalità mai viste a Hollywood.
È uscito il World Press Freedom e l’Italia per la prima volta è in “zona arancione”
L’avevamo già capito dopo le polemiche legate al 25 aprile, ma adesso abbiamo la prova ufficiale. Il World Press Freedom Index 2024 di Reporters sans frontières, pubblicato oggi, mostra che l’Italia è retrocessa di 5 posizioni rispetto all’indice del 2023, scivolando al 46esimo posto e diventando l’unico paese dell’Europa occidentale a entrare nella “zona arancione”, cioè quella ritenuta «problematica», nella quale si trovano già Ungheria e Polonia.
L’Indice mondiale della libertà di stampa comprende cinque colori: verde, giallo, arancione chiaro, arancione scuro, rosso. In verde ci sono i paesi «in una buona situazione»: al primo posto c’è la Norvegia, seguita da Danimarca, Svezia e Olanda. Il giallo, assegnato a gran parte dei paesi dell’Unione europea, corrisponde alle «situazioni soddisfacenti». In pratica, quindi, l’Europa è tutta gialla, con sprazzi di verde. Soltanto un Paese presenta un colore diverso, ed è l’Italia, colorata con l’arancione delle situazioni «problematiche».

La situazione politica italiana viene descritta così: «La maggior parte dei giornalisti italiani gode di un clima di libertà. Ma a volte cedono all’autocensura, sia per conformarsi alla linea editoriale della loro testata giornalistica, sia per evitare una causa per diffamazione o altre forme di azione legale. Ciò può essere aggravato per i giornalisti di cronaca nera e giudiziaria dalla “legge bavaglio” sostenuta dalla coalizione di governo del primo ministro Giorgia Meloni, che proibisce la pubblicazione di un’ordinanza di custodia cautelare prima della fine dell’udienza preliminare.
Un capitolo dell’analisi di Reporters sans frontières è dedicato a «Unione europea e orbanizzazione» (arancione è anche l’Ungheria di Orbán) e rileva la presenza di «forze politiche che provano a restringere il campo di azione del giornalismo indipendente». Una dinamica pericolosa «incarnata da personaggi come Orbán e Fico», che da adesso comprende pure «l’Italia di Meloni».
Il film di Albert Serra sul torero peruviano Andrés Roca Rey porta il documentario in un territorio inesplorato e violento, persino ostile allo spettatore. Ed è proprio questo a renderlo una delle opere fondamentali della storia recente del cinema.
Il libro, uscito 20 anni fa in Francia ma solo adesso in Italia, è il racconto in immagini e parole della breve storia d'amore con il fotografo Marc Marie, attraverso il quale Ernaux tocca tutti i temi che caratterizzano la sua letteratura.