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AOC e le altre democratiche di “The Squad” hanno tutte rivinto le elezioni
A un certo punto dal documentario di Netflix, Knock Down The House, emergeva quanto la scalata di Alexandria Ocasio-Cortez si appoggiasse al ruolo straordinario di altre tre giovani donne: Ayanna Pressley, Ilhan Omar e Rashida Tlaib, quelle che insieme ad AOC formano un affiatato gruppo chiamato “The Squad”. Nonostante il documentario approfondisse maggiormente la storia di altre progressiste democratiche (Cori Bush, Paula Jean Swearengin e Amy Vilela), la storia della formazione della “squad” rimaneva nella mente: sono proprio loro, stando ai primi risultati post elettorali, ad aver vinto di nuovo.
AOC di New York, Ilhan Omar del Minnesota, Ayanna Pressley del Massachusetts e Rashida Tlaib del Michigan torneranno ai loro seggi al Congresso degli Stati Uniti. Le quattro donne che hanno insistito soprattutto sull’attenzione al cambiamento climatico e sulla necessità di rendere l’assistenza sanitaria disponibile per tutti gli americani, avranno nuovamente un ruolo importante a Capitol Hill, come scrive il Guardian. «La nostra sorellanza è resistente a tutto», ha twittato Omar, «servire il distretto 14 di New York e combattere per le famiglie della classe operaia al Congresso è stato il più grande onore, privilegio e responsabilità della mia vita», ha scritto Ocasio-Cortez. «Ringrazio il Bronx e il Queens per avermi rieletto alla Camera nonostante tutte le parole spese contro di noi, e per aver creduto che io potessi rappresentarli ancora una volta». Per quanto la rielezione di AOC fosse una cosa «quasi certa», come scrive il Guardian, lei e molti altri democratici speravano che il partito potesse ampliare la propria maggioranza.
Our sisterhood is resilient. pic.twitter.com/IfLtsvLEdx
— Ilhan Omar (@IlhanMN) November 4, 2020
Anche Pressley si è espressa in proposito: «Insieme, abbiamo combattuto per il nostro bene. Ci siamo organizzati. Ci siamo mobilitati. Abbiamo legiferato i nostri valori. Sono così orgogliosa di essere la vostra deputata e di lavorare con le mie sorelle. Credo in noi. E siamo solo all’inizio».

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