Gli studenti internazionali sono tantissimi e, con le loro tasse, contribuiscono grandemente al bilancio dell'università.
Per andare a studiare negli Stati Uniti adesso bisognerà fare attenzione anche a quello che si posta sui social
Lo ha deciso il governo, che ha sospeso l'emissione di tutti i visti per gli studenti in attesa di "certificarne" i profili social.

Con un memo diretto alle ambasciate americane di tutto il mondo, l’amministrazione Trump ha bloccato a tempo indeterminato l’emissione di visti per gli studenti stranieri che vogliono frequentare l’università negli Stati Uniti.
Secondo quanto riportato da Bbc e altre testate che hanno visionato il documento riservato, lo stallo servirebbe a far entrare a regime un sistema di controllo degli account social di quanti aspirano a studiare nelle università statunitensi. Non è ancora dato sapere quando questo controllo entrerà in vigore, in che modalità e soprattutto quali saranno gli argomenti e le opinioni che potrebbero causare la perdita o il diniego del visto.
Quel che è evidente è invece come si tratti dell’ennesimo attacco della presidenza al sistema universitario nazionale. La mossa di Trump è solo l’ultima in ordine di tempo nella grande guerra mossa contro gli atenei più prestigiosi del Paese, accusati di avere posizioni troppo di sinistra. Il presidente in particolare imputa agli atenei di non fare abbastanza per proteggere gli studenti ebrei: Trump ha più volte fatto riferimento a episodi di antisemitismo seguiti alle proteste nei campus contro i bombardamenti nella Striscia di Gaza.
L’impressione però è che Trump voglia limitare critiche alla sua azione politica provenienti dai campus, strangolandone l’economia per costringerli all’obbedienza. A essere presi di mira quindi sono gli studenti stranieri, il cui allontanamento mira a dare un duro colpo alle finanze di Harvard, il più importante degli atenei che si sono opposti alle nuove politiche di Trump.
Lo stop improvviso alla valutazione delle domande di visto degli studenti internazionali ha generato preoccupazioni anche al di fuori dei confini statunitensi. La Cina ad esempio ha subito chiesto a Washington di «tutelare seriamente i diritti e gli interessi legittimi degli studenti internazionali, compresi quelli provenienti dalla Cina». Sono infatti ogni anno decine di migliaia gli studenti di nazionalità cinese che vengono ammessi negli grandi atenei statunitensi e ancor di più quelli pronti a finanziarli pagando rette molto esose pur di accedere a uno dei campus più prestigiosi al mondo.

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