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06:15 venerdì 21 novembre 2025
Lorenzo Bertelli, il figlio di Miuccia Prada, sarà il nuovo presidente di Versace Lo ha rivelato nell'ultimo episodio del podcast di Bloomberg, Quello che i soldi non dicono.
Il più importante premio letterario della Nuova Zelanda ha squalificato due partecipanti perché le copertine dei loro libri erano fatte con l’AI L'organizzatore ha detto che la decisione era necessario perché è importante contrastare l'uso dell'AI nell'industria creativa.
Per evitare altre rapine, verrà costruita una stazione di polizia direttamente dentro il Louvre E non solo: nei prossimi mesi arriveranno più fondi, più telecamere, più monitor, più barriere e più addetti alla sicurezza.
L’unico a volere il water d’oro di Cattelan andato all’asta è stato un parco di divertimenti Lo ha comprato per dodici milioni di dollari: è stata l'unica offerta per un'opera che ne vale dieci solo di materiale.
Angoulême, uno dei più prestigiosi festival di fumetti al mondo, quest’anno potrebbe saltare a causa di scandali, boicottaggi e tagli ai finanziamenti L'organizzazione è accusata di aver provato a insabbiare un'indagine su uno stupro e centinaia di artisti hanno deciso di non partecipare in protesta. L'edizione 2026 è a rischio.
Il guasto di Cloudflare è stato così grave che ha causato anche il guasto di Downdetector, il sito che si occupa di monitorare i guasti su internet Oltre a X, ChatGPT, Spotify e tanti altri, nel down di Cloudflare è andato di mezzo anche il sito a cui si accede quando tutti gli altri sono inaccessibili.
Il nuovo film di Sydney Sweeney sta andando così male che il distributore si rifiuta di rivelarne gli incassi Christy sembra destinato a diventare il peggior flop dell'anno, il quarto consecutivo nel 2025 dell'attrice.
Diversi grandi hotel sono stati accusati di fare offerte ingannevoli e fuorvianti su Booking L’authority inglese che si occupa di pubblicità ha scoperto che quelle convenientissime offerte non sono mai davvero così convenienti.

Anche Denis Villeneuve ha scritto un articolo per criticare la Warner Bros.

14 Dicembre 2020

Nei primi giorni che hanno seguito gli attacchi di Christopher Nolan alla Warner Bros. per la decisione della casa di distribuire i più attesi film del 2021 anche in streaming (almeno negli Stati Uniti), si erano ipotizzate reazioni simili da parte degli altri registi coinvolti, come Denis Villeneuve, il cui Dune, rimandato innumerevoli volte, fa parte della lista dei grandi blockbuster che verranno trasmessi anche su HBO Max. Proprio Villeneuve ha scritto un articolo per Variety che è una lunga presa di posizione nei confronti della Warner Bros, colpevole di aver «probabilmente già ucciso Dune», secondo il regista il suo miglior film di sempre.

Villeneuve ha scritto che secondo lui la società AT&T, che controlla Warner Bros., ha mostrato di non avere «nessun amore per il cinema, e nemmeno per i suoi spettatori», ma di pensare unicamente «alla sua sopravvivenza in borsa», a costo di sacrificare i film del 2021 pur di salvare Hbo Max, un servizio di streaming che fino a questo momento negli Usa è stato un fallimento (lo stesso Nolan lo aveva definito «il peggior servizio di sempre»). Villeneuve ha aggiunto che i servizi di streaming «sono una forza positiva e potente nell’ecosistema cinematografico e televisivo», spiegando però sia bene che gli spettatori sappiano che «lo streaming da solo non può sostenere l’industria cinematografica così come la conoscevamo prima del Covid-19». Così facendo il suo stesso Dune non otterrà mai buoni risultati economici, ha scritto, «anche perché alla fine trionferà la pirateria».

Sostenitore dell’esperienza in sala, come Nolan, Villeneuve ha spiegato che Dune in particolare è un film pensato per il cinema e che avrebbe preferito venisse distribuito solo in sala nell’ottobre 2021, come era stato anticipatamente annunciato. «Credo fermamente che il futuro del cinema sarà sul grande schermo. Sin dall’alba dei tempi, gli esseri umani hanno mostrato di avere profondamente bisogno di esperienze di narrazione comune», ha concluso: «Il cinema sul grande schermo è più di un business, è una forma d’arte che unisce le persone, celebra l’umanità, aumenta la nostra empatia reciproca: è una delle ultime esperienze artistiche collettive che “condividiamo” come esseri umani».

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