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10:31 mercoledì 16 luglio 2025
Il figlio di Liam Gallagher si sta facendo bello ai concerti degli Oasis indossando le giacche del padre Gene Gallagher è stato pizzicato a indossare una giacca Burberry di papà al concerto di Manchester: l’ha definita un «cimelio di famiglia».
In una piccola città spagnola, una notizia che non si sa se vera o falsa ha portato a una caccia all’immigrato lunga tre giorni Tutto è partito da una denuncia che ancora non è stata confermata, poi sono venute le fake news e i partiti di estrema destra, infine le violenze in strada e gli arresti.
Una ricerca ha scoperto che quando sono stressate le piante ne “parlano” con gli animali Soprattutto con gli insetti, attraverso dei suoni specifici. Gli insetti però non sono gentilissimi: se una pianta sta male, loro la evitano.
Hbo ha pubblicato la prima foto dal set della serie di Harry Potter e ovviamente ritrae il nuovo Harry Potter L'attore Dominic McLaughlin per la prima volta volta in costume, con occhiali e cicatrice, sul set londinese della serie.
Nel nuovo disco di Travis Scott c’è un sampling di Massimo Ranieri In uno dei più improbabili crossover di sempre, nella canzone "2000 Excursion" di Scott si trova anche "Adagio Veneziano" di Ranieri.
L’annuncio dell’arrivo a Venezia di Emily in Paris lo ha dato Luca Zaia Il Presidente della Regione Veneto ha bruciato Netflix sul tempo con un post su Instagram, confermando che “Emily in Venice” verrà girato ad agosto in Laguna.
Ancora una volta, l’attore Stellan Skarsgård ha voluto ricordare il fatto che Ingmar Bergman era un ammiratore di Hitler «È l’unica persona che conosco ad aver pianto quando è morto Hitler», ha detto. Non è la prima volta che Skarsgård racconta questo lato del regista.
Superman non ha salvato solo la Terra ma anche Warner Bros. La performance al botteghino dell'Uomo d'acciaio è stata migliore delle aspettative, salvando lo studio dalla crisi nera del 2024. 

Perché è un bene non rispondere alle mail

14 Gennaio 2019

Nell’odierna società iperconnessa, il “sovraffollamento” della posta elettronica è un problema che riguarda praticamente tutti, ma forse dovremmo cambiare il nostro approccio all’argomento. The Atlantic mette infatti in discussione il modello “Inbox Zero”, coniato nel 2007 dal blogger Merlin Mann per invitare le persone a svuotare continuamente, o meglio a organizzare in maniera certosina le proprie email. Nonostante le centinaia di articoli a tema, la diffusione di programmi ad hoc come Polymail, Superhuman o Slack, riceviamo lo stesso sempre più messaggi, soprattutto dai software creati dalle aziende per contattare i consumatori: nel 2017 nel mondo sono circolate 269 miliardi di mail al giorno, un numero che entro il 2021 potrebbe crescere fino a 333 miliardi. L’articolo, ripreso di recente dal Guardian, sostiene invece che ogni tentativo di organizzazione sia inevitabilmente destinato a fallire, perché è impossibile tenere il ritmo dei messaggi inviati dalle società in possesso dei nostri dati. Inoltre, una risposta provoca un ulteriore aumento della posta in arrivo: come precisa un designer consultato, «rispondendo velocemente dai un’idea di reattività e la gente ti manda più messaggi”; una sorta di circolo vizioso, insomma.

La soluzione migliore è, al contrario, quella dell'”Inbox-infinity”, ossia accettare che la propria casella sarà perennemente intasata di posta, la maggior parte della quale non sarà mai neppure aperta; si risponde ai messaggi finché si può dunque, ignorando il resto. I sostenitori si dicono addirittura felici per le migliaia di messaggi che giacciono nell’account. Un primo step per passare al metodo in questione consiste nell’ammettere pubblicamente di avere troppa posta da gestire per rispondere con puntualità a ogni richiesta; si può cominciare scrivendo a familiari e altri amici, specificando di preferire un contatto telefonico. Un’alternativa è impostare delle risposte automatiche personalizzate tramite i software autoresponder: quella citata dall’Atlantic, usata dallo startupper Ryan Hoover, specifica ad esempio: «nel caso ci siano questioni urgenti, non esitare a contattare (…)». La soluzione prospettata dall’Inbox-infinity non è ovviamente applicabile ai contesti lavorativi, ma se ne evidenziano i vantaggi personali: innanzitutto, un calo dello stress associato all’apertura della posta in arrivo; in secondo luogo, il fatto che diminuendo frequenza e tipologia delle risposte, le persone siano più riconoscenti quando ne ottengono una; infine, la diminuzione del numero di email scambiate e, di conseguenza, del tempo trascorso su gmail & co.

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