Bulletin ↓
11:00 domenica 13 luglio 2025
I Talebani hanno fatto un assurdo video promozionale per invitare i turisti americani a fare le vacanze in Afghanistan Il video con la sua surreale ironia su ostaggi rapiti e kalashnikov, mira a proporre il paese come meta di un “turismo avventuroso”.
Justin Bieber ha pubblicato un nuovo album senza dire niente a nessuno Si intitola Swag e arriva, a sorpresa, quattro anni dopo il suo ultimo disco, anni segnati da scandali e momenti difficili.
Damon Albarn ha ammesso che la guerra del Britpop alla fine l’hanno vinta gli Oasis Il frontman dei Blur concede la vittoria agli storici rivali ai fratelli Gallagher nell’estate della loro reunion.
La nuova stagione di Scrubs si farà e ci sarà anche la reunion del cast originale Se ne parlava da tempo ma ora è ufficiale: nuova stagione in produzione, con il ritorno del trio di protagonisti.
La danzatrice del ventre è diventato un mestiere molto pericoloso da fare in Egitto Spesso finiscono agli arresti per incitazione al vizio: è successo già cinque volte negli ultimi due anni, l'ultima all'italiana Linda Martino.
Ferrero (e la Nutella) va così bene che starebbe per comprare la Kellog’s Per una cifra che si aggira attorno ai tre miliardi di dollari. Se l'affare dovesse andare in porto, Ferrero diventerebbe leader del settore negli Usa.
Il cofanetto dei migliori film di Ornella Muti curato da Sean Baker esiste davvero Il regista premio Oscar negli ultimi mesi ha lavorato all’edizione restaurata di quattro film con protagonista l’attrice italiana, di cui è grandissimo fan.
Nell’internet del futuro forse non dovremo neanche più cliccare perché farà tutto l’AI Le aziende tech specializzate in AI stanno lanciando nuovi browser che cambieranno il modo di navigare: al posto di cliccare, chatteremo.

Un’imitazione ci seppellirà

Un venerdì sera passato a guardare lo show di prima serata su Rai Uno, dove aleggia lo spirito nazionale e tutto finisce per essere al proprio posto.

07 Ottobre 2013

Se vogliamo cambiare l’Italia non dobbiamo studiare di più, affinare i nostri gusti sulla mola esigente dell’avanguardia o indignarci con più forza. Quello che dobbiamo fare è imparare a dialogare con tutti e per farlo non c’è niente di meglio che condividere un solido e comune background culturale. Per costruircene uno iniziamo da Tale e quale show di Carlo Conti (Rai Uno, venerdì sera), un programma che fin dal titolo lascia intravedere rassicuranti segnali di cambiamento.

Cosa se ne può dire? Tale e quale show è un rappresentante di indubbio valore della categoria ormai quasi defunta dello show di prima serata. La famiglia si riunisce per giocare a carte e nel frattempo guarda le imitazioni dei cantanti sul teleschermo. Il concept è semplice e pulito e mantiene quello che promette. Carlo Conti è una guida sicura ma sempre un po’ sul chi va là. Il suo compito è quello di introdurre al pubblico una sfilza di concorrenti dalle facce note e rassicuranti. Una carrellata da sinistra verso destra rivelerebbe: Amadeus, Kaspar Capparoni, Fiordaliso, Riccardo Fogli, Attilio Fontana, Clizia Fornasier, Fabrizio Frizzi, Roberta Lanfranchi, Chiara Noschese e Silvia Salemi. Ognuno di loro imita un cantante famoso, italiano o straniero, in vita o defunto, contemporaneo o classico, creando effetti di mash up unici dove a Morandi/Fiordaliso segue la performance di Bowie/Capparoni. Una schizofrenia tenuta sempre a bada dal format che uniforma tutto senza mai mostrare la corda. A giudicare le loro esibizioni sono chiamati tre giudici: Christian De Sica, Loretta Goggi e Claudio Lippi, veri e propri depositari del gusto popolare.

Va detto che Tale e quale show è un programma molto generoso, ci sono, per esempio, almeno tre conduttori. Tra questi, l’unico che continua a fare il suo mestiere è Carlo Conti. Perché lui e non gli altri due non lo so, ma qualcosa vorrà pur dire. Non potendo condurre, a Frizzi e Amadeus non resta che cantare. L’uno travestito da Jovanotti (Amadeus) e l’altro da Sordi (Frizzi), i due ex conduttori sono un monito costante per Carlo Conti che non può fare a meno di sentire il tic-toc del time-code scorrere inesorabilmente anche per lui. Così mi spiego il suo fare guardingo e preoccupato. Saprebbe cantare altrettanto bene di Frizzi? Saprebbe incassare le critiche feroci del giudice Christian De Sica come sa fare Amadeus? A proposito, merita di essere riportata per arguzia la stoccata che De Sica molla ad Amadeus al termine di Ragazzo fortunato: “Hai iniziato la carriera lanciando Jovanotti in radio e la chiudi imitandolo in tv”, la battuta cattiva sulla tv generalista ha esiti più feroci che altrove perché non è prevista dal format.

Tra un’imitazione e l’altra, mi ritrovo a pensare che il programma è ben fatto e divertente. Non ti chiede nulla, vuole solo che ti abbandoni ai sentimenti, ai ricordi, alle fusa del teleschermo, l’esatto contrario di quello che ti chiede la tv fighetta di oggi. Se X Factor bandisce l’imitazione, Tale e quale show ne fa il fulcro del programma. Quello che là è il male da sanzionare, chi “imita” di solito viene esposto al pubblico ludibrio dai giudici, qui è la base condivisa del divertimento. Non ci sono eliminazioni e così non ci sono neppure veri vincitori e vinti. Tutto è fatto con estrema precisione e attenzione ai dettagli. I costumi e i trucchi sono pregevoli, la preparazione del concorrente è encomiabile… non c’è nulla di lasciato al caso, proprio come un vero show di prima serata dei tempi andati.

La sensazione che si prova di fronte a queste imitazioni è forse l’aspetto più critico di tutto il programma. Almeno, io l’ho vissuta così: sembra di essere in un museo delle cere. Il freddo alito della morte aleggia dappertutto. Anche chi è ancora in vita, come Jovanotti, sembra morto. L’imitazione diventa subito omaggio. Quando poi l’omaggiato è morto per davvero, come Modugno o lo stesso Sordi, be’, è l’Italia intera, con il suo Spirito nazionale e le sue tradizioni che aleggia, anzi, grava sullo studio e nelle case di milioni di italiani, già spaventati da questi anni Dieci e ora anche straniti. La senti proprio la forza dei miti fondanti del paese catodico che si scioglie nelle vene e ti entra in circolo come quando eri bambinetto. Un sentimento che parla sempre di qualcosa che non c’è più. Non c’è più Sordi ma non c’è più neanche Amadeus, che imitando Jovanotti fa scomparire anche lui. Il programma si nutre di un passato contagiosamente trapassato. Sarebbe però sbagliato definirlo un programma zombi e mi guarderò bene dal farlo. Ma allora cosa sto guardando? Nel profilo di ascolto oltre agli anziani ci sono anche i bambini, perché? Che cosa potrà mai capire un bambino di tutto questo?

Domande che si presentano con più forza durante la fase finale dello show, quando si decreta vincitore Nel blu, dipinto di blu di Modugno/Capparoni, anzi del “Grande Modugno”.

Con estrema precisione tutto va al suo posto. Il programma racconta un’Italia fossilizzata in un’enorme goccia d’ambra che si piega al racconto stereotipato di sé, come quei vecchi che con l’età ripetono sempre la stessa storia senza essere davvero presenti a se stessi. Il presente racconta un’Italia diversa? Fa niente, almeno l’intrattenimento di Rai 1 sia così. Se non possiamo avere la forza propulsiva e il genio dell’Italia del Boom o il Jovanotti spensierato che cantava la sua fortuna, per lo meno dateci la loro imitazione e non rompete più l’anima. E poi le imitazioni piacciono tanto ai bambini, fa niente se non sanno chi è Modugno. Vedono un adulto travestito che fa spettacolo e gli basta.

È giunta l’ora di aprire un dialogo prima che tutto sia perduto. Se considerate che le balere di Milano da qualche anno sono prese d’assalto da orde di hipster, a breve guardare programmi come Tale e quale show sarà un’attività non solo utile per suturare la spaccatura con buona parte della popolazione italiana ma anche un’attività decisamente all’avanguardia per il venerdì sera.

Articoli Suggeriti
Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

Leggi anche ↓
Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.

Odessa ex città aperta

Reportage dalla "capitale del sud" dell'Ucraina, città in cui la guerra ha imposto un dibattito difficile e conflittuale sul passato del Paese, tra il desiderio di liberarsi dai segni dell'imperialismo russo e la paura di abbandonare così una parte della propria storia.

Assediati dai tassisti

Cronaca tragicomica di come non sia possibile sfuggire alla categoria più temuta e detestata del Paese.