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I dazi turistici sono l’ultimo fronte nella guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa Mentre Trump impone agli stranieri una maxi tassa per l'ingresso ai parchi nazionali, il Louvre alza il prezzo del biglietto per gli "extracomunitari".
Papa Leone XIV ha benedetto un rave party in Slovacchia in cui a fare da dj c’era un prete portoghese Il tutto per festeggiare il 75esimo compleanno dell'Arcivescovo Bernard Bober di Kosice.
I distributori indipendenti americani riporteranno al cinema i film che non ha visto nessuno a causa del Covid Titoli molto amati da critici e cinefili – tra cui uno di Sean Baker e uno di Kelly Reichardt – torneranno in sala per riprendersi quello che il Covid ha tolto.
La presidente della Tanzania Samia Suluhu Hassan ha nominato il nuovo governo e ha fatto ministri tutti i membri della sua famiglia In un colpo solo ha sistemato due figlie, un nipote, un genero, un cognato e pure un carissimo amico di famiglia.
Sally Rooney ha detto che i suoi libri potrebbero essere vietati in tutto il Regno Unito a causa del suo sostegno a Palestine Action E potrebbe addirittura essere costretta a ritirare dal commercio i suoi libri attualmente in vendita.
In Francia è scoppiato un nuovo, inquietante caso di “sottomissione chimica” simile a quello di Gisèle Pelicot Un funzionario del ministero della Cultura ha drogato centinaia di donne durante colloqui di lavoro per poi costringerle a urinare in pubblico.
Dopo quasi 10 anni di attesa finalmente possiamo vedere le prime immagini di Dead Man’s Wire, il nuovo film di Gus Van Sant Presentato all'ultima Mostra del cinema di Venezia, è il film che segna il ritorno alla regia di Van Sant dopo una pausa lunga 7 anni.
Un esperimento sulla metro di Milano ha dimostrato che le persone sono più disponibili a cedere il posto agli anziani se nel vagone è presente un uomo vestito da Batman Non è uno scherzo ma una vera ricerca dell'Università Cattolica, le cui conclusioni sono già state ribattezzate "effetto Batman".

Un concerto per il Giappone

02 Maggio 2011

Subito dopo il devastante terremoto di marzo in Giappone, un gran numero di iniziative ammirevoli sono spuntate in tutto il mondo, guidate da una cerchia di artisti, sportivi e businessman, e sono riuscite a raccogliere miliardi di dollari in poche settimane. Nel campo della musica è successo più o meno lo stesso, e una catastrofe di tale entità è riuscita a creare collaborazioni e apparizioni di alcuni tra i più grandi artisti del mondo, che altrimenti non  avremmo forse mai avuto l’opportunità di vedere.Anche se i concerti di beneficenza di oggi non raggiungeranno, probabilmente, i mastodontici livelli degli anni ’80 e ’90, la risposta al disastro di marzo è stata decisamente buona. Per esempio, Lady Gaga è riuscita a raccogliere più di 250.000 dollari in solamente 48 ore attraverso la vendita del suo braccialetto “We Pray for Japan”, mentre i Sonic Youth hanno venduto “some simple yet equally cool stunts” su eBay. Allo stesso tempo, a Londra, i Primal Scream, Richard Ashcroft e Graham Coxon organizzavano un prestigioso concerto alla Brixton O2 Academy.

A New York l’evento di spicco è stato organizzato da The Japan Society, un’organizzazione nonprofit che si occupa di storia e cultura giapponese, situata a pochi isolati dal grattacielo delle Nazioni Unite. In mezzo a un programma di dodici ore che abbracciava eventi artistici, corsi di origami e show con artisti nipponici, il piatto forte della giornata sono stati due concerti organizzati dal musicista jazz-fusion John Zorn, con una headline comprendente Philip Glass, Lou Reed, Yoko Ono e Ryuichi Sakamoto.

Nel primo concerto il produttore Hal Willner ha letto poesie di Allen Ginsberg, accompagnato dall’unico Philip Glass al piano. Al principio è sembrato che il contenuto delle poesie fosse in qualche modo fuori contesto con la causa giapponese, ma a poco a poco l’incredibile talento di Glass e l’emozione di Wilner nel leggere uno dei più grandi poeti del nostro tempo hanno preso il sopravvento, e immediatamente si è capito che si trattava di un evento assolutamente unico. In parole povere: un gruppo di leggende straordinariamente creative hanno potuto esprimersi come preferivano.

Dopo “Footnote to Howl” e un finale da solista di Philip Glass, Lou Reed, sua moglie Laurie Anderson e John Zorn si sono buttati in una jam session di venti minuti. Il concerto, assolutamente impossibile da descrivere a parole, può essere illustrato tramite la performance di Zorn al sassofono, che passava da momenti tristi, quasi di lamento, a intensissime “frasi” di furia e rabbia. Per molti ascoltatori può essere sembrato incomprensibile, e non si poteva fare a meno di domandarsi se stessero suonando insieme per la prima volta. Non si saprà mai, ma se c’è qualcuno che può destreggiarsi con roba del genere, è sicuramente Lou Reed.

Così come le catastrofi riescono a unire sul palco artisti assolutamente diversi, così riescono anche a mettere insieme il pubblico più disparato e inaspettato. Una buona maggioranza della piccola (più o meno 200 persone) audience che era principalmente composta dall’upper class newyorchese che deve aver avuto innumerevoli occasioni di vedere Lou Reed suonare e cantare dagli anni ’60 agli ’80, ora stava assistendo a una stranissima jam session, fuori dalla comprensione di chiunque. .

Dopo uno show (gratuito) di due ore con vari artisti giapponesi, seguito da una performance finale di Sakamoto, la giornata ha dimostrato quanto l’arte e la musica possano lenire e rapportarsi con le più grandi catastrofi a vari livelli. Oltre al sostegno generale riaggiunto tramite media e pubblicità, e il fatto che la Japan Society ha raccolto oltre un milione di dollari per lo show, la giornata ha anche  creato una sensazione comunitaria e generale di calma, dando una sensazione quasi lenitiva.

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