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13:23 domenica 21 dicembre 2025
Di Digger di Alejandro G. Iñárritu non sappiamo ancora niente, tranne che un Tom Cruise così strano e inquietante non si è mai visto La trama della nuova commedia di Iñárritu resta avvolta dal mistero, soprattutto per quanto riguarda il ruolo da protagonista di Tom Cruise.
C’è un’estensione per browser che fa tornare internet com’era nel 2022 per evitare di dover avere a che fare con le AI Si chiama Slop Evader e una volta installata "scarta" dai risultati mostrati dal browser tutti i contenuti generati con l'intelligenza artificiale.
Kristin Cabot, la donna del cold kiss-gate, ha detto che per colpa di quel video non trova più lavoro e ha paura di uscire di casa Quel video al concerto dei Coldplay in cui la si vedeva insieme all'amante è stata l'inizio di un periodo di «puro orrore», ha detto al New York Times.
I Labubu diventeranno un film e a dirigerlo sarà Paul King, il regista di Paddington e Wonka Se speravate che l'egemonia dei Labubu finisse con il 2025, ci dispiace per voi.
Un reportage di Vanity Fair si è rivelato il colpo più duro inferto finora all’amministrazione Trump Non capita spesso di sentire la Chief of Staff della Casa Bianca definire il Presidente degli Stati Uniti una «alcoholic’s personality», in effetti.
Il ministero del Turismo l’ha fatto di nuovo e si è inventato la «Venere di Botticelli in carne e ossa» come protagonista della sua nuova campagna Dopo VeryBello!, dopo Open to Meraviglia, dopo Itsart, l'ultima trovata ministeriale è Francesca Faccini, 23 anni, in tour per l'Italia turistica.
LinkedIn ha lanciato una sua versione del Wrapped dedicata al lavoro ma non è stata accolta benissimo dagli utenti «Un rituale d'umiliazione», questo uno dei commenti di coloro che hanno ricevuto il LinkedIn Year in Review. E non è neanche uno dei peggiori.
C’è una specie di cozza che sta invadendo e inquinando i laghi di mezzo mondo Si chiama cozza quagga e ha già fatto parecchi danni nei Grandi Laghi americani, nel lago di Ginevra e adesso è arrivata anche in Irlanda del Nord.

Le persone trans non riescono a lasciare l’Ucraina

23 Marzo 2022

Secondo quanto riporta Euronewsdall’inizio della guerra in Ucraina sarebbero moltissime le segnalazioni di persone transessuali che non riescono a lasciare il Paese. Molte vengono fermate al confine, al momento del controllo dei documenti: il problema starebbe nel fatto che il sesso indicato sui documenti d’identificazione non corrisponde con il sesso dichiarato agli agenti della polizia di frontiera.

Un problema che tocca sia le donne che gli uomini transgender, ma che per le prime si aggrava a causa della legge marziale imposta dal governo ucraino praticamente dall’inizio dell’invasione russa. Stando alla legge, in questo momento gli uomini ucraini in età da militare non possono lasciare il Paese: il fatto che una donna transgender mostri alle autorità un documento vecchio in cui la si identifica ancora come un uomo, rende la fuga all’estero impossibile. Igor Medvid dell’associazione HPLGBT ha detto che «la situazione è molto difficile perché la comunità Lgbtq+ già prima della guerra si sentiva marginalizzata e discriminata. Molte persone ci hanno raccontato di aver provato ad attraversare il confine, ma la polizia e le guardie decidono in base a quello che leggono sul passaporto… E per noi questo è l’ennesimo esempio di transfobia perpetrata a norma di legge».

Il fatto è che in Ucraina è estremamente difficile ottenere il cambiamento del sesso riportato sui documenti d’identità. Fino al 2017, prima di intraprendere il percorso di transizione, i transgender ucraini erano costretti a passare del tempo sotto osservazione in un istituto psichiatrico. Questo obbligo oggi non esiste più, ma le difficoltà restano: per ottenere la modifica dei documenti bisogna oggi sottoporsi a una valutazione psichiatrica (la quale può anche concludersi con la decisione di ricovero in un istituto) e, in ogni caso, dimostrare di essersi sottoposti a un “intervento medico irreversibile”. È per questo che molte persone trans in Ucraina stanno ricorrendo a misure estreme pur di riuscire ad andarsene: alcuni distruggono i documenti e provano a passare il confine senza, altri cercano di corrompere le forze dell’ordine. Decisioni avventate e controproducenti, dice Anastasiia Yeva Domani, Ceo di Cohort, secondo la quale l’unica cosa sensata da fare è andare nelle città dell’ovest, quelle più lontane dal fronte e attendere (e sperare) la fine dei combattimenti.

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