Joseph Boakai, nonostante l'imbarazzo, si è limitato a spiegargli che sì, ha studiato l'inglese nella sua vita.
Persino Trump adesso dice che la teoria del complotto su Epstein è «una ca**ata»
Potrebbe centrare il fatto che ora è lui quello accusato di essere negli Epstein Files che i suoi sostenitori vogliono vedere pubblicati.

Dopo aver alimentato durante la sua campagna elettorale le paure e le paranoie di parte del suo elettorato suggerendo l’esistenza di un “Deep State” che controlla l’amministrazione statunitense, le teorie del complotto sono tornate a presentare il conto a Donald Trump. Per la prima volta dall’inizio del suo secondo mandato, infatti, parte dei suoi fedelissimi supporter del movimento Maga gli si sono rivoltati contro, criticandolo su Truth dopo un suo post, come documenta un pezzo del Guardian.
L’oggetto del contendere sono i chiacchieratissimi Epstein Files, ovvero una raccolta di documenti cartacei e digitali a metà tra prove di un’inchiesta federale e leggenda urbana. La documentazione farebbe parte dell’inchiesta che ha portato Epstein in carcere con accuse gravissime, tra le quali violenza sessuale su minorenni. All’epoca dell’arresto si sparse la voce dell’esistenza di una lista di amici di Epstein che si recavano periodicamente sulla sua famigerata isola per soddisfare le loro perversioni sessuali approfittando delle giovani vittime dello stesso Epstein. Quando quest’ultimo, detenuto in un carcere federale in attesa di processo, si è suicidato nel 2019, la sua morte ha generato una teoria del complotto ancor più popolare. L’uomo sarebbe stato ucciso dagli immancabili poteri forti, che ne avrebbero inscenato il suicidio per coprire personaggi influentissimi appartenenti una vasta rete globale di pedofili. Una versione dei fatti che la destra americana ha fatto sua, Trump compreso, usandola spesso come argomento in campagna elettorale e nei primi mesi di governo.
Nelle scorse settimane, con il suo consueto stile, Trump ha derubricato l’intera inchiesta come «noiosa», promettendo di pubblicare in futuro gli Epstein Files solo se si fossero dimostrati “autentici”. Nelle scorse ore però ha perso la pazienza, pubblicando un lungo post sul suo account Truth in cui definisce l’intera teoria del complotto su Epstein una «bufala» (bullshit, in originale, che alla lettera sta per “una cazzata”) e si scaglia contro i «deboli» del movimento Maga che credono alle menzogne della sinistra. Secondo Trump, insomma, adesso sarebbero i democratici a plagiare le menti dei «repubblicani più ingenui» per erodere il consenso nei suoi confronti. Leggendo i commenti al suo post scritti da elettori che gli chiedono angosciati «perché copri i pedofili?» si capisce quanto la situazione sia sfuggita di mano anche al Presidente. Persino lui non riesce più a spiegarsi il livello di ossessione di parte del suo elettorato per la lista di Epstein in cui, secondo quanto detto e poi ritrattato dall’ex migliore amico Elon Musk, ci sarebbe pure lui. Trump si è detto a pronto a rinunciare ai voti degli ingenui caduti in quello che ha derubricato come un tranello dell’opposizione, ma il livello di ossessione sviluppato da parte del movimento che lo sostiene è tale che non sembrano esserci facili vie d’uscita all’orizzonte, sia che si pubblichino i file, sia che Trump decida di continuare a mantenerli segreti.

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