Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
The Tiny Project, ovvero vivere in una casa piccolissima


Alek Lisefski è un web designer americano che poco tempo fa era arrivato a non poterne più dei costi della sua abitazione nell’Iowa. Tra le altre cose, Alek è anche appassionato di architettura, spazi all’aria aperta e, dice, «tutto ciò che è naturale e bello». Unendo l’utile al dilettevole ha creato The Tiny Project, la cui idea essenziale è: rendiamo le case strutture piccole, agili e in grado di muoversi. E risparmiamo.
Persuaso dalla necessità di rendere il progetto realtà, ha costruito la sua “tiny house” a partire da un rimorchio, senza contravvenire alla legislazione americana in materia di trasporto (e limitando, quindi, le dimensioni dello pseudo-caravan a 2,5 metri di larghezza per 4 di altezza). Dopo aver convinto al trasloco la sua ragazza, Anjali, Lisefski è partito alla volta della California, dove i due vivono attualmente, spostandosi di frequente. «Senza spazio per accumulare cose e nascondermi dal mondo, sarò costretto a passare più tempo all’aria aperta», ha scritto il designer sul sito dell’iniziativa.
Oggi The Tiny Project è una realtà affermata, per così dire, e vende anche piani di costruzione per chi volesse cimentarsi nell’impresa di costruire una casa a misura d’uomo. Nel senso letterale dell’espressione.
Alla casa di Alek e Anjali sul sito del progetto è dedicata una photogallery, che dimostra quanto – a dispetto del poco spazio – all’abitazione non manchi davvero nulla.


Nelle foto: la “tiny house” progettata e costruita da Alek Lisefski.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.