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Le dimensioni del massacro in Sudan sono visibili nelle immagini satellitari Il Paese è devastato dal 2023 da una sanguinosa guerra civile su base etnica scatenata dalle Forze di Supporto Rapido (RSF).
Il colpo più duro all’ex principe Andrea non è stata la revoca del titolo, ma il linguaggio usato nel comunicato ufficiale Gli esperti sono rimasti scioccati dal linguaggio “brutale” utilizzato da Buckingham Palace per annunciare che Andrea non sarà più principe.
L’operazione anti narcos a Rio de Janeiro è stata la più sanguinosa nella storia della città 2.500 agenti delle forze speciali brasiliane hanno attaccato il noto gruppo di narcotrafficanti Commando rosso, provocando 138 morti.
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Il complicato mondo di Mrs. Maisel

La serie di Amazon racconta la storia di una casalinga che diventa stand-up comedian negli anni '50. Ed è più contemporanea di quello che sembra.

04 Gennaio 2018

Quando abbiamo rivisto le ragazze Gilmore alla fine del 2016 nell’atteso sequel di Una mamma per amica, ci siamo accorti di quanto Rory e Lorelai fossero, irrimediabilmente, invecchiate. Di quanto la loro città e i suoi abitanti facessero parte di un immaginario ormai superato, il cui ottimismo di fondo, soprattutto, sembrava non rispecchiare più lo spirito del tempo, abituati come siamo oggi a personaggi complessi, sfaccettati, calati nel mondo reale al punto da costituire dei paradigmi generazionali senza quasi bisogno di astrazione. Ciò non toglie, però, che A Year In The Life abbia raggiunto la dimensione del fenomeno, perché la scrittura televisiva dei coniugi Palladino ci ha regalato, comunque, il miglior ritorno a Stars Hollow che potessimo immaginare. E a dimostrazione della loro lungimiranza creativa è arrivato recentemente su Amazon Prime VideoThe Marvelous Mrs. Maisel, la nuova serie firmata da Amy-Sherman (e prodotta insieme al marito Daniel Palladino) che racconta la storia di una bizzarra casalinga ebrea che, sul finire degli anni Cinquanta, scopre la sua vocazione di stand-up comedian.

Miriam “Midge” Maisel, interpretata dalla strepitosa Rachel Brosnahan, ha ventisei anni, ha studiato Letteratura russa all’università ed è sposata con Joel (Michael Zegen), che lavora controvoglia nell’azienda del padre. La loro vita coniugale sembra la cartolina perfetta della famiglia rampante di quegli anni: hanno due bambini, uno spazioso appartamento nell’Upper West Side con tanto di portiere e addetto all’ascensore in divisa, e quando possono scappano al Gaslight Café, un fumoso club nel Greenwich Village dove Joel fa le prove per diventare comico professionista, locale che rappresenta bene la scena creativa del periodo. In realtà, Joel recita senza particolare bravura un monologo copiato nientemeno che dal grande comico Bob Newhart, con grande disappunto della persona che assegna gli spot agli aspiranti artisti, la burbera Susie (Alex Borstein), nient’affatto impressionata dal suo charme ma piuttosto incuriosita da quella moglie che ogni volta gli assicura un posto a suon di arrosti e altre prelibatezze culinarie.

Dal canto suo, Midge è la casalinga anni Cinquanta: la sua casa dai toni pastello è sempre linda e strigliata, il suo forno sempre acceso e le sue gonne a corolla Dior sempre en-pendant con guanti, cappello e cappotto, i suoi fianchi, polpacci e caviglie non sono aumentati di un millimetro dal giorno del matrimonio, risultato di cui lei si assicura quotidianamente misurandosi con un metro. Fa finta di addormentarsi completamente truccata e quando il marito inizia a russare corre veloce in bagno a indossare i bigodini, togliere il trucco e passarsi la maschera per il viso, liberandosi solo in quel momento dalla costrizione del reggiseno. Ritorna quindi a letto, non prima di essersi assicurata di lasciare uno spiraglio di luce per svegliarsi prima di Joel e imbellettarsi daccapo, sia mai che il marito la veda con i capelli in disordine o gli occhi assonnati. «I woke up like this», direbbe Beyoncé. Come Rory, Lorelai ed Emily prima di lei, anche Midge è una dalla battuta facile, e anche lei viene da un ambiente privilegiato. Suo padre, infatti, è un matematico e professore universitario che esercita con la convinzione dell’uomo onesto il suo ruolo da patriarca, sempre supportato dalla moglie, anche lei casalinga adepta al culto dei tailleur di Coco Chanel, della routine di bellezza carbonara e della misurazione giornaliera di cosce e polpacci. È il mondo in cui sono nate, d’altronde, a volerle così.

Mrs Meisel 2

La bravura di Palladino, però, sta nel costruire personaggi che, proprio perché rinchiusi in stereotipi zuccherosi, vengono continuamente messi alla prova dagli eventi. Così succede che una sera Joel fa un set disastroso al Gaslight e rimane talmente ferito nel suo ego da decidere di andarsene di casa, seguendo il meno originale dei copioni e rivelando così all’incredula moglie l’immancabile affaire con la segretaria. È l’inizio di tutto. Novella Cenerentola a Parigi in versione comédienne, la protagonista si ritrova ubriaca sul palco del Gaslight, con il cerchietto in testa, la borsetta stretta ai fianchi e i guanti d’ordinanza, a sciorinare al pubblico divertito quel disastro che è la sua vita perfetta. Susie intuisce subito che il vero diamante grezzo è lei, la moglie degli arrosti prelibati e dei contenitori in Pyrex, la misuratrice seriale di circonferenze, la giovane newyorkese che non sa cosa succede al di là dei pesanti portoni decorati del suo palazzo borghese. La loro avventura nel mondo della stand-up comedy dominato dagli uomini – quel “boys’ club” di cui si è parlato tanto dopo la vicenda di Louis CK – sarà un susseguirsi di alti e bassi, di slot in orari improbabili in locali tutt’altro che rinomati, di insperati alleati (uno su tutti, Lenny Bruce) e tanti, prevedibilissimi, nemici. Impagabili le citazioni alle grandi comiche che hanno ispirato il personaggio principale, Joan Rivers e Phyllis Diller.

Tra il glamour dei costumi (su Amazon Fashion c’è un’intera sezione dedicata ai look di Midge) e una colonna sonora di classici, The Marvelous Mrs. Maisel è la storia di una donna che impara ad ascoltare la sua voce, dopo essersi resa conto all’improvviso di averne una. Insieme a lei – che tornerà a vivere dai suoi, si troverà un lavoro al banco del make-up in un grande magazzino del lusso, dovrà confrontarsi con il suo ruolo di madre single, «E se non fossi destinata a essere una madre? Anche se sono nata con tutta l’attrezzatura?», si chiede in uno dei suoi monologhi – si trasformeranno anche tutte le persone che la circondano, da Joel, anche lui intrappolato in un modello di mascolinità che non lo rappresenta, ai genitori di lei, che vedono il mondo cambiare sotto i loro occhi alla soglia degli anni Sessanta. Alla fine, Midge troverà anche un nome per la nuova versione di se stessa e, soprattutto, per quella donna che ogni sera sale sul palco per far ridere il pubblico che non avrebbe mai pensato di avere.

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