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02:59 lunedì 16 giugno 2025
Dua Lipa e Callum Turner si sono innamorati grazie a Trust di Hernan Diaz Il premio Pulitzer 2023 è stato l'argomento della prima chiacchierata della loro relazione, ha rivelato la pop star.
In dieci anni una città spagnola ha perso tutte le sue spiagge per colpa della crisi climatica  A Montgat, Barcellona, non ci sono più le spiagge e nemmeno i turisti, un danno di un milione di euro all’anno per l'economia locale.
Ai Grammy dal 2026 si premierà anche l’album con la migliore copertina È una delle tante novità annunciate dalla Record Academy per la cerimonia dell'anno prossimo, che si terrà l'1 febbraio.
Ronja, la prima e unica serie animata dello Studio Ghibli, verrà trasmessa dalla Rai Ispirata dall’omonimo romanzo dell’autrice di Pippi Calzelunghe, è stata diretta dal figlio di Hayao Miyazaki, Goro. 
Ogni volta che scoppia un conflitto con l’Iran, viene preso come ufficiale un account dell’esercito iraniano che però non è ufficiale Si chiama Iran Military, ha più di 600 mila follower ma non ha nulla a che fare con le forze armate iraniane.
L’unico sopravvissuto al disastro aereo in India non ha idea di come sia riuscito a salvarsi Dopo l’impatto, Vishwash Kumar Ramesh ha ripreso i sensi in mezzo alle macerie: i soccorritori l’hanno trovato mentre cercava il fratello.
L’Egitto sta espellendo tutti gli attivisti arrivati al Cairo per unirsi alla Marcia mondiale per Gaza I fermati e gli espulsi sono già più di un centinaio e tra loro ci sono anche diversi italiani.
Per ricordare Brian Wilson, Vulture ha pubblicato un estratto del suo bellissimo memoir Si intitola I Am Brian Wilson ed è uscito nel 2016. In Italia, purtroppo, è ancora inedito.

Possiamo fare a meno degli album?

Dancehall di The Blaze è una delusione rispetto ai singoli che ci avevano invece esaltato. E non è l'unico caso.

28 Settembre 2018

Un po’ come Liberato, i misteriosi The Blaze si sono fatti conoscere grazie a un paio di video, apparsi con un lungo intervallo di tempo tra l’uno e l’altro (un po’ come se tra “9 maggio” e “Tu t’e scurdat’ ‘e me” fosse passato un anno). “Virile” compare su Youtube a gennaio del 2016, “Territory” viene pubblicato a febbraio del 2017. Come sottolinea Aimee Cilff in un ritratto-intervista pubblicato su The Fader (a differenza di Liberato, a un certo punto i The Blaze hanno rivelato la loro identità: sono due cugini francesi, Guillaume e Jonathan Alric) entrambi i video, diretti da loro stessi, raccontano momenti di intimità tra uomini. Sono permeati, aggiungo io, di quello che potremmo chiamare “romanticismo contemporaneo”: abbondano di immagini di persone sole davanti a vasti paesaggi urbani (scintillanti nella notte o dorati dalla luce dell’alba/del tramonto). E poi scene di gruppo sapientemente architettate, e una sofisticata combinazione tra musica e immagini, che raggiunge l’apice nella scena di “Territory” in cui i pugni scagliati del ragazzo coincidono perfettamente con la linea del synth.

“Virile” potrebbe essere una storia di “bromance” o il racconto della nascita di un amore gay (all’inizio compare una frase di Nat King Cole: «You call it madness but I call it love»). In un appartamento della banlieu parigina, due ragazzi si fanno una canna, ballano, ridono, lottano. Capire che tipo di rapporto lega i  protagonisti non è poi così importante: quello che conta è la tensione sprigionata dalla loro connessione. Il video di “Territory”, ulteriormente cinematografico, potrebbe benissimo essere un trailer: è la storia del ritorno ad Algeri di un ragazzo che, si intuisce, ormai vive in Francia da diversi anni. Per girarlo ci sono voluti 6 mesi e basta guardarlo per capire perché: è impeccabile in ogni suo dettaglio, praticamente un mini-film.

Una scena di “Territory”, The Blaze

A questi due singoli è seguito un ep, poi un altro singolo, “Heaven“, con un video bellissimo ma meno potente (forse perché avevamo già visto gli altri due, ma anche perché quell’estetica da “periferia patinata”, luci crepuscolari, neon e scene di gruppo – amici che fumano, ballano, cazzeggiano – introdotta dai The Blaze si è poi diffusa anche in Italia, soprattutto tra i video diretti da Francesco Lettieri per Liberato, compresi “Gaiola portafortuna”, “Me staje appennenn’ amò” e gli ultimi due) e “Queens“, il più recente (4 settembre), una specie di “Virile” al femminile, decisamente più drammatico e violento.

Il 7 settembre è arrivato Dancehall, il loro primo, attesissimo disco. C’è un problema: è un album molto più debole di quanto ci saremmo aspettati. Riassumendo il concetto espresso da Pitchfork nella recensione (negativa) del loro primo ep, i cugini mostrano tutta la loro potenza nei cortometraggi, in cui la musica, unita alle immagini, conduce i protagonisti – così come lo spettatore/ascoltatore – verso una catarsi profonda. Ma senza l’aiuto dei video, la loro musica perde una parte importante delle sue sfumature. Ecco, questo discorso vale ancora di più per il loro nuovo album, valutato con lo scarso punteggio di 5,7. Qui potete leggere la recensione di Pitchfork, ed è vero, le tracce dell’album sono piatte e ripetitive.

Viene voglia di chiedersi se anche un disco di Liberato, se mai dovesse vedere la luce, risulterebbe deludente. Ma il punto è proprio quello: forse il nostro sarà così intelligente da evitare la trappola dell’album, continuando a sfornare video che valgono in sé stessi e non necessitano di essere raggruppati o accompagnati da brani “minori”. Se pensiamo al modo fluido e potenzialmente illimitato in cui ci siamo abituati ad ascoltare la musica oggi (non abbiamo più bisogno di scegliere “fisicamente” un disco, una cassetta, un cd) il concetto dell’album risulta superfluo. Certo, quando le tracce, tutte insieme, sono in grado di creare un’atmosfera e una narrazione efficace, siamo ancora contenti. Ma il successo dei visual album (da Kanye West a Beyoncé, fino al meno convincente Dirty Computer di Janelle Monae) e dei video-singoli di musicisti come The Blaze e Liberato, in cui non vi è quasi soluzione di continuità tra musica e immagini, dimostrano che sarebbe interessante, per certi artisti, iniziare a trovare dei modi per liberarsi dalle costrizioni del disco e affidarsi soltanto ai nuovi formati.

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