Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Il ritorno del Tamagotchi
Sono passati vent’anni – sì, vent’anni – dall’invasione di uno dei prodotti giapponesi che hanno segnato irrimediabilmente gli anni Novanta: il Tamagotchi, presentato da Bandai Namco nel 1996, come tutti saprete era un piccolo strumento elettronico dotato di un micro-schermo su cui appariva una creaturina dalla grafica spartana di cui prendersi cura. La mania del Tamagotchi, diffusa a ogni latitudine, ha unito una generazione e scatenato polemiche indimenticabili, come quando il capogruppo dei Verdi nel Lazio, Angelo Bonelli, ne ha chiesto il sequestro in blocco («Sequestrate quel pulcino, è un giocattolo incubo», per citare i giornali dell’epoca).

Oggi Bandai ha deciso un revival del marchio, presentando una nuova versione del gioco, comprensiva dei suoi sei personaggi protagonisti e di una dimensione molto ridotta dell’hardware, grande circa la metà dell’originale del ’96, ma dotato dello stesso design. L’oggetto degli anni Novanta, negli anni, era diventato una specie di reliquia, e si trovava in vendita su Amazon per cifre che raggiungevano le centinaia di dollari, come riporta Mashable (il prezzo originale del 1997 era 18 dollari). Il nuovo Tamagotchi sarà in vendita a 13 dollari, ma per ora si trova soltanto nei negozi giapponesi, già presi d’assalto.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.