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Stephen King ha scritto una recensione entusiastica di Baby Reindeer

«Non posso credere che mi abbiano pagato per scrivere di una serie così bella, ma l’hanno fatto»: queste le parole postate su X dall’autore della recensione di Baby Reindeer uscita sul London Times. Ad aver esaltato chiunque abbia letto questo post, è il fatto che l’autore in questione non è un diciottenne aspirante critico cinematografico, ma Stephen King. Il re dell’horror si è anche premurato di sottolineare che non l’ha guardata gratis, ma pagando regolarmente Netflix, come tutti noi comuni mortali. Ha concluso il post con la classica emoji da boomer che si sbellica dalle risate (tutto regolare: l’autore di It e Shining ha 76 anni).

In effetti, in tanti, guardando la potentissima serie di Richard Gadd (la nostra, di recensione, la trovate qui, mentre qui abbiamo parlato della “caccia” alla vera Martha scattata sui social), hanno citato il suo romanzo Misery, da cui è stato tratto il film del 1991 di Rob Reiner, Misery non deve morire. Anche lì c’è un uomo, Paul Sheldon, che si ritrova vittima di una donna, Annie Wilkes, che in questo caso non si “limita” a stalkerarlo, ma lo rapisce e, letteralmente, lo tiene prigioniero in casa sua.

Nella sua recensione King confronta la serie e il suo romanzo, identificando differenze e similitudini. Poi elogia la densità degli episodi della serie: «A differenza della maggior parte degli episodi delle serie in streaming, che possono sembrare gonfiati fino a raggiungere 50 minuti – o anche di più – gli episodi di Baby Reindeer, ciascuno di circa 30 minuti, sono come brevi e veloci coltellate inflitte da un coltello molto affilato», scrive King. E continua affermando che il penultimo episodio è «una delle cose migliori che abbia mai visto in televisione (o nei film, del resto)».