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11:55 sabato 15 novembre 2025
In Cina Wong Kar-wai è al centro di uno scandalo perché il suo assistente personale lo ha accusato di trattarlo male Gu Er (pseudonimo di Cheng Junnian) ha detto che Kar-wai lo pagava poco, lo faceva lavorare tantissimo e lo insultava anche, in maniera del tutto gratuita.
In Giappone un’azienda si è inventata i macho caregiver, dei culturisti che fanno da badanti agli anziani Un'iniziativa che dovrebbe attrarre giovani lavoratori verso una professione in forte crisi: in Giappone ci sono infatti troppi anziani e troppi pochi caregiver.
Rosalía ha condiviso su Instagram un meme buongiornissimo in cui ci sono lei e Valeria Marini  Cielo azzurro, nuvole, candele, tazza di caffè, Rosalia suora e Valeria Marini estasiata: «Non sono una santa, però sono blessed», si legge nel meme.
Hideo Kojima si è “giustificato” per la sua foto al Lucca Comics con Zerocalcare dicendo che l’ha fatta senza sapere chi fosse Zerocalcare Non c’era alcuna «intenzione di esprimere sostegno a nessuna opinione o posizione» da parte di Kojima, si legge nel comunicato stampa della Kojima Productions.
Anche Charli XCX si è messa a scrivere su Substack Il suo primo post si intitola "Running on the spot of a dream" e parla di blocco della scrittrice/musicista/artista.
A poche ore dalla vittoria al Booker Prize è stato annunciato che Nella carne di David Szalay diventerà un film Ad acquisire i diritti di trasposizione del romanzo sono stati i produttori di Conclave, noti per il loro fiuto in fatto di adattamenti letterari.
Il nuovo film di Tom Ford è già uno dei più attesi del 2026, per tantissime e buonissime ragioni Un progetto che sembra quasi troppo bello per essere vero: l'adattamento di uno dei più amati romanzi di Ann Rice, un cast incredibile, Adele che fa l'esordio da attrice.
Nel primo teaser del Diavolo veste Prada 2 si vede già la reunion di Miranda e Andy Le protagoniste salgono insieme sull’ascensore che porta alla redazione di Runway, riprendendo una scena cult del film originale.

I corpi di Spyros Rennt

Il fotografo rinomato per una rappresentazione senza tabù della sessualità queer e per documentare il mondo Lgbtq+ ci ha raccontato Body Heat, la prima mostra personale in Italia da Spazio Martin a Milano.

12 Novembre 2021

Un anno fa sfogliavo per la prima volta i due libri di Spyros Rennt, Another Excess e Lust Surrender, arrivati con il corriere agli esordi della seconda ondata di Covid. Se di per sé il lavoro di questo giovane fotografo greco, che vive a Berlino da diversi anni, può colpire solo nell’osservare il suo profilo Instagram, una costellazione di visi e di corpi, spesso nudi e sudati, nella bolla pandemica la socialità e la libertà mi sconvolsero. Salotti disordinati, club bui, baci, sesso, le vie deserte di Kreuzberg di notte, spiagge esotiche, tavole imbandite e decine di ragazzi immortalati mentre ballano, bevono, si amano. 

Beach stretch

«Sono profondamente legato alle immagini che creo. Quando si tratta di lavoro personale, mi interessa solo documentare le persone che mi sono vicine o che in qualche modo apprezzo. Sono grato per il fatto che persone interessanti entrino costantemente nella mia vita», ci ha detto Rennt, parlando del rapporto con le sue opere. La prima mostra personale di Rennt in Italia inaugurata ieri presso Spazio Martin a Milano, rappresenta appunto il lavoro d’archivio del fotografo, in cui documenta le proprie esperienze elevando le immagini a potenti messaggi di inclusione e rappresentazione della comunità Lgbtq+ .

“Claudio pulls Mihael up”, Spyros Rennt

“Judy at Adrian’s”, Spyros Rennt

“Lefty’s chest (desire)”

Rennt ha prodotto una serie impressionante di immagini che documentano le sue esperienze personali, un reportage su pellicola di un mondo libero, dei corpi dei suoi amanti, di amici e sconosciuti, ritratti in privato o in pubblico, spessissimo frammenti della scena rave e underground di Berlino. Il cosmo di Rennt viene rappresentato senza il tabù della sessualità queer, in un’attestazione della scena Lgbtq+ con una lente limpida, in cui l’intimità tra i soggetti e lo sguardo dell’autore traspare dalla carta e dallo schermo. Una rappresentazione mai più necessaria di ora in Italia, dove l’esposizione Body Heat sembra un segnale di lotta, un atto di presenza. Se Pasolini definiva il corpo come «una terra non ancora colonizzata dal potere», i corpi di Spyros lo dimostrano. Il concetto di intimità, a cui il sesso e la nudità sono spesso relegati in un fraintendimento che diventa tabù, assume un senso di celebrazione: i corpi celebrano l’identità e la sessualità di chi è fotografato, che sia all’interno di una discoteca gremita, in un bosco umido o tra le mura di una appartamento. «La tolleranza non è ciò a cui miriamo, meritiamo di essere accettati e celebrati» ci ha raccontato il fotografo parlando di come il suo lavoro sia estremamente politico e consapevolmente volto a elevare la comunità, «La comunità Lgbtq+, o almeno i personaggi che documento, si stanno muovendo in mondi invisibili all’occhio del mainstream. Credo nella bellezza e nell’onestà dei miei soggetti». 

Nel 2018 Rennt raccontava infatti a Dazed come la fotografia sia fondamentale nel fisiologico progresso di acquisizione dei diritti Lgbtq+ e parlando del suo paese d’origine, la Grecia, poneva l’accento sulla forza delle immagini per i più giovani: «Tutti sono online, in particolare i giovani queer, che hanno accesso a contenuti visivi prodotti da loro coetanei in tutto il mondo, questo serve da riferimento e ispirazione. La fotografia è, nel bene e nel male, il mezzo artistico più accessibile (tutti hanno una fotocamera sul cellulare) quindi è un ottimo sfogo creativo».

“Andy & Keenen in Harlem”

“Self portrait I”

«Nello spazio nebuloso della sessualità contemporanea, i comportamenti che escono dai margini delle norme sociali sono raramente tabù oggi, eppure continuano a essere riconosciuti come estranei, oscuri e, per troppi, intrinsecamente sbagliati. Il gioioso abbandono della nudità è stato represso dagli standard universali di decenza, per diventare uno stato così spesso riservato alla vita privata delle coppie o agli incontri casuali con estranei nell’oscurità», la premessa di Dan Thawley del libro Another Excess, cristallizza la forza del lavoro del fotografo: con una grazia innata, «né voyeuristica né egocentrica», Rennt cattura un senso di comunità con una sensibilità realistica che fa pensare a Tillmans, nelle tavole sfatte e nelle camere arrabattate, come nelle braccia e nei muscoli che si attorcigliano, o a Nan Goldin, negli after party a casa di chissà chi e negli sguardi intimi dritti in camera. «L’ultima immagine che mostro alla mostra Body Heat a Milano è “Camila at dawn”» ci ha detto Rennt parlando della relazione tra lui e le sue opere, «un ritratto di una donna che ho incontrato a una festa in casa a Berlino la scorsa estate. Ha posato per me con il sole mattutino che le colpiva il viso e il risultato mostra una connessione molto più profonda del tempo in cui ci conoscevamo davvero». 

Body Heat è visibile presso Spazio Martín in Via Alfredo Catalani 35 a Milano fino al 5 dicembre. 

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