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Sick Luke: c’era una volta la trap

Per capire in che direzione andrà la musica del futuro basta ascoltare il primo album da "solista" del produttore della Dark Polo Gang, un lavoro realizzato nel corso di due anni che riunisce 34 artisti mescolando nomi pop, trap e indie.

di Clara Mazzoleni

Foto di Nicholas Fols & Siermond

C’era una volta la trap. Poi è arrivata la pandemia che ha messo in crisi il concetto di musica live, TikTok con le sue hit virali, il sorprendente successo planetario dei Måneskin. I generi si sono mescolati. Quando esplose la febbre della trap, i detrattori si affrettarono a immaginare un futuro molto vicino in cui trapper trentenni, non più freschissimi e con la faccia piena di tatuaggi, si sarebbero aggirati come zombie per le strade senza essere riconosciuti da nessuno. Quel futuro non è ancora arrivato. Due anni fa, durante il lockdown, Luca Antonio Baker, il produttore della Dark Polo Gang, meglio conosciuto come Sick Luke, dev’essersi chiesto cosa fare, se cambiare direzione o continuare a cavalcare l’onda finché durava e deve aver deciso di fare entrambi. Perché l’onda c’è ancora, solo che si è mescolata, e diventata qualcos’altro. Per sfruttarla ha deciso di puntare sull’artista più potente di tutti: se stesso. Alla veneranda età di 27 anni, Sick Luke ha pubblicato il suo primo album “solista”, X2 (uscito il 7 gennaio, è già disco d’oro) che però di solitario ha ben poco, visto che riunisce 34 artisti mescolando pop, rap, indie e trap. Un progetto ambizioso, e infatti in quello che scriveva sui social prima che uscisse non c’era alcuna traccia di modestia: «È da una vita che aspettavo di fare un disco alla Dr. Dre dove chiamare tanti artisti e sperimentare suoni diversi da quelli che tutti conoscono. Nel 2016 ho cambiato la wave musicale e con questo progetto voglio rifare lo stesso».

Foto di Nicholas Fols & Siermond

Per capire quanto la nuova musica creata da Sick Luke sia diversa dalla trap a cui eravamo abituati, basta ascoltare la canzone più strana e bella dell’album, “La strega del frutteto” con Madame e Chiello, ex membro della Fsk. Se con Taxi B e Sapobully, Chiello (che già era considerato quello “emo”) cantava di snitch, coca e pistole, adesso fa il romanticone, tutto magico, poetico e innamorato. Un’altra trasformazione perfettamente riuscita, come dimostra il suo album Oceano Paradiso, che oltre alla canzone con Sick Luke contiene “Quanto ti vorrei“, un pezzo sorprendente, quasi ska, con sassofono finale. A 22 anni Chiello ha già abbandonato la trap per un nuovo tipo di pop, a tratti malinconico, ma anche un po’ elettronico e un po’ post-grunge, un mix ben rappresentato dalla bellissima copertina col giovane pensieroso disegnata da Sofia Samara, un’interpretazione in chiave anime/fanfiction dell’opera “Young Gardener”, realizzata da Orest Kiprensky nel 1817.

La copertina dell’album di Sick Luke invece è semplicissima, lontana dal suo solito immaginario stregonesco, oscuro e magico (rappresentato dal suo simbolo, il farfastrello, un mostrino che è un mix tra farfalla e pipistrello, e anche nel video teaser dell’album, dark e misterioso, così come le foto di Nicholas Fols & Siermond pubblicate sui suoi social), come se questa volta volesse puntare tutto sulla musica e sulle voci degli artisti, mescolati creando combinazioni inaspettate che uniscono indie e trap (Gazelle e Tedua nella carinissima “Notte scura” che apre l’album, Madame e Chiello, Cosmo e Pop X, Gaia e Carl Brave. Nell’ultima canzone, “Libertà”, c’è Duke Montana del Truce Klan, che tra parentesi è suo papà. Non manca niente nella storia di Sick Luke: un padre rapper e giovanissimo (diciottenne quando lui è nato), l’infanzia in America (sono tornati in italia quando Luca aveva 9 anni), l’aneddoto struggente (quando non c’erano soldi dormivano insieme in un monolocale). E poi il successo: nelle interviste dice che ha comprato casa, ora sta comprando uno studio, e ha tutta l’aria di voler continuare a fare musica per un bel po’.