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09:39 venerdì 14 novembre 2025
A poche ore dalla vittoria al Booker Prize è stato annunciato che Nella carne di David Szalay diventerà un film Ad acquisire i diritti di trasposizione del romanzo sono stati i produttori di Conclave, noti per il loro fiuto in fatto di adattamenti letterari.
Il nuovo film di Tom Ford è già uno dei più attesi del 2026, per tantissime e buonissime ragioni Un progetto che sembra quasi troppo bello per essere vero: l'adattamento di uno dei più amati romanzi di Ann Rice, un cast incredibile, Adele che fa l'esordio da attrice.
Nel primo teaser del Diavolo veste Prada 2 si vede già la reunion di Miranda e Andy Le protagoniste salgono insieme sull’ascensore che porta alla redazione di Runway, riprendendo una scena cult del film originale.
L’unica persona ancora convinta che Trump non sapesse niente dei traffici di Epstein è l’addetta stampa della Casa Bianca Nonostante le ultime rivelazioni riguardanti gli Epstein Files, Karoline Leavitt continua a ripetere che «il Presidente non ha fatto nulla di male».
È uscito il primo trailer di Marty Supreme, il film sul ping pong con cui Timothée Chalamet punta a vincere l’Oscar Il film di Josh Safdie è stato accolto con entusiasmo dalla critica e il suo protagonista è già lanciatissimo verso la statuetta per il Miglior attore. 
Da oggi scatta il blocco ai siti porno per i minorenni, solo che al momento non è bloccato niente Dal 12 novembre i portali per adulti devono controllare l'età degli utenti con un sistema esterno e anonimo, che però non è ancora operativo.
È morto Homayoun Ershadi, leggendario attore iraniano che Abbas Kiarostami scoprì a un semaforo Il suo ruolo ne Il sapore della ciliegia lanciò una carriera iniziata per caso: nonostante il successo, non si è mai sentito un vero attore.
Papa Leone XIV ha rivelato i suoi quattro film preferiti e tra questi non ci sono né ConclaveThe Young Pope E neanche Habemus Papam e I due Papi né nessun altro film che parli di Papi.

Settimane della moda — Londra

Iniziano in questi giorni le sfilate maschili: in Inghilterra J. W. Anderson si conferma e sorprende con una passerella in streaming su Grindr.

11 Gennaio 2016

J.W.Anderson - Runway - London Collections Men AW16Come da consuetudine ormai da quattro anni a questa parte, la moda maschile ha inaugurato la stagione per l’Autunno-Inverno 2016 con la rassegna London Collections Men, che l’11 gennaio passerà il testimone all’89esima edizione di Pitti Uomo a Firenze, prima di arrivare a Milano e Parigi. Un calendario fitto di eventi e sfilate, in cui (pochi) nomi conosciuti al grande pubblico – Burberry, Paul Smith, Alexander McQueen, per citarne alcuni – dividono il palcoscenico con marchi più giovani dall’estetica variegata ma sempre squisitamente londinese. Christopher Kane, Nasir Mazhar, Sibling, Topman, Craig Green e Martin Rose: le sfilate e presentazioni da tenere d’occhio sono tante, tra conferme e nuovi arrivati. Se c’è un nome, però, che il sistema moda britannico è riuscito a imporre al mercato e alla stampa negli ultimi anni con prepotente efficacia, è sicuramente quello di Jonathan Anderson, la mente creativa dietro J.W. Anderson.

Fresco di premio al British Fashion Award come miglior designer sia per l’abbigliamento maschile che per quello femminile – durante la stessa cerimonia dello scorso novembre, Alessandro Michele ha vinto l’International Design Award per il suo lavoro da Gucci – quella del 31enne Jonathan è una storia di successo e velocità. Dopo la laurea nel 2005 presso il London College of Fashion, nel 2008 fonda il marchio che porta il suo nome e presenta una collezione di soli accessori maschili, cui seguirà nel 2010 una collezione femminile, mentre la stampa non fa altro che parlare di lui come del prossimo grande nome della moda made in Uk. Fa incetta di premi ai British Fashion Awards, a dimostrazione di quanto l’intero sistema punti su di lui: nel 2012 viene indicato come talento emergente nel ready to wear; nel 2013 vince nella categoria New Establishment Award, che premia i giovani marchi che hanno saputo consolidarsi, e nel 2014 si aggiudica lo scettro di miglior designer di menswear. Nota a margine: i riconoscimenti significano sponsorizzazioni e supporto economico per il marchio, cosa che permette a J.W. Anderson di diventare un piccolo grande caso di successo, sia di critica che commerciale. Nel 2013, inoltre, si guadagna la nomina di direttore creativo di LOEWE, marchio spagnolo specializzato in pelli pregiate appartenente alla conglomerata del lusso LVMH.

Jonathan Anderson è «un pioniere di idee», ha scritto Lauren Cochrane sul Guardian

Nel 2015, come già ricordato, gli vengono assegnati entrambi i premi maggiori, cosa mai accaduta in precedenza: in molti hanno scritto che il motivo è la sua concezione di moda, dove le collezioni uomo e donna si richiamano fortemente fra loro, nel solco di quella fluidità di genere di cui Miuccia Prada è stata maestra (tra l’altro, subito dopo la laurea, Anderson ha lavorato come visual merchandiser da Prada al fianco di Manuela Pavesi). Un altro motivo è la sua voglia di sorprendere: non è uno stilista che ama crogiolarsi nei suoi stilemi, anzi i suoi sforzi di spingersi al massimo sono evidenti, quando anche non sempre portano a risultati convincenti. Jonathan Anderson è «un pioniere di idee», ha scritto Lauren Cochrane sul  Guardian all’indomani del premio: è stato il primo, ad esempio, a spostare la lancetta sugli anni ’80 quando tutti erano ancora impegnati nella loro personale rivisitazione del ritorno degli anni ’70.  Non ha fatto eccezione la collezione per l’Autunno-Inverno 2016 presentata nella mattinata di domenica a Londra e andata per la prima volta in streaming su Grindr, l’app di incontri dedicata ai gay. Lo streaming delle sfilate è tutt’altro che inusuale, ma la scelta della piattaforma è sembrata a molti quantomeno singolare: non a Jonathan, però, che nel backstage ha dichiarato: «Per me [utilizzare Grindr] ha significato raggiungere 196 paesi diversi in un solo momento. È stupefacente essere in grado di arrivare a sette milioni di persone in una sola volta. Credo sia importante per i marchi esplorare i nuovi media (…) e poi non vedo tutta questa differenza fra Grindr, Tinder e Instagram».

J.W.Anderson - Runway - London Collections Men AW16La collaborazione non nasce dal nulla: nell’autunno scorso Grindr è passato sotto l’egida di PR Consulting, potente agenzia pubblicitaria che rappresenta molti marchi di prim’ordine, fra cui Acne Studios, Dior, Dries Van Noten, Louis Vuitton e, naturalmente, J. W. Anderson. L’incontro fra le due realtà si può interpretare, da una parte, come il tentativo di Grindr di ridisegnarsi come un universo più ampio di una “semplice” hook-up app e dall’altra, quello di Anderson di sperimentare con i nuovi media, passaggio oggi obbligatorio nella costruzione dell’identità di un brand. E la motivazione della scelta è tanto candida quanto provocatoria, quasi a dire, perché perdere tempo nella realtà falsata di Instagram quando Grindr – in ultima istanza – ci fornisce la stessa identica cosa senza inutili sovrastrutture?

Lo abbiamo detto, Anderson non è uno a cui piace perdere tempo, mai. Se gli altri stilisti arrancano dietro al numero di collezioni da produrre nell’arco di un anno, lui riesce abilmente a dividersi fra due marchi: tra due settimane sarà di scena a Parigi con LOEWE, collezione di cui ha già scattato la campagna, mentre a fine febbraio sarà il momento del womenswear, e anche qui per Anderson la questione è conclusa con ampio anticipo. La velocità, d’altronde, era anche il tema dello show di Londra: dalle lunghe zip alle sneakers da boxeur, dai vezzosi completi pigiama ai maxi cardigan, i suoi ragazzi hanno dato il via alla sfilata mentre ancora gli ospiti stavano prendendo posto e altrettanto velocemente sono ritornati dietro le quinte. A chi tentava di fare una foto da postare su Instagram sarà parso di intravedere delle lumache qui e là, su giacche, cappotti e pantaloni: cosa mai significheranno in quel contesto gli animali simbolo per eccellenza di lentezza? Sono red herrings, specifica lo stilista, ovvero falsi indizi: non è necessario d’altronde che tutto ciò che si vede in passerella abbia una spiegazione.

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