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Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione delle città Negli ultimi dieci anni più di 100 strade sono state chiuse al traffico e l'inquinamento è calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

Ruby d’altri tempi

Dove si ispirò – pur inconsciamente – Berlusconi per creare il mito di Ruby, nipote di Mubarak? Forse a un film del '71, con una starlette ciociara.

16 Maggio 2013

Pyramidal! Finalmente oltre gli aspetti forensi e giuridici si è capito dove Berlusconi – forse inconsciamente – trovò la magnifica storia estemporanea della nipote di Mubarak. Non da letture tardive di Edward Said o da intense trattative diplomatiche con il Cairo, ma chiaramente dal film Basta guardarla, opera (1971) indimenticata di Luciano Salce, meritoriamente ri-proiettata a Roma alla Sala Trevi qualche settimana fa da Marco Giusti. Qui, protagonista, una Maria Grazia Buccella supermaggiorata che fa una Ruby di provincia (sebbene ciociara e non egizia) di gran cuore, che passa tante peripezie, mantenendo sempre però la sua purezza pur in presenza di un pigmalione – apparentemente – molto arrembante.

Dalla ruralità (nipote di un pio sacerdote di Copparola di Sotto) la Buccella man mano che sale le scale del successo e passa attraverso vicende da Satyricon, cambia e affina nomi: prima Richetta (Enrichetta), raccoglitrice di cicoria, poi Erica, poi finalmente Erika (con la kappa) e di cognome Rikk, al momento di diventare massima star. La trasformazione avviene secondo il solito meccanismo Pigmalione-My fair lady, grazie all’ausilio di un Pippo Franco-Danilo, platinato coreografo (che non assomiglia per niente a Lele Mora).

Erica, abbandonando lo zio prete, si imbatte in Silver Boi, cantante confidenziale e melodico, “ugola d’oro di Caltagirone”, che batte le campagne con il suo hit “Tre rose”, con pubblici sempre più agresti e rassegnati; e la compagna finta sciantosa sedicente iberica (in realtà brianzola e vendicativa) Marisa do Sol (Mariangela Melato).

Ma dopo la torrida e infelice storia d’amore con Silver Boi, Erica approderà infine alla corte di Farfarello, re del varietà cafone, vecchio arnese dell’avanspettacolo, sorta di proto-Pingitore famoso per piegare ogni epos a humor da osteria: spettacoli ispirati all’antica Roma (“Cesare cos’ha oggi la tua cavalla? Eh, Oggi è nervosa perché gli hanno rotto la biga”; ritornello: “La biga-la biga”) e alla fantascienza (“col razzo-col razzo che arriviamo su Venere”). Farfarello (interpretato da Luciano Salce stesso, dopo che Tognazzi ebbe rifiutato la parte), è un vecchio marpione di potere; fantasioso conoscitore dell’italiano (sbaglia tutti i modi di dire, dice cose come“mi tolga un dubbio atletico”, “io e lui come genere siamo completamente agli antilopi”) ma soprattutto famoso per il presunto appetito sessuale; non c’è starlette che non paghi lo scotto. In realtà poi si scopre un tenero patto con la consorte, tenuta a irrompere sempre sulla scena prima che avvenga l’irreparabile, a mascherare una vergognosa impotenza (in tempi pre-Cialis e Viagra).

La moglie è poi Pola Prima, vedette della compagnia; una Franca Valeri lisergica, reduce da lifting sbagliato o caricatura di lifting, contraltare a Wanda Osiris e al suo Sentimental; ma qui interpreta invece un più istruttivo Pyramidal: balletto a sfondo archeologico, in cui scendendo le scale canta trionfale: Pyramidal/Il mio fascino egizio/non nasconde artifizio/Tutto il mondo lo sa.

(Poi parte il riff che fa così: tutanka-tutanka-tutti in camera la vengono a trovar). Erika Rikk di fronte a tale spettacolo riflette sull’arte che imita la vita – e viceversa. E alle profferte dell’anziano mentore preferirà il vero amore. È – evidentemente – ragazza di purezza ciociara, e non di furbizia orientale.

Nell’immagine, Ruby al Ballo di Vienna del 2011, Andreas Rentz/Getty Images

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