L'immagine, pubblicata e poi cancellata dai social di Kojima, ha fatto arrabbiare prima gli utenti turchi, poi quelli italiani, per motivi abbastanza assurdi.
Ross, il primo avvocato robot assunto da uno studio legale
Ross, la prima intelligenza artificiale sviluppata per comprendere e affrontare le cause legali, ha trovato un lavoro: la Baker & Hostetler, una delle principali aziende legali americane, ne ha acquisito la licenza per gestire i processi di bancarotta. Ross è basato sulle tecnologie di Watson, il “computer cognitivo” di Ibm, ed è programmato per leggere e comprendere il linguaggio degli avvocati, porre ipotesi, fare ricerche su casi analoghi e arrivare a responsi. In uno scenario molto asimoviano, l’Ia è inoltre in grado di imparare con l’esperienza, migliorando la sua velocità d’esecuzione col passare del tempo.
Una descrizione sul sito della tecnologia recita: «Gli poni le tue domande in inglese semplice, come faresti con un collega, e poi Ross passa in rassegna l’intero corpus legale e ti dà una risposta contenente una citazione e letture a tema a partire dalle leggi, dai precedenti legali e dalle fonti secondarie per metterti velocemente in moto». «Inoltre», si legge, «Ross monitora la sfera legale senza interruzioni per notificarti di eventuali nuovi verdetti che possono interessare il tuo caso». Il Ceo di Baker & Hostetler Andrew Arruda ha rivelato che il suo studio non è l’unico ad aver stretto un accordo con Ibm per l’uso dell’intelligenza artificiale, e altre aziende faranno annunci in tal senso nelle prossime settimane.
Etsy Witches, witchtok, gli antri su Instagram e le fattucchiere di Facebook. Per quanto maldestre e talvolta in malafede, le streghe online ci dicono come sta cambiando il nostro rapporto con internet e con la realtà.
Il caso SocialMediaGirls scoppiato in seguito alla denuncia della giornalista Francesca Barra è solo l'ultimo di una ormai lunga serie di scandali simili. Tutti prova del fatto che se non regolamentata, la tecnologia può solo fare danni.