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13:53 mercoledì 26 novembre 2025
Nel primo teaser del nuovo Scrubs c’è la reunion di (quasi) tutto il cast originale J.D., Turk, Elliot e anche il dottor Cox al Sacro cuore dopo 15 anni, invecchiati e alle prese con una nuova generazione di medici. Ma c'è una grave assenza che i fan stanno già sottolineando.
Anche il Vaticano ha recensito entusiasticamente il nuovo album di Rosalía José Tolentino de Mendonça, prefetto per il Dicastero per la Cultura e l’educazione del Vaticano, ha definito Lux «una risposta a un bisogno profondo nella cultura contemporanea».
La nuova funzione di geolocalizzazione di X si sta rivelando un serio problema per i politici Non è facile spiegare come mai i più entusiasti sostenitori di Donald Trump postino dall'India o dalla Nigeria, per esempio.
Gli Oasis hanno detto che adesso che il reunion tour è finito si prenderanno una pausa di riflessione Ovviamente, sono già partite le indiscrezioni: si separano di nuovo? Faranno un nuovo tour? Stanno lavorando a un nuovo album?
Il Grande Museo Egizio di Giza ha appena aperto ma ha già un grave problema di overtourism A nulla è servito il limite di 20 mila biglietti disponibili al giorno: i turisti sono già troppi e il Museo adesso deve trovare una soluzione.
È morto Jimmy Cliff, l’uomo che ha fatto scoprire il reggae al mondo Aveva 81 anni e senza di lui non sarebbe esistito il reggae per come lo conosciamo oggi. Anche Bob Marley deve a lui il suo successo.
Gli elettori di Ompundja, Namibia, sono così contenti del consigliere regionale Adolf Hitler Uunona che lo rieleggeranno Si vota il 26 novembre e il politico dallo sfortunato nome è praticamente certo di essere rieletto nel consiglio regionale dell'Oshana.
Edoardo e Angelo Zegna: la quarta generazione della famiglia Zegna diventa Co-Ceo del brand Ermenegildo Zegna, nipote del fondatore del marchio, si sofferma sull'importanza come leader del guardare avanti impegnandosi a formare la prossima generazione di leadership

Questa è la situazione dei ricoverati per Coronavirus negli ospedali d’Europa

23 Ottobre 2020

Quando, a settembre, la seconda ondata di Coronavirus ha iniziato a colpire l’Europa, gli ospedali sono stati risparmiati dall’afflusso massiccio di pazienti affetti da Covid-19 che li aveva travolti la scorsa primavera. Anche per questo motivo, in molti si sono convinti che il virus si fosse indebolito o che, arrivando a fasce di popolazione più ampie e meno vulnerabili, avrebbe fatto meno danni rispetto a qualche mese prima. Sono bastate poche settimane, però, per capire che il virus non ha affatto rallentato la sua corsa, ma che anzi stiamo registrando, in Italia e nel resto del vecchio continente, i picchi di contagi più alti dall’inizio della pandemia. Le misure restrittive che gli Stati dell’Unione stanno prendendo in questi giorni saranno perciò fondamentali affinché gli ospedali possano continuare le loro abituali attività senza essere risucchiati in una nuova emergenza sanitaria.

Secondo i dati diffusi dall’European Centre for Disease Prevention and Control e riportati dal New York Times, «il numero di pazienti affetti da Covid-19 negli ospedali in tutto il continente è ancora inferiore alla metà del picco di marzo e aprile, ma aumenta costantemente ogni settimana. Le persone che vivono in larghe porzioni di Europa, incluse quelle nei Paesi più grandi come Francia, Italia, Polonia e Spagna, hanno ora maggiori probabilità di essere ricoverate in ospedale se contraggono il Covid-19 rispetto a quelle negli Stati Uniti». Un motivo di preoccupazione per gli esperti è il rapido aumento dei casi in Stati dell’Europa centrale che erano stati risparmiati dalla prima ondata, come la Polonia, la Repubblica Ceca e la Bulgaria, dove si teme non siano state messe in piedi strutture e pratiche di contenimento e tracciamento (ma sappiamo che questi sono problemi condivisi anche dai Paesi che hanno vissuto la prima ondata, come il nostro).

Il tasso di ospedalizzazione è un fattore chiave per misurare la  gravità della pandemia. Secondo l’ECDC, «l’attuale ondata di infezioni in Europa è dovuta in parte alla relativa normalità della scorsa estate. A differenza degli Stati Uniti, dove l’epidemia ha raggiunto un secondo picco a luglio e un terzo picco questo mese, i viaggiatori si sono spostati in Europa, gli studenti universitari sono tornati al campus e sono ripresi molti grandi raduni, il tutto mentre il virus ha continuato a diffondersi». Il risultato è che ora gli ospedali si affrettano a prepararsi per un afflusso di pazienti Covid-19, in un momento in cui alla disponibilità dei posti e a quella della terapia intensiva si aggiunge l’arrivo della stagione influenzale, che già di norma stressa di molto quei reparti.

Anche gli ospedali di Milano ricominciano a sentire la pressione dell’aumento dei contagi nella provincia e nella regione, che continua a essere la più colpita del Paese. Ma il Paese nella situazione peggiore al momento è la Repubblica Ceca con un incremento di ospedalizzazioni dell’800 per cento rispetto alla primavera.

Fonte: European Center For Disease Prevention and Control

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