I quotidiani dicono che il regista a cui il presunto assassino di Villa Doria Pamphilj ha rubato l'identità esiste, ma basta fare una rapida ricerca online per verificare che le prove della sua esistenza sono davvero minime (e strane).
Francis Kaufmann/Rexal Ford ha ricevuto quasi un milione di euro dal Ministero della Cultura per girare un film che non ha mai girato
Lo ha rivelato un'inchiesta di Open: l'uomo è riuscito ad accedere ai fondi del tax credit, senza mai girare nemmeno una scena.

Nella serie di surreali eventi che si sta rivelando il duplice omicidio di Villa Pamphilj si è aperto un nuovo capitolo, che intreccia cinema, finanza e la burocrazia del ministero della Cultura. A scoprirlo è stata Open, che con un’inchiesta ha rivelato come Francis Kaufmann/Rexal Ford, l’uomo accusato del duplice omicidio, era talmente
Usando una delle sue identità fittizie e un passaporto americano falso, Francis Kaufmann è riuscito a ingannare anche il Ministero, accedendo ai fondi per il tax credit. La somma ottenuta è notevole, sono pochissimi i registi veri che riescono a ottenerne di simili: oltre 850 mila euro, regolarmente incassati, senza mai aver girato neppure una scena di Stelle della notte, questo il film promesso e mai mantenuto. Ford ha presentato la documentazione prevista per ottenere i fondi, sfruttando un sistema poco controllato e pieno di scappatoie, specialmente per i film stranieri girati in Italia. Attraverso la società di produzione maltese da lui fondata, la Tintagel Films Llc, l’uomo ha inviato al Ministero una revisione contabile dei costi sostenuti per le riprese (in realtà inesistenti), la richiesta di finanziamento al progetto e il passaporto americano (falso) che provava la sua identità (falsa). Kaufmann aveva fatto domanda per il tax credit già cinque anni fa appoggiandosi a una vera società di produzione italiana, la Coevolutions. La richiesta è stata approvata nel 2023 e l’uomo ha potuto incassare il finanziamento, senza mai presentare il film che quella somma avrebbe dovuto finanziare.
Il caso Stelle della notte è l’ennesima tegola che si abbatte sul cinema italiano in un momento davvero critico, dato che in questi mesi si sta girando pochissimo. Lo stop post pandemia anche per progetti già finanziati e la revisione in chiave più restrittiva dei regolamenti per l’accesso al tax credit hanno tagliato le gambe a tantissime piccole produzioni, fermando quasi tutta l’industria cinematografica italiana. Con certe eccezioni, si capisce.

Voli low cost e affitti brevi hanno contribuito alla democratizzazione del turismo. Poi qualcosa è cambiato, viaggiare è diventato costoso, difficile, dannoso. Ma il turismo non è diminuito, anzi. Ne parliamo sul nuovo numero di Rivista Studio, "Gran Turismo", appena arrivato in edicola.

È una parola vecchia che però sta tornando attuale per descrivere la straniante sensazione che tutti proviamo ormai da un pezzo: quella di dover continuare a funzionare come individui mentre il sistema attorno a noi crolla, tra guerre e crisi economiche.