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I lettori di Jia Tolentino non hanno preso bene la sua collaborazione con Airbnb Sia gli ammiratori che i detrattori sono rimasti molto delusi dalla sua decisione di lavorare con un'azienda come Airbnb.
Nella nuova campagna Moncler c’è la reunion di Al Pacino e Robert De Niro Si chiama Warmer Together e vuole celebrare «le emozioni e il calore dello stare insieme».

Il Guardian ha celebrato con un articolo Raffaella Carrà

16 Novembre 2020

«Quando la Svezia aveva gli Abba, l’italia aveva Carrà, che ha venduto milioni di dischi in tutta Europa». Fonti d’epoca raccontano che quel 18 giugno 1943 a Bellaria, Maria Roberta Pelloni, in arte Raffella Carrà, paillettata signora della televisione e del varietà italiano, cambiò per sempre la storia. Prendendo spunto dall’uscita del nuovo musical Explota Explota, che il regista Nacho Alvarez ha ideato proprio partendo dai testi delle sue canzoni, il Guardian ha deciso di dedicarle un omaggio, con un lungo articolo dal titolo: “Raffaella Carrà, la pop star italiana che ha insegnato all’Europa la gioia del sesso”.

Dagli anni Cinquanta in poi, Raffaella Carrà è stata «una tripletta», la definisce il Guardian, «che sapeva cantare, ballare e recitare, e tutto benissimo», spiegando i motivi per cui la soubrette ha avuto un’influenza impareggiabile nella musica italiana e nella cultura pop di tutto il mondo. «Tecnicamente parlando, l’Italia aveva cantanti musicalmente molto più brave e intense: Mina, un mezzo-soprano incredibile; Milva, conosciuta come Milva “la Rossa” per le sue tendenze politiche e la criniera focosa; Patty Pravo, un contralto profondamente drammatico; e Giuni Russo, che ha sublimato la tecnica operistica nel pop, con un’estensione di cinque ottave. Eppure Carrà le ha superate tutte».

Secondo Angelica Frey, che ne ha tracciato la storia e gli influssi sulla cultura di massa, tutto è iniziato nel 1968, «quando la cultura giovanile divenne più politicizzata che mai. Carrà si recò in America e vide il musical Hair ogni sera per un mese. Tornò a casa con la convinzione che l’intrattenimento italiano avesse bisogno di una scossa di energia», e da allora si impegnò per diventare la prima icona pop, quella che piaceva anche alle casalinghe. La stessa Carrà dirà nel 1974: «Non traggo ispirazione da nessuno: parlo ai bambini, ai papà che guardano lo sport, alle mogli, quindi all’italiano medio che guarda la Tv senza troppe riflessioni». La voce si sparse in giro per il mondo: nel 1976, ha cantato il suo grande successo internazionale “A Far l’Amore Comincia Tu”, in Inghilterra arrivò al nono posto nella classifica dei singoli più ascoltati.

Raffaella ha lasciato un’impronta incancellabile anche nella moda e nel costume, continua Frey, primo ombelico mandato in onda sulla Rai, «costumi dalle fogge e dai colori più pazzi», narra la leggenda che la tv in bianco e nero sia stata superata proprio per permettere alla Carrà di vestirsi con un curioso abito giallo banana attillato con le rouges sulle spalle.

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