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17:36 martedì 2 settembre 2025
Chloe Malle è la nuova direttrice di Vogue Us Figlia dell'attrice Candice Bergen e del regista francese Louis Malle, dal 2023 era direttrice del sito di Vogue, dove lavora da 14 anni.
Anche la più importante associazione di studiosi del genocidio del mondo dice che quello che sta avvenendo a Gaza è un genocidio L'International Association of Genocide Scholars ha pubblicato una risoluzione in cui condanna apertamente Israele.
La standing ovation più lunga di Venezia l’ha presa The Rock Per il suo ruolo in The Smashing Machine, il biopic sul lottatore Mark Kerr diretto da Benny Safdie.
Il Ceo di Nestlé è stato licenziato per aver nascosto una relazione con una sua dipendente Una «undisclosed romantic relationship» costata carissimo a Laurent Freixe, che lavorava per l'azienda da 40 anni.
La turistificazione in Albania è stata così veloce che farci le vacanze è diventato già troppo costoso I turisti aumentano sempre di più, spendono sempre di più, e questo sta causando gli ormai soliti problemi ai residenti.
Nell’assurdo piano di Trump per costruire la cosiddetta Riviera di Gaza ci sono anche delle città “governate” dall’AI Lo ha rivelato il Washington Post, che ha pubblicato parti di questo piano di ricostruzione di Gaza che sembra un (brutto) racconto sci-fi.
Stasera La chimera di Alice Rohrwacher arriva per la prima volta in tv, su Rai 3 Un film d'autore per festeggiare l'apertura della Mostra del Cinema di Venezia 2025.
Emma Stone, che in Bugonia interpreta una donna accusata di essere un alieno, crede nell’esistenza degli alieni E ha spiegato anche perché: lo ha capito guardando la serie Cosmos di Carl Sagan.

Riserve della Repubblica, femmes fatale e guerci

Appunti per probabili e improbabili futuri Presidenti della Repubblica in ordine sparso, visto che se ne parla. Terza parte di un appuntamento fisso da qui alla fine del 2014. La nuova serie di Michele Masneri (oggi scrittori finissimi, uomini di destra e femme fatale).

11 Dicembre 2014

Continuano, e continueranno fino alla fine dell’anno, le quirinarie masneriane, schede e appunti su probabili e meno probabili aspiranti futuri Presidenti della Repubblica. Dichiarazione: è un classico totonomi, quello che tutti fanno dicendo di non fare, per carità, e come tale, nonostante si cerchi spesso di far credere il contrario, si nutre quasi mai di fatti e molto spesso di fantasia. E allora tanto vale non darsi regole: outsider, quote rosa, quote pop, quote camp, papabili, per nulla papabili, impresentabili. Verranno presentati a coppie, rigorosamente senza un criterio. Un divertissement, va da sé. E magari indoviniamo pure. (La prima parte è qui, la seconda qui).

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LUCIANO VIOLANTE

Riserva della Repubblica. Non ce l’ha fatta a essere eletto alla Corte Costituzionale; forse non ce la farà neanche al Quirinale. Magistrato a Torino in gioventù, fece eseguire la prima condanna a un signore che aveva detto «piciu» a un vigile urbano. È stato ventinove anni alla Camera («più di quanto è durato il fascismo»). «Sono nato in Etiopia, in un campo di concentramento inglese. Mio padre l’ho conosciuto quando avevo cinque anni, me lo presentarono il giorno di Pasqua del 1946. Alla stazione». Alla definizione di «garantista» preferisce quella di «legalitario». Ha appena pubblicato un saggio per Einaudi, Il dovere di avere doveri, contrappasso e controcanto a quello di un altro papabile, Stefano Rodotà (Il diritto di avere diritti, Laterza, 2013). Marco Travaglio lo odia e lo definisce «il participio presente». Ha casa a Cogne.

ALBERTO ARBASINO

Riserva della Repubblica. Il nostro scrittore e kulturkritiker più intelligente, con curriculum da grand commis più di tanti professionisti: laureato e assistente in diritto internazionale con Roberto Ago, già esperto di diritto del Mare (potrebbe dare una mano sul caso Marò). Studente estivo a Harvard ai seminari di Henry Kissinger e George Kennan, è stato anche deputato, per una legislatura, tra gli indipendenti del partito Repubblicano (in commissione Cultura, finì poi in depressione, come biasimarlo). Se non presidente, almeno senatore a vita, questo lo pretendiamo. Sul serio.

DONNA VITTORIA LEONE

Femme fatale. Già consorte del più sputtanato dei nostri presidenti, l’unico che abbia però ispirato narrazioni perfide e bestseller in epoche pre-House of Cards, in Giovanni leone, la carriera di un presidente di Camilla Cederna, poi ritirato e vituperato; lì, storie d’amori minorili; il matrimonio «portato», come si dice a Napoli, tra il papà della nubenda diciassettenne e quello dell’avvocato e giurista in ascesa, trentasettenne. Al Quirinale, poi, camere separate, boschi di querce secolari disboscati per far posto a una piscina e a un eliporto nuovo di zecca «per far atterrare il presidente Ford» (mentre Nixon era atterrato in pieno ’68 direttamente su piazzale del Quirinale chiuso al traffico). E macchine del fango pre-Photoshop; pacchi con foto compromettenti di Donna Vittoria inviate ai deputati per posta; e una crociera sulla motonave Tiziano in acque greche nel 1971 alla vigilia dell’elezione al Colle viene infiltrata da agenti del Sifar che puntano allo scoop di Donna Vittoria in déshabillé, o magari con qualche marinaretto, ma lei si corica sempre molto presto, e gli unici scoop sono il presidente in pectore a cantare canzoni e raccontare barzellette al tavolo del capitano. Poi un Quirinale delle Libertà, con «hostess squillo della agenzia Hostess Club», «ex vedettes di Macario», e naturalmente «i tre monelli», Mauro, Paolo, Giancarlo, figli presidenziali (e un celebre motoscafo all’Argentario chiamato Mapagià, dalle loro iniziali). Mauro, detto «’o principino» o «il vicepresidente», ordinario di diritto penale e insignito della Légion d’Honneur a 25 anni, sempre presente agli incontri politici del padre. Quando Moro (presidente del Consiglio) sale al Colle, si ritrova il ragazzo. «Ma che, nun lo volite, o guaglione?», dice il Presidente della Repubblica. Moro: «No».

MASSIMO CARMINATI

Anche noto come «er guercio» o «er cecato», causa ferita in conflitto a fuoco e successivo look alla Google Glass. Finalmente un uomo di destra al Quirinale, a suggellare la pacificazione nazionale, nel solco del famoso discorso di Violante sui ragazzi di Salò del 1996. Con expertise guadagnati poi sul campo, in trattative Stato-mafia veramente efficaci e senza tentennamenti.

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