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La commissione del Premio Pulitzer ha elogiato gli studenti che stanno raccontando le proteste nelle università americane
Giovedì 2 maggio il Pulitzer Prize Board ha diffuso un comunicato stampa in cui si elogiavano gli «innumerevoli sforzi» fatti dagli studenti giornalisti che in queste settimane stanno raccontando le proteste – e le repressioni delle proteste – nei campus universitari americani. Il Board ha sottolineato che gli studenti stanno facendo tutto esponendosi «a grandi rischi, sia personali che accademici». Il Board ha sottolineato soprattutto il lavoro fatto dagli studenti giornalisti della Columbia University, che hanno raccontato l’irruzione della polizia di New York nel campus per sgomberare un edificio dell’università che era stato occupato da studenti che protestavano in favore della Palestina. «Vogliamo riconoscere – si legge nel comunicato stampa – lo straordinario lavoro fatto sul luogo, in diretta dagli studenti della Columbia University, che è tra l’altro il luogo che ospita il Premio Pulitzer».
Mentre negli Stati Uniti prosegue la polemica iniziata di fatto lo scorso 8 ottobre, subito dopo la strage perpetrata da Hamas nei kibbutz israeliani e l’invasione israeliano della Striscia di Gaza (ne avevamo parlato qui) – una polemica riaccesa dalle dichiarazioni di Biden, che sulla questione delle proteste e delle repressioni si è limitato a dire che secondo lui è giusto che «prevalga l’ordine» – dunque, la commissione del Premio Pulitzer ribadisce che gli studenti che stanno mostrando quello che succede nei campus americani nel 2024 sono un’incarnazione dello «spirito della libertà di stampa» e che stanno contribuendo a «raccontare notizie che interessano tutto il Paese, in circostanze molto difficili e pericolose, e rischiando di essere arrestati». Se volete leggere tutto il comunicato stampa, lo trovate qui.

Pubblicato nel 2000, acclamato, dimenticato, ripubblicato e riscoperto nel 2016, inserito tra i 100 migliori romanzi del XXI secolo dal New York Times, L'ultimo samurai è asceso allo status di classico nonostante una travagliatissima storia editoriale.