Hype ↓
02:05 giovedì 1 maggio 2025
Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike
Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione
100 strade chiuse al traffico in 10 anni, inquinamento calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste)
E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale
A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato
Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese
Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi
Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso
Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.
Anche in Portogallo ci sono grandi proteste per il costo della casa

È stata l’estate delle proteste contro l’overtourism, potrebbe essere l’autunno di quelle contro il costo della casa. Gli indizi già ci sono e già da tempo, ma l’impressione è che nei prossimi mesi la questione potrebbe finire al centro del dibattito in tutti i Paesi europei. Potremmo vedere in tutte le capitali d’Europa scene simili a quelle viste negli scorsi giorni in Portogallo, dove migliaia di cittadini hanno sfilato per le strade delle città (22 in tutto) per esprimere il loro malessere nei confronti di una crisi abitativa che si fa sempre più grave: ci sono sempre meno case in vendita o in affitto a prezzi accettabili, di case popolari se ne costruiscono pochissime da tempo, ci sono sempre più stranieri – in particolare persone anziane, in pensione, che si trasferiscono in Portogallo attratte dal favorevolissimo regime fiscale costruito su misura per loro – che contribuiscono a peggiorare la situazione.
«I nostri quartieri non sono i vostri negozi» e «Devo scegliere tra pagare l’affitto e mangiare», questi gli slogan più letti e sentiti durante le manifestazioni portoghesi degli scorsi giorni. Il problema è sempre quello: il costo della vita si è fatto troppo alto per troppe persone, gli stipendi in Portogallo non crescono nemmeno lontanamente quanto i prezzi delle case (in affitto o in vendita), il boom turistico che il Paese sta vivendo ha contribuito ad alzare prezzi già irraggiungibili. Anche qui si parla di soluzioni sempre più drastiche: riportare il mercato alla ragionevolezza limitando fortissimamente, o vietando del tutto, gli affitti brevi. Una misura tutt’altro che semplice da implementare, e che in ogni caso non sarebbe sufficiente: una delle richieste che i manifestanti fanno al governo è quella di varare un piano di edilizia popolare che risolva definitivamente il problema.
Problema che – anche questo lo abbiamo scritto e letto spesso – si è aggravato moltissimo dalla pandemia in poi. Secondo quanto riporta Euronews, tra il 2020 e il 2021 il costo medio delle case in Portogallo è aumentato del 157 per cento. Eurostat conferma poi una delle preoccupazioni espresse da chi in questi giorni ha protestato, cioè che la crisi abitativa portoghese non sia momentanea ma cronica. L’istituto di statistica europeo, infatti, dice che dal 2015 al 2021 gli affitti in Portogallo sono aumentati del 112 per cento, in un Paese in cui gli stipendi restano tra i più bassi del continente: in media, metà dei lavoratori portoghesi guadagnano meno di mille euro al mese.
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