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Il guasto di Cloudflare è stato così grave che ha causato anche il guasto di Downdetector, il sito che si occupa di monitorare i guasti su internet Oltre a X, ChatGPT, Spotify e tanti altri, nel down di Cloudflare è andato di mezzo anche il sito a cui si accede quando tutti gli altri sono inaccessibili.
Il nuovo film di Sydney Sweeney sta andando così male che il distributore si rifiuta di rivelarne gli incassi Christy sembra destinato a diventare il peggior flop dell'anno, il quarto consecutivo nel 2025 dell'attrice.
Diversi grandi hotel sono stati accusati di fare offerte ingannevoli e fuorvianti su Booking L’authority inglese che si occupa di pubblicità ha scoperto che quelle convenientissime offerte non sono mai davvero così convenienti.
Gli scienziati hanno scoperto che il primo bacio sulla bocca è stato dato 21 milioni di anni fa E quindi non se l'è inventato l'homo sapiens ma un ominide, un antenato comune di uomini, scimpanzé, gorilla e orango, animali che infatti si baciano.
Non si capisce bene perché ma Nicki Minaj è andata alle Nazioni Unite a parlare dei cristiani perseguitati in Nigeria Sembra che a volerla lì sia stato Trump in persona, dopo che in più occasioni Minaj gli ha espresso pubblico supporto sui social.
La nuova tendenza nell’industria del beauty è vendere prodotti di bellezza anche a bambine di 3 anni Da anni si parla di Sephora Kids, ma adesso ci sono storie che riguardano bambine addirittura più piccole.
Il Ceo di Google ha detto che nessuna azienda si salverebbe dall’eventuale esplosione della bolla dell’intelligenza artificiale Sundar Pichai ha detto che la "corsa all'AI" è un tantino irrazionale e che bisogna fare attenzione: se la bolla scoppiasse, nemmeno Google uscirebbe indenne.
La cosa più discussa del prossimo Met Gala non è il tema scelto ma il fatto che lo finanzierà Jeff Bezos Il titolo e il tema del Met Gala di quest'anno è Costume Art, un'edizione realizzata anche grazie al generoso investimento di Bezos e consorte.

Secondo uno studio, i poderosi cavalli da guerra medievali erano in realtà grossi come dei pony

14 Gennaio 2022

Nei film ad ambientazione medievale, siano essi ispirati a eventi realmente accaduti o siano invenzioni della fantasia di un autore, siamo abituati a vedere i cavalli. Non solo come mezzi di trasporto, ma anche come compagni di avventura e di battaglia: bestie dal manto lucido, dai muscoli potenti, dal portamento elegante e dall’indole coraggiosa. Chi, d’altronde, non è rimasto ammaliato dalla scena del Signore degli Anelli di Peter Jackson in cui Gandalf chiama a sé il meraviglioso Ombromanto, il signore di tutti i cavalli? Ecco, nell’immaginario collettivo, ogni cavaliere del Medioevo aveva il suo Ombromanto, un compagno nobile e fidato tanto quanto il padrone.

Secondo uno studio inglese raccontato dal Guardian, potremmo aver romanzato un po’ troppo: pare che i cavalli da guerra usati in battaglia dai cavalieri dell’Evo di Mezzo fossero in realtà grossi più o meno come un pony. I ricercatori della Facoltà di Archeologia dell’Università di Exter hanno analizzato le ossa di circa duemila cavalli vissuti tra il IV e il XVII secolo, resti trovati attorno a castelli antichi, cimiteri medievali e altri siti archeologici. Oltre a questo lavoro “sul campo”, i ricercatori hanno anche svolto un approfondito lavoro di ricerca studiando testimonianze storiche e racconti cavallereschi. «Nella cultura popolare, i cavalli da guerra sono spesso stati ritratti come bestie di enormi dimensioni. Non era proprio così. La maggior parte dei cavalli medievali erano sorprendentemente piccoli. Ce ne erano pochissimi delle dimensioni dei cavalli che vediamo nei film o anche di quelli che vediamo nelle esibizioni equestri», ha detto il professor Alan Outram.

Outram però si è anche premurato di precisare che questa scoperta non toglie nulla agli sforzi e alla bravura degli allevatori di cavalli del Medioevo. Molti di loro impiegavano moltissimo tempo, consumavano tantissime risorse e spendevano grandi somme per allevare i cavalli: «Spendevano più soldi sui cavalli che sulle persone», ha detto Outram. In più, il professore ha anche spiegato che, su un campo di battaglia, un cavallo relativamente piccolo poteva avere una grandissima utilità: magari non sarebbe servito a sfondare le linee nemiche, ma una bestia piccola, agile e veloce sarebbe stata perfetta per altri compiti altrettanto importanti come inseguire un nemico in fuga, portare a termine degli assalti “veloci” e trasportare l’equipaggiamento necessario.

In ogni caso, ancora non ci sono reali certezze su come fossero fatti davvero i cavalli del Medioevo. Farsele è molto difficile, per più ragioni. Una, per esempio, è che è complicatissimo capire se le ossa che ritroviamo nei siti archeologici appartenessero a un cavallo da guerra o a uno usato da un contadino per il lavoro nei campi. E poi c’è anche il fatto che trovare resti di cavalli vissuti nel Medioevo è una cosa difficile in sé e per sé: non si usava spesso dare sepoltura all’animale, per quanto forte potesse essere il legame con il padrone.

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