Il creatore di Succession torna con un film in cui racconta un quartetto di tech bro ricchi, stupidi e crudeli. Ma non così interessanti.
I piatti preferiti dei dittatori, in un nuovo libro
Vi siete mai chiesti come e cosa mangiavano ogni giorno Fidel Castro, Saddam Hussein, Pol Pot, Idi Amin, Enver Hoxha? Il giornalista polacco Witold Szablowski sì, e la risposta a questa domanda è nel suo nuovo libro How to Feed a Dictator, nel quale ha raccolto i ricordi degli chef che hanno cucinato per questi cinque uomini, e parlando con loro, ha costruito dei ritratti intimi di come si comportavano a tavola. Proprio come i dittatori per cui preparavano i pasti, gli chef erano personaggi complessi, ha raccontato Szablowski a Npr: «Non sono persone facili, perché il loro non è stato un lavoro facile». Il loro, infatti, spiega il giornalista nell’intervista, era un ruolo delicatissimo: sono tra i pochi che avrebbero potuto avvelenare il dittatore e che vivevano a stretto contatto con lui, correndo continuamente grossi rischi.
Il più difficile da rintracciare, ha raccontato l’autore dell’acclamato Dancing Bears, è stato lo chef di Saddam Hussein, Abu Ali. Era l’unico che non voleva proprio parlare: «era terrorizzato, nascondersi faceva ormai parte del suo Dna». Saddam Hussein era noto per trattare molto bene il suo personale e Ali riceveva molti doni: orologi d’oro e vestiti nuovi. Come in Dancing Bears, che parte dalla storia degli orsi ballerini addestrati dagli zingari bulgari e liberati in una riserva dopo la caduta del comunismo – gli animali continuavano ad alzarsi su due piedi e a ballare quando vedevano un essere umano – per arrivare a parlare delle persone che a Cuba o nei paesi dell’Europa dell’Est vivono nel rimpianto della “cattività” (gli orsi ballerini, quindi, funzionano anche come metafora), in questo nuovo libro il giornalista racconta di cibo e ricette per esplorare il confine tra ciò che è umano e disumano ed entrare nella vita quotidiana di individui che hanno cambiato la Storia dell’umanità, in peggio.

Pubblicato nel 2000, acclamato, dimenticato, ripubblicato e riscoperto nel 2016, inserito tra i 100 migliori romanzi del XXI secolo dal New York Times, L'ultimo samurai è asceso allo status di classico nonostante una travagliatissima storia editoriale.