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20:14 venerdì 14 novembre 2025
In Cina Wong Kar-wai è al centro di uno scandalo perché il suo assistente personale lo ha accusato di trattarlo male Gu Er (pseudonimo di Cheng Junnian) ha detto che Kar-wai lo pagava poco, lo faceva lavorare tantissimo e lo insultava anche, in maniera del tutto gratuita.
In Giappone un’azienda si è inventata i macho caregiver, dei culturisti che fanno da badanti agli anziani Un'iniziativa che dovrebbe attrarre giovani lavoratori verso una professione in forte crisi: in Giappone ci sono infatti troppi anziani e troppi pochi caregiver.
Rosalía ha condiviso su Instagram un meme buongiornissimo in cui ci sono lei e Valeria Marini  Cielo azzurro, nuvole, candele, tazza di caffè, Rosalia suora e Valeria Marini estasiata: «Non sono una santa, però sono blessed», si legge nel meme.
Hideo Kojima si è “giustificato” per la sua foto al Lucca Comics con Zerocalcare dicendo che l’ha fatta senza sapere chi fosse Zerocalcare Non c’era alcuna «intenzione di esprimere sostegno a nessuna opinione o posizione» da parte di Kojima, si legge nel comunicato stampa della Kojima Productions.
Anche Charli XCX si è messa a scrivere su Substack Il suo primo post si intitola "Running on the spot of a dream" e parla di blocco della scrittrice/musicista/artista.
A poche ore dalla vittoria al Booker Prize è stato annunciato che Nella carne di David Szalay diventerà un film Ad acquisire i diritti di trasposizione del romanzo sono stati i produttori di Conclave, noti per il loro fiuto in fatto di adattamenti letterari.
Il nuovo film di Tom Ford è già uno dei più attesi del 2026, per tantissime e buonissime ragioni Un progetto che sembra quasi troppo bello per essere vero: l'adattamento di uno dei più amati romanzi di Ann Rice, un cast incredibile, Adele che fa l'esordio da attrice.
Nel primo teaser del Diavolo veste Prada 2 si vede già la reunion di Miranda e Andy Le protagoniste salgono insieme sull’ascensore che porta alla redazione di Runway, riprendendo una scena cult del film originale.

Perché gli astronauti non possono ubriacarsi nello spazio

22 Febbraio 2017

Consumare alcolici durante una missione è vietato da ogni agenzia spaziale che invia esseri umani in orbita intorno alla Terra. Il fatto è che, scrive sul suo sito la Bbc, «l’alcol ha sempre avuto un rapporto complicato con l’esplorazione spaziale, nella storia». In realtà a meta degli anni Ottanta, nel 1985, la Federal Aviation Administration americana ha condotto uno studio per misurare gli effetti dell’alcol ad alta quota: ne era risultato che i dati registrati dall’etilometro erano gli stessi (alcuni studiosi sostengono che ciò che sperimentiamo anche durante i viaggi in aereo – quell’essere alticci dopo un singolo bicchiere di vino – in realtà è un’autosuggestione psicologica).

Eppure, ci sono ottimi motivi per cui agli astronauti è proibito di bere: «L’utilizzo di alcol e altri composti volatili è tenuto sotto controllo sulla Stazione spaziale internazionale, a causa dell’impatto che le loro componenti possono avere sul sistema di riciclo dell’acqua della struttura», ha detto a Bbc il rappresentante portavoce della Nasa Daniel Huot. Per questo motivo, in orbita sono vietati anche colluttori, profumi e dopobarba. E poi c’è una questione molto più evidente: mettereste mai una struttura da 150 miliardi di dollari in mano a persone che potrebbero essere in stato psicofisico alterato? La scelta di vietare ogni tipo di alcolico a partire da 12 ore prima del decollo viene proprio da questa considerazione. Bbc punta anche a una questione più prosaica: senza l’ausilio della forza di gravità, i gas e i liquidi delle bevande alcoliche porterebbero gli astronauti a rutti particolarmente spiacevoli.

Spacewoman

Questa attenzione, tuttavia, non significa che le stazioni spaziali non ospitino alcol, o non diano luogo a esperimenti sulla sua fermentazione. Nel 2015 il brand giapponese di whisky Suntory ha inviato casse del suo prodotto alla Iss, per capire come la microgravità influisce sul suo invecchiamento (e siccome l’idea generale è che lo sveltisca, lo spazio potrebbe rivelarsi un grande El Dorado per i produttori di liquori). Nella storia dell’esplorazione spaziale l’alcol è già entrato parecchie volte: lo stesso Buzz Aldrin ha bevuto un po’ di vino confessandosi con Neil Armstrong prima di mettere piede sulla Luna nel 1969. Un po’ come da cliché, per finire, i cosmonauti russi hanno goduto di un maggior laissez-faire sul tema: si è parlato di vodka e cognac ammessi durante le missioni sovietiche. Quando l’agenzia spaziale dei soviet ha iniziato a proibire l’alcol, pare che i lavoratori abbiano protestato vivacemente.

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