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21:01 sabato 22 novembre 2025
Negli Usa il Parmigiano Reggiano è così popolare che un’agenzia di Hollywood lo ha messo sotto contratto come fosse una celebrity La United Talent Agency si occuperà di trovare al Parmigiano Reggiano opportunità lavorative in film e serie tv.
I farmaci dimagranti come l’Ozempic si starebbero dimostrando efficaci anche contro le dipendenze da alcol e droghe La ricerca è ancora agli inizi, ma sono già molti i medici che segnalano che questi farmaci stanno aiutando i pazienti anche contro le dipendenze.
Kevin Spacey ha raccontato di essere senza fissa dimora, di vivere in alberghi e Airbnb e che per guadagnare deve fare spettacoli nelle discoteche a Cipro L'ultima esibizione l'ha fatta nella discoteca Monte Caputo di Limisso, biglietto d'ingresso fino a 1200 euro.
Isabella Rossellini ha detto che oggi non è mai abbastanza vecchia per i ruoli da vecchia, dopo anni in cui le dicevano che non era abbastanza giovane per i ruoli da giovane In un reel su Instagram l'attrice ha ribadito ancora una volta che il cinema ha un grave problema con l'età delle donne. 
Da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, le donazioni per Gaza si sono quasi azzerate Diverse organizzazioni umanitarie, sia molto piccole che le più grandi, riportano cali del 30 per cento, anche del 50, in alcuni casi interruzioni totali.
Lorenzo Bertelli, il figlio di Miuccia Prada, sarà il nuovo presidente di Versace Lo ha rivelato nell'ultimo episodio del podcast di Bloomberg, Quello che i soldi non dicono.
Il più importante premio letterario della Nuova Zelanda ha squalificato due partecipanti perché le copertine dei loro libri erano fatte con l’AI L'organizzatore ha detto che la decisione era necessario perché è importante contrastare l'uso dell'AI nell'industria creativa.
Per evitare altre rapine, verrà costruita una stazione di polizia direttamente dentro il Louvre E non solo: nei prossimi mesi arriveranno più fondi, più telecamere, più monitor, più barriere e più addetti alla sicurezza.

Dopo 48 anni l’ultimo film di Orson Welles arriva su Netflix

Dopo aver esordito a Venezia, l'ultimo lavoro di Orson Welles, "The Other Side of the Wind" arriverà presto su Netflix.

03 Settembre 2018

Era il 1970 quando Orson Welles chiese a Peter Bogdanovich giusto un paio d’ore del suo tempo, per girare un film che non avrebbe richiesto più di «un paio di settimane di riprese». Le cose poi andarono diversamente e alle due settimane iniziali si aggiunsero una quarantina d’anni. Più precisamente, sono 48 gli anni intercorsi tra l’ultimo ciak e la prima di The Other Side of the Wind, presentato venerdì scorso al Festival del Cinema di Venezia.

La produzione del più famoso film mai concluso, interrotta alla morte di Welles nel 1985, è passata negli ultimi anni attraverso una lunga serie di guai economici e finanziamenti inconcludenti. E se il pubblico della kermesse veneziana ha potuto ammirarlo è solo grazie al produttore 71enne Frank Marshall, rinomato a Hollywood per essere in grado di trasformare l’impossibile in possibile. Dopo il contributo di Marshall, è arrivato quello di Netflix, aggiuntosi come finanziatore lo scorso anno.

Peter Bogdanovich e Jhon Huston in The Other Side Of The Wind

Manichini, cubetti di ghiaccio, una bambola mutilata e parecchie lanterne: The Other Side of the Wind è un sogno psichedelico e politicamente scorretto. Il racconto di un dissennato festino organizzato dal regista Jake Hannaford e raccontato attraverso gli occhi dei suoi invitati. Il risultato di oltre 100 ore di pellicola, con alcune parti a colori e altre in bianco e nero, girate in 35 o 16 millimetri o in Super 8. Un film-collage che ha rappresentato un’ardua sfida per coloro che ci hanno lavorato, spaventati all’idea di «non avere abbastanza materiale per dar vita a qualcosa che avesse un minimo di senso», così come confessato dallo stesso Marshall al New York Times.

Se un senso alla fine è stato trovato saranno gli spettatori a dirlo che, dal 2 novembre, potranno trovare il film su Netflix e in qualche cinema illuminato. Nel frattempo, le opinioni di quelli che hanno visto l’anteprima di Venezia sono contrastanti. C’è chi pensa che, se ci fosse giustizia, The Other Side of the Wind vincerebbe una valanga di Oscar e chi, invece, lo ha descritto come una lunga serie di sconclusionati roll-eyes.

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