Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Quali sono gli odori peggiori del mondo? La scienza risponde

Non sempre fare lo scienziato è una cosa bellissima, o almeno questo è ciò che viene da pensare sapendo che su Twitter, di recente, è nata una discussione scientifica rigorosa intorno a una domanda posta da un follower di David Steen, esperto di rettili e anfibi: «Cosa la cosa più maleodorante che hai incontrato nel corso del tuo lavoro?». Su The Verge, Rachel Backer ha deciso di analizzare i dati delle testimonianze portate dagli utenti del social network, riuscendo alla fine ad arrivare a una risposta univoca.
I contendenti allo scettro di re dei miasmi erano molti, pare: esalazioni corporali, organismi morti e, soprattutto, tutto ciò che ha a che fare col pesce. Tuttavia, sembra che gli uomini di scienza siano concordi nel ritenere una singola cosa la peggiore di tutte: le tartarughe in decomposizione. Lo stesso Steen scrive su Twitter: «Mi ricordo di una grande tartaruga morta che qualcuno aveva trovato sulla strada e messo sul suo pickup nella calda estate della Georgia. Ero passato di lì e mi era venuto da vomitare», dice. E la pensano così anche lo zoologo David Syzdek e la ricercatrice Kathryn Wedemeyer-Strombel (quest’ultima ha commentato: «Posso confermare. Ho dovuto fare analisi dei contenuti: lo stomaco di tartaruga marina essiccato in un forno del laboratorio è terribile». Tra gli odori orribili citati da Backer, anche le donnole – che hanno, a quanto pare, un liquido oleoso che rilasciano quando sono in pericolo – e quello causato da una persona non propriamente altruista che ha deciso di trasportare una borsa piena di rane morte in treno. Altre segnalazioni: la puzzola, il vomito di avvoltoio (sì), e i gabbiani in decomposizione, questi ultimi segnalati dalla stessa autrice del pezzo di The Verge.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.