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Il nuovo regolamento per la tutela dei minori online in Regno Unito ha bloccato i post sulla guerra in Ucraina e Gaza Sono stati tra i primi contenuti online a essere oscurati dalle nuove regolamentazioni inglesi, prima di pornografia e video violenti.
L’assessore ai grandi eventi del comune di Roma sta facendo di tutto per portare gli Oasis in città Anche se al momento la reunion dei fratelli Gallagher non prevede l'Italia, Roma si è già fatta avanti con insistenza. 
La campagna pubblicitaria di Sydney Sweeney per American Eagle è sempre più un caso politico Dopo le polemiche sullo slogan scelto per accompagnare le foto a difendere l’attrice è intervenuta anche la Casa Bianca.
È morto Robert Wilson, il regista che inventò l’opera teatrale totale Con spettacoli come Einstein on the Beach portò musica, videoinstallazioni e l’interdisciplinarietà a teatro, modernizzandone il linguaggio.
Dopo otto anni di studio non stop, la Lofi Girl si è finalmente diplomata Il volto dell’amatissimo canale YouTube ha mostrato il diploma su TikTok, dopo aver tenuto compagnia a milioni di studenti e lavoratori.
In Nepal oltre il 70 per cento delle auto vendute è elettrico In soli cinque anni il tasso di auto elettriche in circolazione nel paese ha raggiunto quello di Norvegia e Singapore. 
Hollywood sembra intenzionata a dare un sequel a tutte le commedie romantiche degli ultimi trent’anni Mentre si gira "Il diavolo veste Prada 2" sono stati annunciati i ritorni di "Il matrimonio del mio migliore amico" e "Sognando Beckham".
A Newton, in Massachusetts, i residenti stanno protestando perché è stata rimossa la bandiera italiana dipinta su una strada La linea tricolore era un simbolo storico: la sindaca ha difeso la scelta parlando di esigenze di sicurezza stradale.

Com’è il primo negozio di Supreme a Milano

Inaugura il 6 maggio in Corso Garibaldi il primo negozio fisico italiano del marchio streetwear di culto, recentemente acquisito dal gruppo Vf Corp.

di Studio
06 Maggio 2021

Alla fine ha aperto. Dopo almeno due anni di speculazioni, soffiate e attesa, finalmente Supreme ha inaugurato il suo primo negozio in Italia. È a Milano, al 20 di corso Garibaldi, e inaugura al pubblico giovedì 6 maggio, dopo essere stato anticipato da una t-shirt su cui il logo del brand fondato da James Jebbia nel 1994 a New York campeggia sull’ultima cena di Leonardo da Vinci, uno dei simboli di Milano e del nostro Paese. Le crew di skater milanesi, soprattutto quelle che si riuniscono in stazione Centrale, sono state opportunamente brandizzate e i loro volti sono comparsi nelle Stories sul profilo Instagram del marchio, a suggellare un’apertura che ha comportato a Supreme non pochi grattacapi: dai ritardi dovuti alla pandemia alla battaglia legale con Supreme Italia (o Supreme Barletta, com’è più conosciuta visto che è stata incredibilmente fondata nella città pugliese), che nel 2020 ha visto sentenze in Cina, Spagna e Italia riconoscere che l’unica Supreme, beh, è quella americana.

Quello di Milano è il tredicesimo negozio fisico del marchio nel mondo e va ad aggiungersi a quello di Londra in Europa, a quelli di New York e Los Angeles e agli store giapponesi. È legittimo pensare sia parte del piano di espansione che segue all’acquisizione di Supreme da parte del gruppo statunitense Vf Corp, che lo aveva rilevato nell’ottobre del 2017 alla strabiliante cifra di 2,1 miliardi di dollari. Un’acquisizione che, come scrivevamo su Rivista Studio all’epoca, segnava la definitiva messa a sistema, se così possiamo definirla, dello streetwear: dopo aver rivoluzionato il mondo del lusso, che ne ha copiato negli ultimi dieci anni le strategie di comunicazione e l’abitudine alle collaborazioni, il più celebre marchio di felpe e cappellini rinunciava al suo status di brand indipendente per diventare a tutti gli effetti globale, con tutto ciò che ne deriva. Diventare globali, in realtà, è sempre stato nei piani di Jebbia e il primo investimento di un fondo (Goode) in Supreme risale al 2014, quando ormai il mito del brand il cui primo negozio aveva aperto nel 1994 a Lafayette Street, Manhattan, era più che consolidato.

Oggi sbarca a Milano e si prepara, con molta probabilità, ad arrivare presto in Cina, dove la battaglia contro i fake è stata spinosa: esistono infatti almeno 11 “finti” negozi di Supreme, come aveva raccontato Highsnobiety. Intanto ieri sera @supreme_leak_news segnalava che qualcuno aveva già rubato l’insegna del negozio, in perfetto stile italiano: in realtà era un falso allarme, o una strategia di marketing.

Ph. courtesy of Supreme

Ph. courtesy of Supreme

Ph. courtesy of Supreme

Ph. courtesy of Supreme

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