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È uscito il primo trailer di Mountainhead, il film scritto e diretto da Jesse Armstrong di Succession

Parla di quattro amici molto ricchi e molto stronzi. E forse della fine del mondo.

23 Aprile 2025

Jesse Armstrong deve essere the hardest working man dell’industria dell’intrattenimento. A neanche due mesi dall’inizio della produzione, le riprese del suo film Mountainhead sono finite, c’è già una data d’uscita confermata (il 31 maggio alle 8 in streaming su Max, in Italia ancora non sappiamo dove e quando potremo vederlo) e adesso anche un primo teaser trailer. «Un’efficienza piuttosto insolita per un progetto così grosso», sottolinea giustamente Jordan Ruimy su World of Reel. Mountainhead è il primo lungometraggio scritto e diretto da Armstrong, un progetto al quale ha iniziato a lavorare subito dopo il finale di Succession.

Inutile dire che i fan si aspettano di ritrovare in Mountainhead tutto quello che hanno amato di Succession. Dalla brevissima sinossi del film, le premesse sembrano ottime: «Un gruppo di ricchi amici si ritrova durante una crisi finanziaria». A fare che? A fare quello che ci si aspetta in una storia scritta da Armstrong: fare gli stronzi, scambiarsi cattiverie, produrre battute memorabili a una velocità impareggiabile. «Four friends. $371 billion net worth. Zero culpability», si legge nella descrizione del teaser pubblicata su YouTube. I quattro amici (quattro «President of tech», come si autodefiniscono) sono interpretati da Steve Carell, Jason Schwartzman, Ramy Youssef e Cory Michael Smith.

Nel teaser non viene rivelato moltissimo della storia di Mountainhead. Sappiamo che tutto avviene in una lussuosa casa in montagna e in un mondo apparentemente sull’orlo della guerra totale: «Credo sia per questo che tutte queste atrocità mi emozionano. Mi viene da pensare alle persone che non stanno uccidendo nessuno», spiega, sarcastico, cinico, il personaggio interpretato da Steve Carrell. Mentre i quattro amici sciano, giocano a carte e bevono liquori costosi, il mondo brucia: al telegiornale si parla di violenze in India e del Presidente dell’Uzbekistan costretto a scappare a Londra.

Inevitabilmente, l’atmosfera si fa tesa anche nella lussuosa casa di montagna: uno dei quattro amici è l’uomo più ricco del mondo, ha inventato una “piattaforma” che ha contribuito alle violenze diffondendo notizie false e hate speech, e alla fine la cosa gli viene fatta notare e pesare. Neanche tutti i soldi del mondo possono davvero comprare la «zero culpability», allora. Almeno, non nel mondo di Jesse Armstrong.

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