Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Un gruppo di scienziati ha creato dei mini-cervelli a cui sono spontaneamente cresciuti degli occhi
Il fatto che un gruppo di scienziati stesse “coltivando” dei mini-cervelli creati in laboratorio è già di per sé molto affascinante. Se poi, come riporta Science Alert, scopriamo che i cervellini hanno sviluppato spontaneamente strutture oculari rudimentali, ci ritroviamo immersi nelle prime pagine di un grande romanzo di fantascienza. Solo che qui è tutto vero: sul sito scientifico Cell Stem Cell è possibile leggere il resoconto completo dello studio. Come scrive Patrick Benjamin su Dazed, commentando la notizia, gli scienziati avrebbero «creato inconsapevolmente una nuova e inquietante forma di essere vivente».
I cervellini sono stati realizzati raccogliendo cellule staminali umane adulte col potenziale di trasformarsi in molti tipi di tessuto diversi. Per evitare l’utilizzo di veri cervelli umani per i loro studi – una pratica che non sarebbe stata considerata etica – gli scienziati hanno “persuaso” le cellule a creare tessuto cerebrale. Queste hanno iniziato a formare strutture sensoriali già a circa 30 giorni dall’inizio del processo. Gli occhietti sono diventati chiaramente visibili a 50 giorni. «Questi blob sono destinati a fissare il nulla con uno sguardo vuoto per l’eternità. Se fossero indotti a formare delle bocche, urlerebbero per sempre?»: Patrick Benjamin di Dazed non riesce proprio a prenderla bene.
In effetti, è tutto abbastanza inquietante. Non solo le “coppe ottiche simmetriche” rispecchiano lo sviluppo degli occhi sugli embrioni umani, ma sembrano essere almeno parzialmente funzionali, perché rispondono alla luce inviando segnali al resto del tessuto cerebrale. Cosa vedono i cervellini? Probabilmente niente. Quello che conta è che i ricercatori intendono sfruttare l’esperimento per comprendere ulteriormente i processi di differenziazione degli occhi e nel trattamento delle malattie che li coinvolgono e immaginare la possibilità di creare una «generazione di organoidi personalizzati e fogli di epiteli di pigmento retinico utili per il trapianto».
Come ha affermato il neuroscienziato Jay Gopalakrishnan dell’ospedale universitario di Düsseldorf in Germania: «Il nostro lavoro mette in evidenza la notevole capacità degli organoidi cerebrali di generare strutture sensoriali primitive che sono sensibili alla luce e ospitano tipi di cellule simili a quelle che si trovano nel corpo». E ancora: «Questi organoidi possono aiutare a studiare le interazioni cervello-occhio durante lo sviluppo dell’embrione, modellare i disturbi retinici congeniti e generare tipi di cellule retiniche specifici del paziente per test farmacologici personalizzati e terapie di trapianto». Tutto molto interessante e importante, ma ci sembra doveroso sottolineare un ulteriore aspetto. Quanto sono carini?

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