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La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.
Microsoft ha annunciato che dal 5 maggio Skype “chiude” definitivamente L'app non sarà più disponibile, chi ancora si ricorda le credenziali potrà usarle per accedere a Teams.
Alexander Payne sarà il presidente della giuria alla prossima Mostra del cinema di Venezia Il regista torna sul Lido dopo un'assenza di otto anni: l'ultima volta ci era stato per presentare il suo film Downsizing.
I fratelli Gallagher si sono esibiti insieme per la prima volta dopo 16 anni In un circolo operaio a Londra.

L’importanza di Melvin Van Peebles, icona del cinema afroamericano

23 Settembre 2021

Nel 50esimo anniversario del suo Sweet Sweetback’s Baadasssss Song, film di culto degli anni Settanta, è morto il regista Melvin Van Peebles all’età di 89 anni. Attore, produttore, sceneggiatore e giornalista fu simbolo di una generazione, tanto che venne spesso chiamato il “padrino del cinema nero moderno”. Poliedrico, come ricorda la Bbc, è stato anche musicista di successo e si è occupato di letteratura e teatro. Una vita intensissima sin da quando, giunto a Parigi dopo una laurea alla Ohio Wesleyan University e dopo tre anni di servizio militare nell’aeronautica, iniziò a scrivere diversi romanzi, riuscendo a trasformarne uno in un film, che ottenne il premio della critica al festival di San Francisco nel 1967: occasione che lo portò ad Hollywood come autore di una colonna sonora. Fu con i proventi dell’ingaggio che riuscì a finanziare quello che sarebbe diventato il suo capolavoro: Sweet Sweetback’s Baadasssss Song, una denuncia allo schiavismo e al razzismo caratterizzata però da un tono innovativo, non drammatico, che vedeva il protagonista trionfare nel finale. «Volevo fare un film vittorioso, in cui i neri potessero uscire a testa alta e non la solita roba», dichiarò Van Peebles negli anni a seguire. 

«Tutti i film sui neri fino ad ora sono stati raccontati attraverso gli occhi della maggioranza anglosassone nei loro ritmi, nel linguaggio e nel ritmo», disse invece a Newsweek nel 1971, l’anno dell’uscita del film. La trama è incisiva: dalla prospettiva di un ragazzo nero, Van Peebles mostra un contesto iper sessualizzato e violento, ambientando la vicenda in un ghetto, in cui un giovane gigolò ingiustamente accusato di omicidio inizia a sfuggire dalla polizia. «Questo film è dedicato a tutti i fratelli e le sorelle che ne hanno abbastanza dell’uomo bianco», si legge nel film che ebbe un successo inimmaginabile. Nonostante venne marchiato con il “bollino rosso” per essere destinato quindi ai soli adulti e nonostante le aspre critiche del New York Times (lo definì “un oltraggio”, accusando il regista di lucrare sulle ingiustizie) il film incassò 14 milioni di dollari.

Proprio dal successo di Sweet Sweetback’s Baadasssss Song, forse intravedendo un nuovo pubblico, Hollywood iniziò a produrre film simili, attirando pesanti critiche sia dalla stampa bianca che da quella nera, per via dell’esasperazione dei temi quali la criminalità e la tossicodipendenza. Operazioni che Van Peebles criticherà aspramente per tantissimo tempo, come quando, nei primi anni Duemila, commentò che «Hollywood ha soppresso il nostro messaggio politico e ci ha trasformato in caricature». Nonostante gli arrivarono numerose offerte, Van Pleebles preferì comunque lavorare a progetti indipendenti, collaborando con Broadway, scrivendo e producendo alcuni spettacoli, tra cui Don’t Play Us Cheap, nominato ai Tony Awards. Negli anni ’80 si reinventò pure trader a Wall Street, scrivendo un manuale finanziario per principianti.  

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