Cose che succedono | Cronaca

Le accuse nei confronti di Lizzo si stanno facendo sempre più serie

Tre ballerine hanno fatto causa a Lizzo, la sua casa di produzione Big Grrrl Big Touring, Inc. e alla capa del corpo di ballo Shirlene Quigley. Se ne sta parlando moltissimo in questi giorni su praticamente tutti i siti, le riviste e i giornali americani: Arianna Davis, Crystal William e Noelle Rodriguez accusano Lizzo di molestie sessuali, di discriminazione religiosa e razziale, di discriminazione ai danni di una persona disabile e anche di aggressione. Dopo la diffusione della notizia, diversi ex collaboratori della cantante hanno espresso la loro solidarietà alle tre donne e raccontato episodi simili vissuti in passato. Tra questi ex collaboratori ci sono anche la regista Nahli Allison, che per due settimane aveva lavorato a un documentario su Lizzo poi abbandonato a causa della «mancanza di rispetto, dell’arroganza, dell’egocentrismo e della scortesia» di quest’ultima, e l’ex creative director della cantante, Quinn Wilson, che si è limitata a dire «c’è un motivo se ho abbandonato questo settore ormai tre anni fa». Né Allison né Wilson hanno però sporto denuncia nei confronti della cantante, e finora non hanno espresso la volontà di unirsi alla causa in corso.

Nella denuncia presentata dalle tre ballerine vengono raccontati diversi episodi abbastanza grotteschi. C’è quello in cui Lizzo invita tutte le sue collaboratrici in uno strip club di Amsterdam e a un certo punto si mette a intonare un coro per convincere Davis a a toccare il seno di una spogliarellista, insistendo nonostante Davis avesse chiaramente, per tre volte, espresso il disagio che la situazione le stava provocando. Nella stessa serata, Lizzo avrebbe costretto un membro della sua sicurezza a salire sul palcoscenico del locale, ad abbassarsi i pantaloni e a farsi colpire con una frusta. Davis ha raccontato anche che Lizzo l’avrebbe più volte sottoposta a fat shaming in diverse “riunioni di lavoro”. Una di queste riunioni Davis decise di registrarla di nascosto: quando Lizzo lo venne a sapere, la licenziò immediatamente.

In un pezzo scritto su Vulture, Tirhakah Love sostiene che dalle testimonianze delle tre ballerine viene da pensare che lavorare per Lizzo fosse come appartenere a una «setta» il cui capo passa gran parte del suo tempo a provare la sua onnipotenza costringendo i suoi “fedeli” a fare tutto quello che gli passa per la testa (in particolare, Love si riferisce alla serata in cui Lizzo avrebbe costretto delle persone che lavoravano per lei a mangiare una banana infilata per metà nella vagina di una spogliarellista). Come se questo non fosse abbastanza, ci sono anche le accuse, come detto, di discriminazione religiosa e razziale. Queste sono state rivolte anche ai dirigenti della società di produzione di Lizzo, «tutti europei bianchi che spesso accusavano i neri e le nere del dance team di essere persone pigre, poco professionali e di avere un “brutto atteggiamento”». Oggi Lizzo ha pubblicamente risposto alle accuse che le sono state rivolte con un comunicato stampa diffuso sui suoi profili social: ha definito i racconti di Davis, William e Rodriguez «assurdi», sottintendendo che nessuna delle tre può essere considerata affidabile in quanto si tratta di «persone che hanno già ammesso pubblicamente di aver avuto comportamenti inappropriati mentre erano in tour con me».

Aggiornamento delle ore 17 di giovedì 3 agosto

L’avvocato di Lizzo ha inviato a Tmz il video del provino che Arianna Davis, una delle tre donne che hanno denunciato la cantante, fece per la seconda stagione di Watch Out for the Big Grrrls, talent show attraverso il quale Lizzo sceglieva alcune delle collaboratrici che l’avrebbero seguita nei suoi tour. Secondo l’avvocato, il video risale a un periodo successivo a quello al quale risalirebbero i fatti raccontati da Davis nella sua denuncia.