Hype ↓
03:36 mercoledì 26 novembre 2025
Anche il Vaticano ha recensito entusiasticamente il nuovo album di Rosalía José Tolentino de Mendonça, prefetto per il Dicastero per la Cultura e l’educazione del Vaticano, ha definito Lux «una risposta a un bisogno profondo nella cultura contemporanea».
La nuova funzione di geolocalizzazione di X si sta rivelando un serio problema per i politici Non è facile spiegare come mai i più entusiasti sostenitori di Donald Trump postino dall'India o dalla Nigeria, per esempio.
Gli Oasis hanno detto che adesso che il reunion tour è finito si prenderanno una pausa di riflessione Ovviamente, sono già partite le indiscrezioni: si separano di nuovo? Faranno un nuovo tour? Stanno lavorando a un nuovo album?
Il Grande Museo Egizio di Giza ha appena aperto ma ha già un grave problema di overtourism A nulla è servito il limite di 20 mila biglietti disponibili al giorno: i turisti sono già troppi e il Museo adesso deve trovare una soluzione.
È morto Jimmy Cliff, l’uomo che ha fatto scoprire il reggae al mondo Aveva 81 anni e senza di lui non sarebbe esistito il reggae per come lo conosciamo oggi. Anche Bob Marley deve a lui il suo successo.
Gli elettori di Ompundja, Namibia, sono così contenti del consigliere regionale Adolf Hitler Uunona che lo rieleggeranno Si vota il 26 novembre e il politico dallo sfortunato nome è praticamente certo di essere rieletto nel consiglio regionale dell'Oshana.
Edoardo e Angelo Zegna: la quarta generazione della famiglia Zegna diventa Co-Ceo del brand Ermenegildo Zegna, nipote del fondatore del marchio, si sofferma sull'importanza come leader del guardare avanti impegnandosi a formare la prossima generazione di leadership
Dopo la vittoria del Booker, le vendite di Nella carne di David Szalay sono aumentate del 1400 per cento  Nel gergo dell'industria letteraria si parla ormai di Booker bounce, una sorta di garanzia di successo commerciale per chi vince il premio.

Come parlare dei libri scritti dagli amici

È difficile fare i complimenti agli scrittori che conosciamo: una confessione in mezzo al guado dell'insincerità.

04 Luglio 2018

Da tanto tempo a questa parte ho un problema coi complimenti. Quando concludo un libro o anche un articolo che mi è piaciuto particolarmente mi sembra doveroso fare i complimenti all’autore, solo che poi non riesco a farli. Mi pare che questo lavoro, scrivere, sia valutato talmente poco – dico, non solo economicamente – che chi si è sforzato con profitto meriti almeno una parola di conforto. Di qualsiasi tipo, anche da uno sconosciuto da cui non può ottenere nulla in cambio, giusto un po’ più di attenzione da quel momento in poi. Probabilmente è una mia convinzione, all’autore non gliene frega nulla e infatti spesso mi accontento di retwittare quel pezzo su un social o consigliare a un amico quel libro, se capita, e la cosa finisce lì. Ma il desiderio di essere più amichevole e sincero mi resta.

Eppure non dovrebbe essere difficile, oggi, rivolgere dei complimenti più sentiti. Potrei fare una foto di quel libro assieme alla mia colazione, potrei sottolinearlo e fotografarlo, potrei esagerare coi complimenti pubblici sapendo che l’eccessivo entusiasmo verrebbe comunque tarato con un po’ di ironia. Potrei fare una di queste cose o più assieme, ma non le faccio. Non me ne voglia chi lo fa, li invidio molto, sento che sono più liberi di me, ma sono tutte cose che mi mettono in imbarazzo. Forse perché faccio un sacco di molliche con la colazione e perché non sottolineavo neanche a scuola perché volevo rivendermi i libri, ma è più forte di me. Quando James Franco scrisse quel pezzo sul New York Times in difesa del selfie, disse che non ci si può fidare di chi non si fa i selfie perché sono persone che non hanno il coraggio di guardare il proprio interlocutore negli occhi. Sono due tipi di foto ed esibizione di sé molto diverse, mi direte, e d’accordo, può essere, ma, nella mia mente, si assomigliano molto.

Il mio timore è, però, legato anche al fatto che mi pare di sguazzare nei complimenti degli altri e io, quando vedo i complimenti degli altri, sono sempre sospettoso. Mi sembra che maggior parte dei complimenti a cui siamo ormai abituati facciano parte di una capillare e studiata operazione di posizionamento. Le foto coi libri, le recensioni che ci scambiamo, persino i like vengono pesati: più si assottigliano le possibilità di questa specie di ambiente culturale in cui ci illudiamo di vivere e più i complimenti diventano una delle poche forme efficaci di ascesa. Una recensione entusiasta può valerti un invito a un festival, verrai ringraziato con un altro vertiginoso complimento, una presentazione, incroci tra case editrici, consulenze per un programma tv. Per carità, intendiamoci, non dico che non ci sia nulla di sincero mai, anzi, non voglio fare il solito intervento millenarista sul marcio del mondo culturale, tutt’altro, ma dire che proprio la presenza di tanta sincerità mista a tanta insincerità rende complicate le cose e lascia qualcuno, pochi, spaventati di essere presi per falsi.

L’unica cosa per cui mi piace inviare dei fiori è che puoi andare dal fioraio e sfogliare gli elenchi di frasi fatte di accompagnamento per mazzi di fiori. Quando hai pagato e pensi di aver finito, il fioraio ti ricorda che potresti aggiungere una frase, allora ti ritrovi con la penna in mano e il foglietto bianco. E scopri di non avere alcuna idea. Tabula rasa. Il vuoto. Lui riconosce l’occhio disperato, lo smarrimento di chi guardandosi attorno cerca un’ispirazione che non può arrivare, come fossimo ancora a scuola davanti a un compito di matematica, e allora, da sotto il banco, ti passa uno di quei begli elenchi di frasi fatte. Libroni usurati, sfogliati e risfogliati decine di volte da anaffettivi come te. E finalmente tutto si ricompone. Frasi per papà, citazioni per la mamma, auguri per il fratello, cose passionali per la fidanzata, cose più mature e distaccate per le mogli, porcate per l’amante. La somma del tuo vuoto e del vuoto delle frasi incredibilmente produce il senso. E puoi scrivere “La felicità è un bene vicinissimo, alla portata di tutti: basta fermarsi e raccoglierla. Ti amo XXX”; attribuendolo a Seneca, o perfino appropriandone, senza sentirti cretino. Ecco, io avrei bisogno di un elenco del genere anche per i complimenti librari per dire a Simone Lenzi e a Veronica Raimo che i loro libri mi sono piaciuti.

Articoli Suggeriti
Anche il Vaticano ha recensito entusiasticamente il nuovo album di Rosalía

José Tolentino de Mendonça, prefetto per il Dicastero per la Cultura e l’educazione del Vaticano, ha definito Lux «una risposta a un bisogno profondo nella cultura contemporanea».

Gli Oasis hanno detto che adesso che il reunion tour è finito si prenderanno una pausa di riflessione

Ovviamente, sono già partite le indiscrezioni: si separano di nuovo? Faranno un nuovo tour? Stanno lavorando a un nuovo album?

Leggi anche ↓
Anche il Vaticano ha recensito entusiasticamente il nuovo album di Rosalía

José Tolentino de Mendonça, prefetto per il Dicastero per la Cultura e l’educazione del Vaticano, ha definito Lux «una risposta a un bisogno profondo nella cultura contemporanea».

Gli Oasis hanno detto che adesso che il reunion tour è finito si prenderanno una pausa di riflessione

Ovviamente, sono già partite le indiscrezioni: si separano di nuovo? Faranno un nuovo tour? Stanno lavorando a un nuovo album?

È morto Jimmy Cliff, l’uomo che ha fatto scoprire il reggae al mondo

Aveva 81 anni e senza di lui non sarebbe esistito il reggae per come lo conosciamo oggi. Anche Bob Marley deve a lui il suo successo.

La musica ha un potere politico che non stiamo ancora sfruttando

In un intervento dal festival Linecheck, Dave Randall ha sostenuto la necessità di redistribuire la ricchezza in un'industria in cui troppo spesso la logica del profitto va contro l'interesse della maggioranza.

Jon M. Chu ha sempre saputo che Wicked sarebbe diventato un blockbuster

Ci ha messo 20 anni a realizzare il film dei suoi sogni, che adesso è in cima al botteghino italiano, americano e mondiale. Lo abbiamo incontrato e ci ha raccontato della sua passione per il teatro, del ristorante dei suoi genitori e di quella volta che incontrò Spielberg.

Dopo la vittoria del Booker, le vendite di Nella carne di David Szalay sono aumentate del 1400 per cento 

Nel gergo dell'industria letteraria si parla ormai di Booker bounce, una sorta di garanzia di successo commerciale per chi vince il premio.