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Le frasi più assurde della campagna elettorale Usa (finora)

 

Gingrich alle prese con un panda e del bambù (©AP Photo)

Tra caucus, dibattiti e interviste, la campagna elettorale per le elezioni presidenziali Usa che si terranno il prossimo novembre, impazza da molti mesi. In tutto questo tempo i candidati hanno avuto modo di illustrare agli elettori i propri programmi, accusarsi a vicenda delle più varie nefandezze e spiegare perché Obama non deve vincere. Politico ha raccolto le 50 frasi “più folli” della corsa verso il 2012. Ne segnaliamo un po’, consigliandovi di leggervele tutte, anche per riassumere questa lunghissima sfida elettorale, che durerà ancora a lungo.

«Vediamo. Non ce la faccio. Il terzo… non mi viene in mente. Ops. Scusate» (9 novembre 2011, Rick Perry non riesce a ricordarsi il nome del terzo dipartimento federale che taglierebbe da Presidente).

«Devo raccontare la mia storia. Anch’io sono disoccupato» (16 giugno 2011, Mitt Romney dice la sua ai disoccupati della Florida).

«Chiediglielo a quelli di Tiffany» (22 maggio 2011, Newt Gingrich risponde così a un giornalista che gli chiedeva conto dei 500 mila dollari che aveva speso in gioielli).

«Che razza di nazione è quella in cui solo le persone senza fede possono andare nella pubblica piazza e dire la loro? È una cosa che mi fa vomitare» (26 febbraio 2012, Rick Santorum).

«Aw, shucky ducky» (21 maggio 2011, Hermann Cain annuncia la sua candidatura alle primarie repubblicane con un’espressione poco consona all’occasione).

«Beh, non credo dovremmo tornare sulla Luna. Credo che ci dovremmo mandare qualche politico» (26 gennaio 2012, Ron Paul).

«Le corporation sono persone, amico mio» (11 agosto 2011, Mitt Romney in una delle frasi più celebri di questa sfida elettorale).