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Hollywood sembra intenzionata a dare un sequel a tutte le commedie romantiche degli ultimi trent’anni Mentre si gira "Il diavolo veste Prada 2" sono stati annunciati i ritorni di "Il matrimonio del mio migliore amico" e "Sognando Beckham".
A Newton i residenti stanno protestando perché è stata rimossa la bandiera italiana dipinta su una strada La linea tricolore era un simbolo storico: la sindaca ha difeso la scelta parlando di esigenze di sicurezza stradale.
Il Washington Post ha pubblicato una lista dei nomi dei minori uccisi a Gaza Il lungo elenco occupa due intere pagine della testata ma copre meno del 20% della lista di morti accertate.
Yorgos Lanthimos ha diretto il nuovo video di Jerskin Fendrix con protagonista Emma Stone La star è la protagonista del bizzarro video Beth’s Farm, che anticipa il secondo album del musicista e collaboratore di Lanthimos. 
Anche il Regno Unito accelera sul riconoscimento della Palestina come Stato  La mossa del presidente francese Macron sembra aver innescato un cambiamento di rotta senza precedenti nel Vecchio continente.
È morta a 101 anni la donna che diede il nome all’hula hoop Joan Anderson scoprì il gioco in Australia e ne coniò il nome, ma il suo contributo venne riconosciuto solo cinquanta anni dopo.

Le conseguenze del rovinare un’opera di Banksy

22 Settembre 2014

Banksy, lo street artist più famoso (e più ricco) del mondo, è ormai da tempo un brand internazionale. Una delle contraddizioni più dibattute delle sue opere è che queste ultime, stando alla legge degli Stati che le ospitano, su un piano teorico sarebbero illegali. Tale è. sempre in teoria, quella che l’artista ha disegnato su un muro di Park City, nello Utah, in concomitanza con la premiere del suo documentario Exit Through The Gift Shop al Sundance del 2010, un cameraman accovacciato che riprende un fiore rosa.

Diverse altre opere sviluppate nelle stesse ore in luoghi pubblici vennero fatte cancellare dalla polizia dello Utah. Altre, però – come nel caso di quella di cui parliamo – trovandosi su proprietà privata vennero preservate con coperture in plexiglass. David William Noll, trentaseienne originario della California, pochi giorni fa ha ammesso di essersi reso colpevole di aver deturpato il cameraman e altre opere di Banksy, spiegando che avrebbe agito senza consapevolezza a causa della sindrome bipolare di cui soffre (anche se il procuratore della contea di Summit, Ohio, crede più semplicemente che l’uomo, anch’egli artista, ce l’abbia particolarmente col prestigio di cui godono le opere del celebre street artist, tanto da essere stato condannato a cinque mesi di prigione in California per fatti analoghi).

Risultato: ora Noll, avendo patteggiato, per evitare il carcere deve risarcire tredicimila dollari prima della fine di novembre – una somma che verrà investita per sistemare il plexiglass e assumere un professionista in grado di restaurare i graffiti colpiti. Lavori che in altri tempi sarebbero stati considerati illegali a loro volta.

(via)

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