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14:19 martedì 1 luglio 2025
Gli asini non sono affatto stupidi e se hanno questa reputazione è per colpa del classismo Diverse ricerche hanno ormai stabilito che sono intelligenti quanto i cavalli. La loro cattiva fama ha a che vedere con l'associazione alle classi sociali più umili.
In Turchia ci sono proteste e arresti per una vignetta su Maometto pubblicata da un giornale satirico Almeno, secondo le autorità e i manifestanti la vignetta ritrarrebbe il profeta, ma il direttore del giornale ha spiegato che non è affatto così.
Una delle band più popolari su Spotify nell’ultimo mese è un gruppo psych rock generato dall’AI Trecentomila ascoltatori mensili per i Velvet Sundown, che fanno canzoni abbastanza brutte e soprattutto non esistono davvero.
A Bologna hanno istituito dei “rifugi climatici” per aiutare le persone ad affrontare il caldo E a Napoli un ospedale ha organizzato percorsi dedicati ai ricoveri per colpi di calore. La crisi climatica è una problema amministrativo e sanitario, ormai.
Tra i contenuti speciali del vinile di Virgin c’è anche una foto del pube di Lorde Almeno, secondo le più accreditate teorie elaborate sui social sarebbe il suo e la fotografia l'avrebbe scattata Talia Chetrit.
Con dei cori pro Palestina e contro l’IDF, i Bob Vylan hanno scatenato una delle peggiori shitstorm della storia di Glastonbury Accusati di hate speech da Starmer, licenziati dalla loro agenzia, cancellati da Bbc: tre giorni piuttosto intensi, per il duo.
La Rai vorrebbe abbandonare Sanremo (il Comune) e trasformare Sanremo (il festival) in un evento itinerante Sono settimane che la tv di Stato (e i discografici) litigano con il Comune: questioni di soldi, pare, che potrebbero portare alla fine del Festival per come lo conosciamo.
La storia del turista norvegese respinto dagli Stati Uniti per un meme su Vance sembrava falsa perché effettivamente lo era Non è stato rimpatriato per le foto salvate sul suo cellulare, ma semplicemente perché ha ammesso di aver consumato stupefacenti.

Le avventure del (falso) critico del NYTimes su Twitter

01 Febbraio 2012
Kakutani, firma letteraria del NYTimes.

Michiko Kakutani è una critica letteraria giapponese americana. Vincitrice del premio Pulitzer, è dal 1979 al New York Times, dove è diventata una delle voci critiche di punta del giornale. È particolarmente nota per il suo linguaggio forbito. Il 29 dicembre 2011 è sbarcata su Twitter, un fatto che ha stupito parecchio, visto la natura schiva dell’autrice. Cosa ancor più strana, Kakutani ha cominciato a twittare su argomenti bizzarri, applicando il proprio criticismo a oggetti come lo Swiffer:

È con gran frustrazione che il lettore prova ad applicare il nuovo manico Swiffer alla sua base. Il libretto d’istruzione è pura chiacchiera indulgente.

Non ci è voluto molto a capire che l’account @CriticMichico fosse un fake scherzoso, una parodia ben riuscita dello stile alto e snob della giornalista. Per capirlo basta leggere la sua biografia sul social network, che recita: Just hanging out, limning about books (traducibile con “cazzeggio e parlo di libri”). Il verbo “limning“, aluico e raro, significa in realtà dipingere, disegnare. È una delle fisse della Kakuthani, tanto che nel 2003 Harper’s pubblicò un articolo (titolo: “Limnphomania“) che era una collezione di citazioni in cui la critica aveva coniugato il verbo to limn nei modi più disparati:

Limn an entire life in a couple of pages

Limn the trajectory of an entire life in a handful of pages

Limn the suffocating atmosphere of small-town life and the alienation experienced by those who defy its provincial mores

E anche Salon, magazine culturale online, ne ha parlato quest’estate, notando come l’inusuale verbo era tornato negli articoli della studiosa dopo un periodo d’assenza.

L’account fasullo sembra quindi studiato nei minimi dettagli e ha finito per attirare l’attenzione del New York Daily News e l’Atlantic Wire. Quest’ultimo ha raccontato gli ultimi sviluppi della vicenda, che hanno visto l’entrata in gioco di un nuovo profilo (@ActualNYTMK), anche questo falso, probabilmente, che ha cominciato a duellare con la presunta critica chiedendogli di smetterla di spacciarsi per lei: “Smettila di spacciarti per me. Io sono io”. Lo scherzo si sta trasformando in un piccolo caso nel mondo del giornalismo statunitense, tanto che Ron Charles, critico del Washington Post, ha dovuto smentire ufficialmente di essere l’autore dell’account falso: “La policy del Washington Post Co. mi proibisce di prendere in giro la concorrenza al di fuori dei video satirici”.

Che ne sarà di @CriticMichico? Sarà chiuso a forza o continuerà a dipingere su Twitter?

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