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Nell’aeroporto di Los Angeles ci sono dei cagnolini anti-stress

Il nome del programma rende bene l’idea: Pets Unstressing Passengers (PUP), animali domestici che tolgono lo stress. Da tempo, ormai, l’aeroporto si è munito di cagnolini con l’idea precisa di rendere l’attesa meno stressante per i passeggeri. Perché, la cosa è stranota, accarezzare un cucciolo metterebbe di buon umore chiunque. Inoltre i cani sono accompagnati da padroni, anche loro in funzione anti-stress (devono essere disponibili a fornire informazioni, ché serve pure quello).
Recentemente ci ha fatto un reportage su Vice Emma Specter, che ha avuto la fortuna di coccolare due labrador, Ryu e Echo, e un bulldog di nome Pierre. I volontari distribuivano anche delle cartoline con le foto dei cagnolini, che hanno riscosso molto successo con i bambini. «È un fatto incontestabile della vita moderna che i cagnolini siano una cosa buona e gli aeroporti siano una cosa cattiva», scrive Specter. «E non c’è nulla che Los Angeles ama più di mettere insieme il bene e il male». Una controindicazione del programma, aggiunge, è però che tende a sovraeccitare i più piccoli: «Per quanto i cagnolini di PUP dovrebbero de-stressare i passeggeri, il livello di eccitazione che generano in qualche bambino fa tutt’altro che alleviare lo stress dei loro genitori».

In occasione di Halloween, i cagnolini del programma PUP indossano anche dei costumi (come si può vedere dalla foto). La cosiddetta pet therapy, insomma l’idea che coccolare degli animali domestici faccia bene all’anima, solitamente è associata a contesti moderni, infatti va per la maggiore dagli anni Settanta. Però ha origini molto antiche: uno dei primi sostenitori della pet therapy fu William Tuke, un filantropo quacchero che fondò un ricovero per i malati mentali nella campagna inglese.
Foto Getty

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