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È morta a 71 anni Kirstie Alley

Per l’obituary di Kirstie Alley il New York Times ha scelto una foto bellissima – sguardo penetrante, capelli fluenti, giacca rosso fuoco – dei tempi in cui interpretava Rebecca Howe in Cheers. La controversa attrice, conosciuta soprattutto per i suoi ruoli degli anni Ottanta e Novanta e per essere stata tra le prime a parlare di grassofobia nel mondo di Hollywood, è morta il 5 dicembre a 71 anni. A dare la notizia sono stati i figli True e Lillie Parker: «Siamo rattristati di informarvi che la nostra incredibile, fiera e amorevole mamma ci ha lasciati dopo una battaglia con un cancro scoperto di recente».

Nata in Kansas nel 1951, Kirstie Alley si trasferisce a Los Angeles con l’obiettivo di diventare attrice. La sua carriera cinematografica decolla tardissimo e dopo moltissimi sforzi, nel 1982, quando Alley ha ormai 31 anni. Prima un ruolo in Stark Trek II, poi il successo lungo undici stagioni di Cheers (da noi Cin cin) nel ruolo di Rebecca Howe, la direttrice del bar in cui è ambientata la serie, una donna in carriera, professionale, performante, attratta solo da uomini ricchi (spoiler: alla fine dell’undicesima stagione sposerà un idraulico), grazie al quale ha vinto un Golden Globe e il suo primo Emmy (il secondo arriva nel 1994 con David’s Mother, in cui interpreta la madre di un adolescente autistico). Come si legge sul Nyt, la sua Rebecca è cambiata lentamente nel corso del tempo, passando da manager fredda ed efficiente a parte integrante della gang del bar, vivace e sarcastica. Un team, quello del Cheers, che in realtà non era affiatato come sembrava: nel 2019, in un’intervista con Entertainment Tonight, Alley aveva detto di aver assistito, sul set, a un’infinità di comportamenti scorretti – «erano la norma», disse – anche da parte dei co-protagonisti Ted Danson e Woody Harrelson.

Su Twitter i fan stanno commentando la sua morte elencando le loro serie e film preferiti in cui Alley ha recitato, tra cui Veronica’s Closet, Nord e Sud, Sulle tracce dell’assassino, Scappatella con il morto, Bella da morire, Harry a pezzi. John Travolta ha ricordato il tempo passato assieme a lei sul set di Senti chi parla. Ma tanti commenti riguardano anche la vita tormentata dell’attrice, l’oscuro rapporto con Scientology, l’appassionato supporto a Trump (che infatti l’ha omaggiata con un post su Truth) e lo scontro del 2020 con la community Lgbtq+, quando criticò l’Academy per aver inserito la regola della diversity nella selezione per il miglior film definendola «una vergogna».

Tutti, però, sono d’accordo nel considerare la vita di Kirstie Alley una vita difficile: verso i trent’anni, dopo aver perso la madre in un incidente stradale, il divorzio dal primo marito e tante difficoltà nel trovare lavoro, diventa dipendente dalla cocaina. Il successo tra cinema e tv finalmente arriva, ma negli anni Duemila tornano la depressione e la dipendenza. Dopo il secondo divorzio l’attrice inizia a ingrassare e arriva a superare i cento chili. Nel 2005 è la protagonista di Fat actress, un interessante esperimento tra serie tv e reality ispirato alla sua esperienza di attrice sovrappeso che, all’interno dell’ostile sistema hollywoodiano, intraprende vari, e disperati, tentativi di dimagrire. Un’esperienza che racconta in un’autobiografia a lieto fine, How to lose your ass and regain your life. Reclutant confessions of a big-butted star. Dal 2020 si era dedicata al suo podcast Kristie Alley On The Verge, la cui ultima puntata risale al 14 gennaio 2022.