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Karlismi

Gli exploit di un'icona irriverente – e potentissima – diventano un libro: Il mondo secondo Karl. Ovviamente Lagerfeld.

di Marta Casadei

L’ultima immagine, minuziosamente studiata, che ha voluto offrire pochi giorni fa al suo pubblico è quella di una moda che eleva l’essere umano al di là della distruzione, delle macerie. Quella di un nuovo inizio sotto il vessillo della bellezza, della couture. E non c’è dubbio che a creare uno scenario quasi post bellico all’interno dello splendido Grand Palais parigino, dalla riapertura sede dei defilé Chanel, Karl Lagerfeld si sarà impegnato al massimo. E anche un po’ divertito: ama fare le cose in modo diverso e, soprattutto, farle prima degli altri.

Nel 2011 ha diretto lo spot pubblicitario del gelato Magnum, mentre lo scorso marzo ha realizzato un lungometraggio che racconta gli esordi di Coco Chanel, interpretata da Keira Knightley, commissionato dall’eponima maison.

Lo chiamano il Kaiser della moda internazionale e a buon diritto: in primis perché è tedesco – è nato a Monaco di Baviera il 10 settembre, resta da stabilire se del 1933 o del 1935 – e in secondo luogo perché non c’è dimensione della moda che Lagerfeld non sia riuscito, nella sua carriera lunga oltre 50 anni, a dominare. La parola chiave per definire Kaiser Karl è solo una: eclettico. Lagerfeld è infatti designer, direttore creativo di numerose e prestigiose collezioni tra cui spiccano la già citata Chanel, ma anche la linea donna di Fendi alle quali si aggiunge la collezione Karl Lagerfeld, che a partire dal 2014 si arricchirà dei profumi. Non è ovviamente finita: KL è fotografo – ha firmato il Calendario Pirelli 2011, svariate campagne pubblicitarie di griffes internazionali e, per l’ultimo Salone del Mobile, ha immortalato anche le creazioni dell’azienda italiana Cassina – e regista: nel 2011 ha diretto lo spot pubblicitario del gelato Magnum, mentre lo scorso marzo ha realizzato un lungometraggio che racconta gli esordi di Coco Chanel, interpretata da Keira Knightley, commissionato dall’eponima maison. È stato anche attore, in uno spot sulla sicurezza stradale realizzato dalla Repubblica Francese.

Più che uno stilista Lagerfeld è un’icona: sugli oltre 40 kg persi dal couturier nel 2001 – diceva di voler indossare gli abiti di Hedi Slimane: chiunque abbia visto la sfilata uomo di Saint Laurent per la primavera estate 2014 si renderà conto della portata della sfida, peraltro vinta – il dottor Jean-Claude Houdret ha scritto un apposito libro, The Karl Lagerfeld Diet. E, se non bastasse, il look di Kaiser Karl è talmente identificativo – capelli candidi legati in una coda, completo nero e camicia bianca, occhiali rigorosamente neri e guanti senza dita – che a sua immagine e somiglianza è stata commercializzata perfino una collezione di orsetti di pelouches prodotta da Steiff. Un’edizione limitata di 2500 pezzi, venduti a circa 2mila dollari l’uno.

Tuttora una sezione del sito karl.com, che tiene aggiornati gli utenti sulle mille e un’avventura che lo stilista ha intrapreso o intraprenderà a breve, c’è una sezione dal titolo “Karl-ism” ovvero aforismi di Karl.

A spiegare – con le sue stesse parole, oltretutto -–la portata del fenomeno Lagerfeld arriverà a settembre un libro: Le mond selon Karl, scritto da Patrick Mauriès, Jean-Christophe Napias e Sandrine Gulbenkian e illustrato da Charles Ameline. Il libro, che verrà pubblicato dalla casa editrice francese Flammarion e sarà disponibile anche in una versione inglese, mette nero su bianco una delle caratteristiche chiave del grande stilista: la mania di commentare, tutto e tutti. E impiegando diversi mezzi di comunicazione: assecondando le sue manie pionieristiche Lagerfeld ha aperto il proprio account ufficiale su Twitter nel 2008, regalando ai suoi fan vere e proprie perle di saggezza. Tuttora una sezione del sito karl.com, che tiene aggiornati gli utenti sulle mille e un’avventura che lo stilista ha intrapreso o intraprenderà a breve, c’è una sezione dal titolo “Karl-ism” ovvero aforismi di Karl: “Pensate rosa, ma non indossatelo”; “Il cambiamento è la via più sana per sopravvivere” e molti altri.

A rendere tutto più vivace è la naturale attitudine di Lagerfeld ad essere politically uncorrect, cosa che si può permettere di fare trovandosi in cima ad una piramide che poggia su diversi miliardi di euro. Così tra gli aforismi spuntano le frasi scomode: “Le stampe floreali sono per signore di mezza età che hanno problemi di peso”; “Le scarpe e gli accessori sono importanti per me perché con loro tutti hanno una taglia da modella”; “Penso che i tatuaggi siano orribili: è come vivere tutto il tempo con addosso un abito di Pucci”. A queste si aggiungono gli ormai celebri exploit dell’Imperatore su alcuni volti noti – “Non mi piace il viso di Pippa Middleton: dovrebbe far vedere solo il lato b”; “Adele è la donna del momento: è un po’ troppo grassa, ma ha un bel viso e una voce stupenda” – e su intere popolazioni. “Se fossi una donna russa sarei lesbica perché gli uomini sono orrendi”; “Nessuno vuole che la Grecia scompaia (riferendosi alla crisi economica, ndr), ma i greci hanno delle abitudini disgustose. Anche gli italiani”.

Vi siete offesi? Sappiate che Karl non è coinvolto in nessun modo nella stesura del libro, pur avendo dato il suo silente beneplacito. Come a dire: “Io posso”. E chi se no?