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21:39 martedì 16 settembre 2025
In Nepal hanno nominato una nuova Presidente del Consiglio anche grazie a un referendum su Discord Per la prima volta nella storia, una piattaforma pensata per tutt'altro scopo ha contribuito all'elezione di un Primo ministro.
Amanda Knox è la prima ospite della nuova stagione del podcast di Gwyneth Paltrow Un’intervista il cui scopo, secondo Paltrow, è «restituire ad Amanda la sua voce», ma anche permetterle di promuovere il suo Substack.
Luigi Mangione non è più accusato di terrorismo ma rischia comunque la pena di morte L'accusa di terrorismo è caduta nel processo in corso nello Stato di New York, ma è in quello federale che Mangione rischia la pena capitale.
Dopo i meme, i videogiochi, le carte collezionabili e gli spettacoli a Broadway, adesso l’Italian Brainrot arriva anche nei parchi giochi italiani Da fenomeno più stupido e interessante di internet alla vita vera, al Magicland di Valmontone, in provincia di Roma.
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La prima puntata del podcast di Charlie Kirk dopo la sua morte è stata trasmessa dalla Casa Bianca e l’ha condotta JD Vance Il vicepresidente ha ribadito che non ci può essere pacificazione con le persone che hanno festeggiato o minimizzato la morte di Kirk.
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Versace Embodied non è una campagna ma una conversazione sulla cultura Capitolo primo (di una nuova serie): Versace si racconta attraverso fotografia, poesia, musica e oggetti d'archivio, sotto la direzione creativa di Dario Vitale.

Karla Sofía Gascón, la protagonista di Emilia Pérez, ha scatenato una delle peggiori shitstorm della storia degli Oscar

31 Gennaio 2025

Già Emilia Pérez non è amatissimo, per le ragioni che abbiamo spiegato qui. Adesso a peggiorare le cose ci si mette anche Karla Sofía Gascón, che del film dovrebbe essere sponsor principale essendo candidata all’Oscar come Miglior attrice protagonista per la sua interpretazione della protagonista eponima. E invece, è da dieci giorni che Gascón non ne azzecca una. Prima si è messa nei guai insinuando, in un’intervista al giornale brasiliano Folha de S. Paulo, che «persone che lavorano con Fernanda Torres (anche lei candidata al premio per la Miglior attrice protagonista, ndr) stanno cercando di mettere in cattiva luce me ed Emilia Pérez». Quando le hanno fatto notare che non è carino dire certe cose di una collega e avversaria, Gascón si è giustificata dicendo che non ce l’aveva con Torres né con persone «direttamente collegate» a lei ma con «il clima tossico e le parole violente dei social media». Tanto è bastato per evitare guai peggiori: c’era già chi chiedeva la l’esclusione di Gascón dagli Oscar, esclusione però impossibile perché Gascón non ha fatto osservazioni critiche né insultanti sull’interpretazione di Torres, cosa che sarebbe stata una violazione del regolamento dell’Academy, questa sì passibile di provvedimento disciplinare.

Ma come sempre succede su internet, una volta che la shitstorm è partita non c’è modo di fermarla. E quindi qualcuno si è messo a scandagliare i profili social di Gascón fino a quando non ha trovato altro carburante per polemiche e litigi. Sono venuti fuori vecchi tweet, risalenti al 2020 e 2021, in cui Gascón si mostrava piuttosto indispettita da una, a suo dire, crescente presenza di cittadini musulmani in Spagna. «Tra un po’ a scuola dovremo insegnare l’arabo invece dell’inglese», scriveva in uno di questi tweet. E ancora: un tweet in cui, a corredo della foto di una donna coperta dal burqa, Gascón metteva considerazioni abbastanza piccate sulla condizione delle donne musulmane («È uno schifo per l’umanità»). Ma c’è da dire che l’attrice non può essere accusata di islamofobia: in un altro tweet spiegava molto chiaramente di non poterne più «di tutte queste stronzate, dell’Islam, del cristianesimo, del cattolicesimo e di tutte queste credenze da idioti che portano alla violazione dei diritti umani».

Per non farsi mancare proprio nulla, sono venuti fuori anche vecchi tweet vagamente razzisti sull’omicidio di George Floyd («un tossico e spacciatore»), sulla pandemia di Covid-19 e su passate edizioni dell’Oscar («Somigliano sempre di più a un festival di film indipendenti e di protesta. A un certo punto non sapevo se stavo guardando un festival afro-coreano, una manifestazione di Black Lives Matter o una protesta per l’8 marzo»). Gascón si è scusata, di nuovo, e ha cancellato tutti i tweet in questione. È la seconda volta che è costretta a scusarsi in dieci giorni. Vedremo se questa shitstorm le costerà l’Oscar.

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