Hype ↓
02:42 domenica 14 dicembre 2025
Hbo ha svelato le prime immagini di Euphoria 3 ma della trama di questa nuova stagione non si capisce ancora niente Ben 13 secondi di video che anticipano la terza stagione, in arrivo nel mese di aprile, in cui si vedono tutti i protagonisti e le protagoniste.
Nel 2026 OpenAI lancerà una modalità di ChatGPT per fare sexting Sarà una funzione opzionale e disattivata di default, che rimuoverà i limiti attualmente imposti al chatbot sui prompt con contenuti sessuali.
Una ricerca ha dimostrato che la crescita economica non è più legata all’aumento delle emissioni di CO₂ E, di conseguenza, che la transizione energetica non è un freno all'aumento del Pil, neanche nei Paesi più industrializzati.
Reddit ha fatto causa al governo australiano per aver vietato i social ai minori di 16 anni La piattaforma è convinta che la legge anti soci isoli i minorenni e limiti la loro voce politica nella società, fornendo benefici minimi.
La casa di Babbo Natale in Finlandia quest’anno è piena di turisti ma anche di soldati Nato L’escalation al confine russo ha trasformato la meta turistica natalizia della Lapponia in un sito sensibile per l’Alleanza Atlantica.
Il governo americano vuole che i turisti rivelino i loro ultimi 5 anni di attività sui social per ottenere il visto Vale anche per i turisti europei che dovranno consegnare la cronologia dei loro account su tutte le piattaforme social utilizzate.
Ora su Letterboxd i film si possono anche noleggiare e sono già disponibili molte chicche introvabili altrove I titoli disponibili saranno divisi in due categorie: classici del passato ormai introvabili e film recenti presentati ai festival ma non ancora distribuiti su altre piattaforme.
Da quando è stata introdotta la verifica dell’età, nel Regno Unito il traffico dei siti porno è calato ma è anche raddoppiato l’utilizzo di VPN Forse è una coincidenza, ma il boom nell'utilizzo di VPN è iniziato subito dopo l'entrata in vigore della verifica dell'età per accedere ai siti porno.

Julia Roberts è sempre la stessa?

Una nuova serie tv, Homecoming, è l'occasione per un bilancio della carriera di un'eterna reginetta romantica.

29 Ottobre 2018

Nei fotogrammi iniziali di Homecoming, Julia Roberts sorride. Chissà come funziona. Chissà se è il regista a dirle di piazzarci subito un sorriso dei suoi. O se è lei a dire perché no, intanto ce lo metto, poi si vedrà (e il regista è comunque molto contento). Questa è la sua prima serie (produce Amazon, è disponibile su Prime Video da questo venerdì), sarebbe già una notizia. E invece la notizia è un’altra, sta dietro il solito quesito: Julia Roberts sorride? Julia Roberts deve essere per forza Julia Roberts, ancora e per sempre, altrimenti non ci accorgiamo che è lei?

Epperò anche basta con ’sto sorriso, direte voi, è da trent’anni che andiamo avanti con questa storia, e c’avete pure ragione, ma come si fa a non farsi tentare. Questo è forse l’ultimo caso di dettaglio anatomico su cui è stata costruita la carriera di una star, come il caschetto platino di Jean Harlow (non è anatomico, ma ci siamo capiti), come lo sguardo di Lauren Bacall. Julia Roberts è il suo sorriso, e basta. Anni fa accettò persino di recitare in un film che aveva quella parola nel titolo: Mona Lisa Smile, decisamente sottovalutato. Capite che non è da tutte, che c’è della consapevole ironia.

L’attrice in una scena di Mona Lisa Smile (2003) diretto da Mike Newell

Dunque Julia Roberts è protagonista di una serie. Prima, su schermi più piccoli del cinema, c’era stato solo un film per la tv (The Normal Heart, produzione Hbo, regia di Ryan Murphy), militanza gay, tante scene madri. Lo showrunner di Homecoming è il Sam Esmail di Mr. Robot, dunque qua troviamo distopia del quotidiano, politica hi-tech, segreti e bugie, eccetera. Roberts fa l’assistente sociale che deve reinserire gli ex soldati nella società. Fine, o si spoilera troppo.

La domanda è: Julia Roberts è credibile, qualunque cosa faccia oggi? Certo che sì: è una signora attrice. Certo che no: è Julia Roberts. Da lì non si scappa. Sorriso o non sorriso, sarà sempre quella roba lì: la semplice ragazza che sta di fronte a un ragazzo e gli sta chiedendo di amarla. E ancora prima quella gran culo di Cenerentola, e l’invitata al matrimonio col vestito color lavanda che avrebbe continuato a ballare. Sorriso o non sorriso, sarà sempre quella roba lì: la commedia romantica.

Julia Robert in Pretty Woman di Garry Marshall (1990)

Un critico americano, va’ a ricordarsi il nome, diceva che Roberts solo lì era credibile: nella sua metà di filmografia che va da Mystic Pizza, il prototipo di tutte le rom-com successive, a Se scappi, ti sposo, l’ultima commedia romantica pura prima degli anni 2000. In mezzo c’erano ovviamente i tre film citati sopra (i titoli non servono, vero?). Quel critico così parlava della diva Julia nei pieni ’90, decennio per lei assai incriminato: erano gli anni in cui aveva deciso di fare l’attrice drammatica sul serio. L’annus horribilis fu il 1996, con la doppietta Mary Reilly di Stephen Frears e Michael Collins di Neil Jordan (uscì pure Tutti dicono I love you di Woody Allen, che però è una delizia leggera, non conta). Il pubblico aveva ancora in mente Vivian Ward, anche se dopo c’erano stati thriller tamarri (A letto con il nemico di Joseph Ruben, 1991), mélo strappacuore (Scelta d’amore di Joel Schumacher, 1991), revisionismi fantastici (Hook – Capitan Uncino di Steven Spielberg, 1991), spy story esangui (Il rapporto Pelican di Alan J. Pakula, 1993), divertissement d’autore (Prêt-à-porter di Robert Altman, 1994), e solo un paio di commedie diciamo rosa, sicuramente dimenticabili (Inviati molto speciali di Charles Shyer, 1994, e Qualcosa di cui… sparlare di Lasse Hallström, 1995). Scrissero che lei non c’entrava nulla con Mary Reilly e Michael Collins e le loro atmosfere: il gotico inglese, il pasionario irlandese. Iniziò a circolare il terribile sospetto che potesse diventare, persino lei, box office poison, altrimenti detto: una che non fa più soldi. Fortuna col nuovo millennio arrivò Erin Brockovich di Steven Soderbergh: un drammone però brillante (poteva sorridere!). Julia Roberts in purezza, ma con upgrade di contenuti: fu premio Oscar, sigillo della riconciliazione con Hollywood.

E i sorrisi? E la commedia romantica? Ci ha riprovato in anni recenti, ma in progetti corali: non era più la semplice ragazza protagonista, preferiva essere una delle tante (Appuntamento con l’amore dello stesso Garry Marshall di Pretty Woman, 2010: ma era inguardabile). L’unico romance dell’ultimo decennio potrebbe essere Mangia prega ama (Ryan Murphy, 2011): ma era più un manuale di self-help che una storia d’amore. Prima e dopo, qualche successo che non vale come suo (la saga di Ocean’s Eleven: possiamo considerarli dei film di Julia Roberts?), poche perle (sia sempre lodato Mike Nichols: prima l’ha voluta nel sommo Closer, 2004, poi nell’adorabile La guerra di Charlie Wilson, 2007) e soprattutto una sfilza di titoli che non ricorda nessuno, non sto neanche ad elencarli. Fino alla destinazione ultima, il porto sicuro: il film per famiglie. Wonder, uscito lo scorso Natale, è stato una macchina da lacrime e da soldi.

Un primo piano dell’attrice scattato al Getty Center di Los Angeles il 22 ottobre 2018 (Foto di Valerie Macon/Afp/ Getty Images)

Si torna al sorriso, quel sorriso. Hanno provato in tutti i modi a dirci che, in realtà, Julia Roberts è un essere spregevole. Una cattiva ben travestita. La sorella l’ha incolpata del suo stesso suicidio (storiaccia: ma a qualcuno è mai interessata?). Ha fatto a pezzi il fratello (Eric, ex divetto di serie B che di recente recitava nelle fiction con Gabriel Garko: davvero). «È una persona orribile e tutti lo sanno» (la fonte è Nick Nolte: è così attendibile?). A patto che sia vero, di certo i retroscenisti del dark side non sono rilevanti: nessuno conosce il presunto marcio dietro quei trentadue denti, nessuno lo vuole sapere.

Julia Roberts oggi è ancora e per sempre l’eterna reginetta romantica, e moglie, madre, cinquantenne in collant Calzedonia, volto Lancôme del tipo come ti porti bene gli anni qual è il tuo segreto, e insomma lei stessa, col tempo, si è fatta da parte. Tanto sarebbe rimasta Julia Roberts in ogni caso, lei lo sapeva. «Non posso più fare le commedie romantiche, al massimo devono darmi la parte della mamma della protagonista», ha detto (parafrasando) in un’intervista recente. Il cinema per platee sempre più piccole (quest’inverno esce Ben Is Back, nella finzione Julia ha un figlio tossico, nella realtà avrà forse un’altra nomination agli Oscar) e le serie fighette con il giusto grado di hype: questo è il presente di una donna che pare, tutto sommato, serena. È pur sempre Julia Roberts, perdio. C’è forse una ragione per non sorridere?

Articoli Suggeriti
Ne L’uso della foto c’è il sesso, la morte, la politica e tutto quello che ha reso grande Annie Ernaux

Il libro, uscito 20 anni fa in Francia ma solo adesso in Italia, è il racconto in immagini e parole della breve storia d'amore con il fotografo Marc Marie, attraverso il quale Ernaux tocca tutti i temi che caratterizzano la sua letteratura.

Hbo ha svelato le prime immagini di Euphoria 3 ma della trama di questa nuova stagione non si capisce ancora niente

Ben 13 secondi di video che anticipano la terza stagione, in arrivo nel mese di aprile, in cui si vedono tutti i protagonisti e le protagoniste.

Leggi anche ↓
Ne L’uso della foto c’è il sesso, la morte, la politica e tutto quello che ha reso grande Annie Ernaux

Il libro, uscito 20 anni fa in Francia ma solo adesso in Italia, è il racconto in immagini e parole della breve storia d'amore con il fotografo Marc Marie, attraverso il quale Ernaux tocca tutti i temi che caratterizzano la sua letteratura.

Hbo ha svelato le prime immagini di Euphoria 3 ma della trama di questa nuova stagione non si capisce ancora niente

Ben 13 secondi di video che anticipano la terza stagione, in arrivo nel mese di aprile, in cui si vedono tutti i protagonisti e le protagoniste.

Francesco Bianconi e i Baustelle, 25 anni di musica non provinciale

La gioventù e la vecchiaia, la diversità e il conformismo, la Toscana e la metropoli: intervista al frontman del gruppo che ha appena raggiunto un traguardo importante festeggiando con due concerti, a Roma (la scorsa settimana) e Milano (stasera).

L’affare Netflix-Warner Bros. è il trionfo del tecnofeudalesimo

A prescindere da come andrà a finire, questa storia è la prova di un fatto: impedire a una megacorporation di fare quello che vuole fare è diventata un'impresa quasi impossibile, ormai.

Ora su Letterboxd i film si possono anche noleggiare e sono già disponibili molte chicche introvabili altrove

I titoli disponibili saranno divisi in due categorie: classici del passato ormai introvabili e film recenti presentati ai festival ma non ancora distribuiti su altre piattaforme.

La mostra di Hito Steyerl è come un’isola fuori dal tempo nel centro di Milano

L'artista tedesca porta negli spazi di Osservatorio, in Galleria Vittorio Emanuele II, un progetto che intreccia fisica quantistica, IA e archeologie sommerse.