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12:28 giovedì 11 dicembre 2025
Secondo una ricerca, nel 2025 abbiamo passato online più tempo che durante i lockdown Oramai i "vizi" presi durante la pandemia sono diventati abitudini: ogni giorno passiamo online tra le quattro e le sei ore.
Si è scoperto che Oliver Sacks “ritoccò” alcuni casi clinici per rendere i suoi libri più appassionanti e comprensibili Un'inchiesta del New Yorker ha rivelato diverse aggiunte e modifiche fatte da Sacks ai veri casi clinici finiti poi nei suoi libri.
Lo 0,001 per cento più ricco della popolazione mondiale possiede la stessa ricchezza della metà più povera dell’umanità, dice un rapporto del World Inequality Lab Nella ricerca, a cui ha partecipato anche Thomas Piketty, si legge che le disuguaglianze sono ormai diventate una gravissima urgenza in tutto il mondo.
È morta Sophie Kinsella, l’autrice di I Love Shopping Aveva 55 anni e il suo ultimo libro, What Does It Feel Like?, era un romanzo semiautobiografico su una scrittrice che scopre di avere il cancro.
La Casa Bianca non userà più il font Calibri nei suoi documenti ufficiali perché è troppo woke E tornerà al caro, vecchio Times New Roman, identificato come il font della tradizione e dell'autorevolezza.
La magistratura americana ha pubblicato il video in cui si vede Luigi Mangione che viene arrestato al McDonald’s Il video è stato registrato dalle bodycam degli agenti ed è una delle prove più importanti nel processo a Mangione, sia per la difesa che per l'accusa.
David Byrne ha fatto una playlist di Natale per chi odia le canzoni di Natale Canzoni tristi, canzoni in spagnolo, canzoni su quanto il Natale sia noioso o deprimente: David Byrne in versione Grinch musicale.
Per impedire a Netflix di acquisire Warner Bros., Paramount ha chiesto aiuto ad Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi e pure al genero di Trump Lo studio avrebbe chiesto aiuto a tutti, dal governo USA ai Paesi del Golfo, per lanciare la sua controfferta da 108 miliardi di dollari.

Jeremy Strong ha detto che Succession l’ha devastato e che non gli manca per niente

15 Ottobre 2024

«La lotta di Kendall è stata dura da portare avanti per sette anni. C’è altro che voglio fare», ha detto Jeremy Strong al Sunday Times, intervistato in occasione del suo nuovo importante ruolo, quello dell’avvocato Roy Cohn in The Apprentice. «Sono consapevole che è uno dei capitoli principali della mia vita, ma non mi manca». «It fucked me up», ha usato queste parole per descrivere l’effetto del ruolo di Kendall sulla sua psiche, e ha continuato aggiungendo che nel periodo in cui lo interpretava spesso «perdeva il contatto con la felicità». È plausibile che con i suoi tormenti Kendall abbia avuto sull’attore, uno che, se vi ricordate la controversa intervista del New Yorker, aveva preso il ruolo molto sul serio (forse troppo), un forte effetto depressivo. Era proprio lo stesso periodo, la fine del 2021, in cui noi ci domandavamo quanto fosse grave innamorarsi perdutamente di un personaggio orribile come Kendall Roy (ne scrivevamo qui). A differenza dei fan di Succession, che continuano a seguire e commentare con nostalgia l’account @kendallroylookingsad, Jeremy Strong ha espresso fin da subito il desiderio di voltare pagina per paura di rimanere incastrato per sempre nel ruolo che ha definito «l’apice della sua carriera».

Chissà che nei panni di Roy Cohn l’attore non sia riuscito a superare se stesso. «Non si può sopravvalutare la sua influenza nel nostro Paese», ha detto Strong parlando dell’avvocato personale di Trump dal 1973 al 1985, morto nel 1986 per complicazioni dovute all’Aids, cinque settimane dopo essere stato radiato dall’ordine per condotta non etica,«la sua capacità di negare la realtà e altre cose che ha trasmesso a Donald Trump. Il suo copione ha una portata tentacolare sbalorditiva: è la persona più affascinante che abbia mai cercato di impersonare. Dovrei fare una premessa: il mio lavoro è quello di essere un investigatore umanistico di un soggetto [sì, dice proprio così, ndr] e di astenermi dal giudizio. Quindi, anche se personalmente potrei avere molti giudizi su Roy Cohn, quella non è la parte di me che si impegna nel lavoro creativo».

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