Cose che succedono | Polemiche

Perché J.K. Rowling è stata nuovamente accusata di transfobia

«Facciamo così, Harry Potter è stato scritto da una persona anonima, che ha deciso anni fa di regalarlo al mondo». È solo uno dei tweet che si leggono adesso contro J.K. Rowling, finita per l’ennesima volta (è già capitato lo scorso dicembre, quando è stata criticata per aver sostenuto apertamente Maya Forstater, licenziata per dichiarazioni fortemente transfobiche) al centro di una polemica per una serie di tweet definiti, appunto, transfobici. Mentre i fan di una delle saghe più famose al mondo hanno contestato le sue parole, che giungono peraltro proprio nel mese del Pride, Variety ha ricostruito la vicenda.

Tutto è cominciato da un post della scrittrice, che ha commentato un articolo pubblicato su Devex in cui si proponeva di «creare un mondo post-Covid più equo per le persone che hanno le mestruazioni», dove “persone che hanno le mestruazioni” è una locuzione scelta per superare il concetto di donna legato esclusivamente alla sfera biologica, nel rispetto della fluidità di genere. E questo non è piaciuto a J.K. Rowling. «Le “persone che hanno le mestruazioni”», ha commentato, «sono sicura che ci fosse una parola per quelle persone. Qualcuno mi aiuti». La reazione da parte della comunità Lgbtq+ a queste parole è stata negativa, come emerso dalla dichiarazione dell’organizzazione di attivisti Glaad, secondo cui Rowling «continua ad allinearsi con un’ideologia che distorce volontariamente la realtà nel campo dell’identità di genere e delle persone trans».

Tanto che Rowling è tornata a commentare la questione, spiegando il proprio punto di vista in tre tweet collegati. «Se il sesso non è reale, non c’è attrazione per lo stesso sesso. Se il sesso non è reale, la realtà vissuta delle donne a livello globale viene cancellata. Conosco e amo le persone trans, ma cancellare il concetto di sesso rimuove la capacità di molti di discutere in modo significativo delle proprie vite. Non è odio dire la verità», ha scritto nel primo post, per poi difendersi dalle accuse rivoltele (sono e sono stati in molti a etichettarla come Terf, acronimo di trans-exclusionary radical feminist, una forma di femminismo radicale che non accetta le donne trans come donne).

«L’idea che donne come me, che sono state empatiche nei confronti delle persone per decenni, che sono vicine alle altre realtà vulnerabili allo stesso modo delle donne possano odiare le persone trans perché pensano che il sesso sia reale è un’assurdità». Poi ancora in un altro post: «La mia vita è stata plasmata dall’essere femmina. Non credo sia odioso dirlo». Intanto, la polemica è cresciuta, così che #JKRowling è diventato trending topic. «I suoi libri hanno dato ai bambini la speranza di poter lavorare insieme per creare un mondo migliore, e ora lei si è allineata a un’ideologia che nega proprio questo mondo», ha continuato Anthony Ramos, presidente di Glaad.