Hype ↓
13:35 mercoledì 29 ottobre 2025
Era nell’aria da tempo ma adesso è confermato: ci sarà una reunion dei CSI La prova è un post pubblicato su Instagram da Gianni Maroccolo in cui si vede la band al completo.
È morto James Senese, leggenda della musica napoletana Talentuoso sassofonista dei Napoli Centrale, fondatore del Neapolitan Power, suonò per anni con Pino Daniele.
È morto Mimmo Jodice, uno dei più importanti fotografi italiani Tra i lavori che restano nella storia della fotografia le Vedute di Napoli, la serie Anamnesi e le foto ai capolavori del Museo Archeologico
Al Museo della moda di Anversa si terrà la prima mostra di sempre dedicata agli Antwerp Six La mostra inaugurerà il 28 marzo e rimarrà in cartellone fino al 17 gennaio 2027.
Ogni settimana ChatGPT parla con oltre un milione di utenti che minacciano di suicidarsi Lo ha rivelato la stessa OpenAI in una ricerca: dei suoi 800 milioni di utenti, un milione (purtroppo) usa il chatbot in questo modo.
John Carpenter, uno dei registi che hanno ispirato The Substance, ha detto che The Substance non gli è piaciuto per niente In un incontro con il pubblico, al regista è stato chiesto cosa gli sia piaciuto di The Substance. La sua risposta: «Zero. Niente».
Quentin Tarantino tornerà a fare l’attore protagonista trent’anni dopo Dal tramonto all’alba Il film si intitola Only What We Carry, un dramma sentimentale in cui Tarantino recita accanto a Simon Pegg e Sofia Boutella.
È già sicuro che l’uragano Melissa sarà la tempesta più forte dell’anno Si muove con lentezza e questo non fa che renderlo ancora più devastante: i suoi venti hanno raggiunto la velocità di 250 km/h.

Roman Polanski, inquisito e inquisitore

In J'accuse, il regista guarda a un fatto lontano (l'affare Dreyfus) con uno sguardo molto vicino.

26 Novembre 2019

Probabilmente il cinema di Kubrick, benché all’epoca nessuno se ne fosse accorto, era una specie di nana bianca, e quella che continua a arrivare in sala oggi, nei casi migliori, è la luce di qualcosa che ha smesso di esistere molto tempo fa. Sarà un’immagine azzardata, ma ha i suoi riscontri. Per citare l’ultimo, L’ufficiale e la spia (si chiamerebbe molto più sensatamente J’accuse, ma prima che il cinema si spenga del tutto i distributori italiani avranno comunque tempo di brutalizzare qualche altro migliaio di titoli originali) è in primo luogo un remake occulto di Orizzonti di gloria. Solo a seguire, uno straordinario film di Roman Polanski. Col passare del tempo, e lo stratificarsi dei rimbrotti per fatti commessi decenni prima, quindi ormai molto affannosamente ricostruibili, Polanski tende a sperimentare sui suoi personaggi il trattamento che continua a subire da inquisitori grandi e piccoli di mezzo mondo: li incastra in un angolo, gli toglie l’aria, e sta a vedere, da dietro la macchina, come se la cavano.

Qui, piuttosto male. Il film riduce a un dramma da camera una materia che si sarebbe prestata a qualsiasi forma di sagone epicizzante. Ma riduce è un espressione impropria, e il primo punto sono proprio le camere. Mentre in Orizzonti di gloria i luridi generalini inamidati – Adolphe Menjou in testa – ricevevano Kirk Douglas in immani e sontuosi interni principeschi, che ne riducevano ulteriormente la statura, i loro predecessori di un paio di generazioni devono quasi piegarsi per non sbattere la capoccia in soffitti dostoevskijani – aggettivo che si può tranquillamente traslare allo stato di pulizia degli interni, specie nel dipartimento lenzuola. Tutto è lurido, spiegazzato, sfatto, opaco. Incluse le trame della macchinazione antidreyfus, che dalle presunte geometrie complottiste Polanski degrada a quello che assai verosimilmente sono state: traffici di una casta meschina e corrotta, e tapponi messi uno sopra l’altro a peggiorare il buco. Con gli esterni ridotti a brevi flash di raccordo, tutto ricade sulle spalle dei protagonisti. Polanski si è fatto un giro alla Comedie Française, sicuro di trovarci sei o sette fenomeni  in grado di esprimere i sentimenti che furono, a suo tempo, la tonalità prevalente dell’affaire: odio, arroganza, bassezza, livore, stupidità e così via. E li ha trovati eccome, al punto che in qualche passaggio gli attori più popolari sembrano un tantino irrigiditi (persino Dujardin, ma soprattutto quella sardina – non in quel senso, è un fatto fisiognomico – di Garrel). L’unica signora del cast Polanski non ha invece avuto bisogno di cercarla, dal momento che ce l’aveva in casa: ma chapeau anche a Seigner, che qui fornisce una versione della matrona zozza non più circolata dai tempi di Petronio.

Il film è buio, fangoso, fumoso. Tutti infatti fumano compulsivamente, a incrementare le difficoltà respiratorie, stavolta, dello spettatore. Il primo a soffrirne però è Dujardin, che tenta invano di aprire una finestra per arieggiare i locali. Niente da fare: la finestra è rotta, e J’accuse è talmente crudele verso tutti e tutto che ai titoli di coda uno spera di veder comparire almeno la scritta “Nessun attore è stato maltrattato durante le riprese”. Di nuovo, niente da fare, ma era ovvio.

Comunque sia, difficile tornare su un fatto così lontano usando uno sguardo così vicino, ma stiamo parlando di Polanski. Cui molto evidentemente premeva dire qualcosa – o più di qualcosa – sulle oscene fobìe xenofobe (nel senso più ampio) che rischiano di soffocarci e che, trasformate in facce, smorfie e tic fanno ancora più orrore. Fieri dei calzoni rossi che nei primi mesi della Grande Guerra saranno la pacchia dei mitraglieri crucchi, questi colonnelli e capitani sono così simili (in quel senso) ai loro epigoni da cui siamo, su base oraria e a qualsiasi latitudine, ammorbati, da rendere superflue le uniche due attualizzazioni grossolane del film: l’arringa livida contro gli stranieri invasori a opera di un ufficiale ucciso dalla sifilide, un po’ telefonata, e le stelle a sei punte dipinte dalla folla sulle vetrine dei commercianti ebrei – sarebbe successo altrove e qualche tempo dopo, anche se in materia la Francia di fine Ottocento non scherzava neanche un po’. Ma tant’è: dati i tempi e la sordità generale, repetita iuvant.

Articoli Suggeriti
Era nell’aria da tempo ma adesso è confermato: ci sarà una reunion dei CSI

La prova è un post pubblicato su Instagram da Gianni Maroccolo in cui si vede la band al completo.

È morto James Senese, leggenda della musica napoletana

Talentuoso sassofonista dei Napoli Centrale, fondatore del Neapolitan Power, suonò per anni con Pino Daniele.

Leggi anche ↓
Era nell’aria da tempo ma adesso è confermato: ci sarà una reunion dei CSI

La prova è un post pubblicato su Instagram da Gianni Maroccolo in cui si vede la band al completo.

È morto James Senese, leggenda della musica napoletana

Talentuoso sassofonista dei Napoli Centrale, fondatore del Neapolitan Power, suonò per anni con Pino Daniele.

È morto Mimmo Jodice, uno dei più importanti fotografi italiani

Tra i lavori che restano nella storia della fotografia le Vedute di Napoli, la serie Anamnesi e le foto ai capolavori del Museo Archeologico.

David Szalay ha riscritto Barry Lyndon per il mondo contemporaneo, ed è perfetto

Nella carne è una citazione esplicita del film di Stanley Kubrick nella Londra di questo secolo, con una profonda riflessione su cos'è la mascolinità oggi.

Quentin Tarantino tornerà a fare l’attore protagonista trent’anni dopo Dal tramonto all’alba

Il film si intitola Only What We Carry, un dramma sentimentale in cui Tarantino recita accanto a Simon Pegg e Sofia Boutella.

Il cinema in Italia è ancora un’industria economicamente sostenibile?

Viene vissuto come un settore “sanguisuga”, che chiede allo Stato finanziamenti a fondo perduto, ma in realtà l’industria cinematografica italiana è in crescita. E potrebbe continuare a crescere ancora molto.