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04:27 giovedì 1 maggio 2025
Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione 100 strade chiuse al traffico in 10 anni, inquinamento calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

L’Italia è il Paese del 2021 secondo l’Economist

16 Dicembre 2021

Ogni anno l’Economist sceglie un “Paese dell’anno”, premio che, come tutti questi premi, non è da prendere alla lettera: lo stesso Economist si preoccupa ogni volta di specificare che il titolo non è da intendersi come un riconoscimento del Paese più importante, più ricco o più felice del mondo, ma più che altro come un omaggio a quello che è «migliorato di più». In passato, per esempio, il titolo era andato all’Uzbekistan perché aveva abolito la schiavitù, alla Colombia per gli sforzi fatti per porre fine alla guerra civile e alla Tunisia per aver abbracciato la democrazia.

E quest’anno il “Paese dell’anno” è l’Italia. Decisione presa senza pensare «alla bravura dei suoi calciatori, che hanno vinto l’Europeo, né al talento delle sue popstar, che hanno trionfato all’Eurovision». L’Economist vuole parlare di politica e infatti la spiegazione della sua decisione è Mario Draghi, considerato un grandissimo miglioramento per un Paese «spesso criticato a causa dei suoi leader, per via di personaggi, per esempio, come Silvio Berlusconi». Il settimanale inglese, mai tenero con l’ex-Presidente del Consiglio, gli ha riservato l’ennesima frecciatina: «uno come lui avrebbe fatto bene a stare “zitto e buono”, il consiglio contenuto nella canzone che ha vinto l’Eurovision». Secondo l’Economist, le scelte sbagliate degli italiani in fatto di leadership sarebbero una delle principali ragioni dell’impoverimento sofferto dal Paese dall’inizio degli anni 2000: «nel 2019 gli italiani erano più poveri che nel 2000», si legge nel pezzo.

Con Draghi l’Italia sarebbe riuscita finalmente a darsi un Primo Ministro competente e rispettato a livello internazionale. «Per una volta, una larga maggioranza dei politici italiani ha messo da parte le differenze e ha scelto di sostenere un vasto e profondo programma di riforme, un progetto che dovrebbe garantire all’Italia l’accesso ai fondi che le sono stati assegnati nell’ambito del Recovery Plan post-pandemico dell’Unione Europea». Il giornale, poi, ribadisce il buon momento della nostra economia, che «sta andando meglio di quella francese e tedesca». Dopo tutti questi complimenti, l’articolo si chiude con un monito: tutto potrebbe essere messo a rischio dalla tradizionale instabilità politica italiana. Se Draghi, per esempio, dovesse lasciare il posto di capo del governo ed essere eletto Presidente della Repubblica («ruolo più di rappresentanza»), i progressi italiani potrebbero finire qui. «Auguroni», concludono, che sembra un po’ una pacca sulla spalla e un po’ una iettatura.

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